Date e modalità delle riaperture per le diverse attività lavorative nella gestione dell’emergenza Covid-19
Dopo il rigoroso lockdown per cercare di contenere i danni dovuti all’emergenza sanitaria Covid-19, il Governo ha deciso di allentare gradualmente le misure restrittive definendo gli step di ripartenza del Paese.
Con il DPCM firmato il 26 aprile 2020 inizia la “fase 2” (dal 4 al 17 maggio).
Vediamo qual è il calendario della riapertura che porterà progressivamente alla fine della “quarantena” nazionale, salvo che il monitoraggio dei casi di contagio dovesse evidenziare un innalzamento dei contagi. In questo caso si tornerà necessariamente indietro (come specificato nell’allegato 10 del DPCM).
Dal 4 maggio possono riprendere le attività con indice di rischio contagio più basso. Si tratta delle attività produttive e industriali finalizzate all’esportazione, principalmente, ma non solo, del settore manifatturiero (tessile, moda, fabbricazione di auto, vetro, fabbricazione di mobili, ecc.), indicate nel nuovo elenco dei codici ATECO contenuto nell’allegato 3 del DPCM.
È consentito anche il commercio all’ingrosso legato alle filiere delle attività elencate.
I bar e ristoranti, diversi dei quali attualmente convertiti al servizio di food delivery, potranno riaprire solo per asporto, con ingresso controllato e divieto di consumazione sul posto e nelle immediate vicinanze. Ma non in tutte le Regioni: il take away di cibo, ad esempio, resterà vietato anche dopo il 4 maggio in Piemonte per provvedimento regionale.
Sui luoghi di lavoro è obbligatorio il rispetto delle misure di sicurezza definite dal Protocollo del 24 aprile, che integra quello firmato il 13 marzo, inserito come allegato 6 nel DPCM 26 aprile 2020.
Sono previsti turni scaglionati per entrata e uscita, postazioni di lavoro distanziate, misurazione della temperatura all’ingresso, sanificazione cadenzata degli ambienti.
Per contrastare e contenere il diffondersi del virus sull’intero territorio nazionale, sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute.
Sono consentiti anche gli spostamenti per incontrare i congiunti, purché vengano utilizzate le mascherine e venga rispettato il distanziamento e il divieto di assembramento.
In ogni caso, è vietato a tutte le persone di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative e di assoluta urgenza, ovvero per motivi di salute. È sempre consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Continua ad essere obbligatoria l’autocertificazione della ragione di spostamento.
Da questa data dovrebbe ripartire il commercio al dettaglio, con obbligo di utilizzo di protezioni individuali e di distanziamento tra clienti.
Per alcuni esercizi (come abbigliamento e calzature) ci sarà l’obbligo di sanificazione dei prodotti.
Il 18 maggio dovrebbero riaprire anche musei, mostre e biblioteche.
Salvo passi indietro, bar e ristoranti potranno riaprire al pubblico dal 1° giugno, nel rispetto del distanziamento minimo (per i tavoli di almeno due metri), con drastica riduzione quindi della capienza dei locali, a cui supplirà, anche per facilitare il distanziamento, la prenotazione telefonica o online.
Anche per parrucchieri, barbieri, centri estetici e altre attività di cura alla persona è stata annunciata la ripresa dal 1° giugno.