Welfare aziendale, salto di qualità con il Covid-19

Welfare Index PMI 2020: con il Covid-19 il welfare aziendale fa salto di qualità
(foto Welfare Index PMI)

Welfare Index PMI 2020: oltre la metà delle imprese intervistate investe sul welfare. L’impatto è positivo per la società e per il business: sarà una leva per la ripresa sostenibile del Paese

La crisi sanitaria non frena, ma anzi rinforza la volontà da parte delle aziende di investire sul welfare, che si conferma una leva strategica per affrontare l’emergenza e per la ripresa sostenibile del Paese. Lo conferma Welfare Index PMI, indagine promossa da Generali Italia, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la partecipazione di Confindustria e Confagricoltura. L’osservatorio ha monitorato le iniziative di welfare delle imprese da 6 fino a 1000 dipendenti, di tutti i settori professionali – con circa 6.500 interviste.

(video Welfare Index PMI/youtube.com)

Un’impresa su due investe sul welfare

Il quadro che emerge, in un anno che pure per l’impresa è stato tra i più funesti, è tutto in crescita. Da un lato, infatti, l’indagine evidenzia come le aziende siano uscite dall’emergenza con gravi difficoltà economiche: nell’8,8% dei casi, considerano minacciata la loro stessa sopravvivenza. Dall’altro, il rapporto 2020 evidenzia che, per la prima volta, le imprese impegnate sul fronte del welfare superano il 50%. Tra queste, il 78,9% ha confermato le iniziative in corso e il 27,7% ne ha introdotte di nuove o ha potenziato quelle esistenti. 

Le imprese sono state punto di riferimento per la comunità e quelle con un welfare più maturo hanno avuto una maggiore capacità di reagire all’emergenza.
L’
80% delle pmi ha dato materiali e fornito informazioni di tipo sanitario ai lavoratori, mentre il 12% delle imprese ha attivato canali di supporto e servizi di consulto medico e assistenza sanitaria a distanza. Il 26,4% ha anche attuato iniziative aperte alla comunità esterna e di sostegno al sistema sanitario nazionale.

Welfare come motore di crescita anche per la produzione

Il 91,6% delle pmi monitorate ha dichiarato di avere acquisito maggiore consapevolezza della centralità della salute e della sicurezza dei lavoratori e oltre il 70% ha affermato che in futuro il welfare aziendale avrà maggior rilievo. Infine, il 65% ha dichiarato che l’azienda contribuirà maggiormente alla sostenibilità del territorio in cui opera.
La crisi sanitaria è stata un catalizzatore d’attenzione che ha accelerato in modo consistente la spinta sul welfare da parte delle imprese, facendolo emergere come strategia che esercita un
impatto positivo sull’intero ecosistema in cui opera: i lavoratori, le famiglie, la comunità e il territorio.

Ma non solo. Il Welfare Index PMI, in collaborazione con Cerved, ha condotto anche un’analisi sui bilanci dell’ultimo biennio di oltre 3.000 imprese tra quelle partecipanti alla ricerca 2020. E ha dimostrato che il welfare aziendale contribuisce significativamente ai risultati delle imprese, alla crescita della produttività e dell’occupazione. Le imprese più attive nel welfare hanno un tasso di produttività che aumenta del +6% nel biennio, triplo rispetto alla media delle pmi (2,1%).
Anche l’occupazione cresce nelle imprese più attive quasi del doppio, attestandosi all’11,5% rispetto alla media del 7,5%.

Le aree di welfare più in crescita

In particolare, aree di welfare che hanno registrato una crescita maggiore sono:

  • Sicurezza: è l’area con il maggiore tasso di iniziativa (dal 34% nel 2017 all’attuale 60%).
  • Assistenza: è l’area in crescita più rapida (dal 7% nel 2017 al 23%): comprende iniziative di prevenzione, cura diretta, assistenza agli anziani, cure specialistiche.
  • Sanità complementare: dal 35% nel 2017 al 42,2%.
  • Conciliazione e genitorialità: dal 33% nel 2017 al 51%. In quest’ambito si registra la grande accelerazione dello smart working/nuove modalità di lavoro, visto come strumento di flessibilità, non sostitutivo del lavoro in presenza. Le imprese sottolineano la necessità di un’evoluzione della cultura gestionale, per diffondere nuovi modelli centrati sull’autonomia organizzativa e la responsabilità dei lavoratori.
  • Grande importanza della formazione (43%) e della crescita, ancora iniziale ma rapida delle iniziative a sostegno delle famiglie per l’istruzione dei figli (da 3% a 5,8%), in un Paese che ha tra le sue principali criticità l’inadeguato livello di istruzione avanzata, il blocco della mobilità sociale, le difficoltà dei giovani nel lavoro.

Le aziende come motore di sussidiarietà

«In questo nuovo contesto del Covid-19» commenta Marco Sesana, country manager & ceo Generali Italia e Global Business Lines «abbiamo osservato come le imprese hanno agito come soggetto sociale, oltre che economico e di mercato, per la loro diffusione nel territorio e per la vicinanza ai lavoratori e alle famiglie, dando vita a un nuovo welfare di sussidiarietà. Sono straordinarie storie di resilienza delle nostre pmi. Le imprese con un welfare più maturo sono state punto di riferimento delle comunità e hanno avuto maggiore capacità di reazione durante l’emergenza Covid. Il maggior numero di iniziative intraprese interessano le priorità del Paese: salute, sicurezza, assistenza, formazione, conciliazione vita lavoro. Questo oggi ci conferma che il welfare, oltre ad essere strategico per la crescita delle imprese, sarà leva per la ripresa sostenibile del Paese».

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