Malattia del dipendente, quali controlli può fare il datore di lavoro?

Malattia del dipendente_quali controlli può fare il datore di lavoro
(foto Shutterstock)

Quali sono gli obblighi del lavoratore in malattia e le verifiche che può fare il datore nel rispetto della legge

Quali sono i diritti e gli obblighi del lavoratore in malattia?

Il nostro ordinamento tutela la salute del lavoratore sotto più aspetti: nei luoghi dove viene svolta l’attività e garantendo la conservazione del posto di lavoro anche in caso di malattia. 

Il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto di lavoro sia in caso di assenza per infortunio, sia in caso di malattia comune, ossia se si è ammalato per causa non riconducibile all’attività lavorativa.

Questi sono i principali diritti del lavoratore assente per malattia:

  • ha diritto alla conservazione del posto di lavoro: significa che non può essere licenziato per il semplice fatto di essersi ammalato. Questo diritto ha però un limite: tutti i contratti collettivi prevedono una durata massima della assenza, superata la quale l’azienda può licenziare il dipendente malato. Il periodo tutelato è definito ancheperiodo di comporto”;
  • ha diritto di percepire un trattamento economico o una indennità previdenziale nella misura e per la durata previsti dalla legge e dai contratti collettivi

Accanto ai diritti del lavoratore, ci sono dei precisi obblighi da rispettare in caso di malattia.

Quando un lavoratore non può recarsi a lavoro per malattia deve:

  • contattare il proprio medico, affinché rediga e trasmetta telematicamente all’INPS il certificato di malattia, e comunicare al datore di lavoro il numero di protocollo identificativo del certificato. Nel caso in cui la trasmissione telematica non sia possibile, il lavoratore deve, entro due giorni dalla data del rilascio, presentare o inviare il certificato di malattia cartaceo all’INPS (contenente la diagnosi e la prognosi) e l’attestato (contenente la sola prognosi) al proprio datore di lavoro.
  • comunicare tempestivamente la propria assenza al datore di lavoro la propria assenza (di regola entro il primo giorno di assenza) e l’indirizzo di reperibilità, se diverso dalla residenza o domicilio abituale, per i successivi controlli medici;
  • comunicare al datore di lavoro e all’INPS l’eventuale continuazione della malattia;
  • evitare di pregiudicare il proprio stato di salute e quindi di compromettere la propria guarigione (ad esempio svolgendo altre attività lavorative, incompatibili con le proprie condizioni);
  • sottoporsi agli accertamenti sanitari sullo stato di infermità richiesti dal datore di lavoro, dall’INPS o dalla struttura sanitaria pubblica da esso indicata
  • farsi trovare al domicilio negli orari delle visite fiscali

Se il datore di lavoro non crede alla malattia, che controlli può fare?

Gli accertamenti diretti del datore di lavoro sullo stato di malattia del lavoratore sono vietati. Pertanto il datore di lavoro può verificare le assenze per malattia dei propri dipendenti esclusivamente tramite i servizi ispettivi dell’INPS e le competenti strutture pubbliche (servizi medico legali delle ASL). 

Il datore di lavoro può chiedere all’INPS di fare dei controlli sin dal primo giorno di assenza e può chiedere di fare anche più controlli sul lavoratore (ma non nella stessa giornata), evitando però comportamenti persecutori. 

Attenzione però a non esagerare: è mobbing mandare troppe visite fiscali.

Il datore di lavoro può avvalersi di investigatori privati?

Sì, l’azienda può affidare l’incarico a un investigatore privato. Se il datore di lavoro non può compiere accertamenti sanitari sul lavoratore, ossia non può sottoporre – di sua iniziativa – il dipendente a una visita medica privata, è invece libero di fare accertamenti su determinate circostanze di fatto che potrebbero smentire lo stato di malattia. 

Pensa ad esempio a un dipendente assente perché ha una contusione a un braccio: l’azienda può farlo pedinare per accertare che nei giorni di malattia il dipendente giocava tranquillamente a tennis. 

Questi accertamenti non riguardano direttamente la salute del dipendente ma, nel rispetto delle regole sulla privacy, servono a contestare ciò che dichiara il lavoratore con le certificazioni mediche e per dimostrare l’insussistenza della malattia o l’inidoneità della malattia a giustificare l’assenza. 

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