Le indicazioni operative per gestire il lavoro nei giorni più caldi, preservando la sicurezza e la salute dei lavoratori
Secondo Copernicus, il programma di monitoraggio ambientale dell’Agenzia spaziale europea, si è trattato del luglio più caldo della storia. Il caldo record ha degli impatti anche sul mondo del lavoro, in particolare per tutti coloro che devono svolgere le proprie mansioni all’aperto.
Le situazioni estreme che stiamo vivendo hanno consigliato al Ministero del Lavoro di stilare un Protocollo per la gestione in sicurezza del lavoro durante le giornate più calde.
Nel testo si legge che “tutti i lavoratori hanno diritto a un ambiente in cui i rischi per la loro salute e sicurezza siano adeguatamente controllati e la temperatura sul lavoro è uno dei rischi che i datori di lavoro dovrebbero valutare”. Allo stesso tempo, con il decreto legge 98/2023 è stata garantita la cassa integrazione per il caldo anche per le aziende edili, del settore estrattivo e dell’agricoltura, con la previsione che tali giornate non sono conteggiate nel limite massimo biennale.
Infine, con il messaggio INPS numero 2729 del 20 luglio, è stato ricordato che questa speciale cassa integrazione è ammessa anche con temperature inferiori ai 35 gradi, se in realtà la percepita è superiore.
Lavorare con le temperature elevate è un rischio per la salute.
Il Vademecum del Governo lo dice chiaramente in premessa: l’aumento della temperatura ambiente media previsto con i cambiamenti climatici può avere un impatto significativo sui luoghi di lavoro.
Questi i principali impatti:
Nel documento vengono individuati i settori maggiormente esposti a rischio per la salute in caso di temperature elevate:
Con riferimento ai suggerimenti del Ministero del Lavoro, l’approccio è di “iniziare con misure collettive e, se necessario, integrarle con misure individuali, ad esempio per affrontare rischi aggiuntivi per i lavoratori vulnerabili”.
Per quanto riguarda le mansioni da svolgere all’aperto, il vademecum suggerisce l’adozione di alcune misure, vediamo le più interessanti:
Anche l’alimentazione e l’idratazione possono svolgere un ruolo importante nella lotta al caldo. Non a caso, anche questi due punti sono stati approfonditi dal Vademecum.
Due consigli in particolare:
Come visto, le temperature elevate rappresentano un rischio per la salute dei lavoratori. Di recente, l’INPS, con il messaggio INPS numero 2729 del 20 luglio ha ricordato quali sono i presupposti per accedere a questa cassa integrazione speciale.
L’Istituto ha precisato che “in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa in conseguenza delle temperature elevate, il ricorso al trattamento di integrazione salariale con la causaleÈ il motivo, tassativamente previsto dalla legge, che deve giustificare il rinnovo di un contratto a tempo determinato, pena la sua trasformazione in rapporto a tempo indeterminato. More “eventi meteo” è invocabile dal datore di lavoro laddove le suddette temperature risultino superiori a 35° centigradi”.
Tuttavia, anche se il termometro segna una temperatura inferiore, è possibile chiedere l’intervento della cassa integrazione “qualora entri in considerazione la valutazione anche della temperatura cosiddetta “percepita”, che è più elevata di quella reale.”
Leggi anche:
Caldo record e cassa integrazione: approvato il Decreto Legge