Obbligo di vaccinazione imposto dallo Stato: la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo

Obbligo di vaccinazione imposto dallo Stato: la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo
(foto Shutterstock)

L’obbligo non viola il diritto al rispetto della vita privata. La sentenza fissa principi importanti e permette di ragionare in modo più ampio sui riflessi della mancata vaccinazione sui rapporti di lavoro

Il fatto

Il caso esaminato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (chiamata anche Corte EDU) riguardava l’obbligo esistente in Repubblica Ceca di vaccinare i bambini contro alcune malattie ben note alla scienza medica.
Alcuni genitori, che si erano rifiutati di sottoporre i propri figli alla vaccinazione obbligatoria, erano stati multati o si erano visti negare l’ammissione dei bambini alla scuola materna. Si erano allora rivolti alla Corte EDU, lamentando la violazione del diritto al rispetto della vita privata, protetto dall’art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Gli Stati possono imporre la vaccinazione obbligatoria? Possono inoltre prevedere conseguenze per chi non rispetta l’obbligo?

La sentenza di cui parliamo in questo articolo – depositata lo scorso 8 aprile 2021 fissa principi importanti in tema di obbligo vaccinale imposto dallo Stato, in un periodo di acceso dibattito sui vaccini contro il Covid-19, e permette un ragionamento più ampio sui riflessi che la mancata vaccinazione può avere sui rapporti di lavoro.

La decisione della Corte EDU

La Corte EDU ha stabilito che l’obbligo di vaccinazione deciso dallo Stato per la tutela della salute pubblica non viola l’art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che garantisce il diritto al rispetto della vita privata (sentenza Vavřička e altri contro Repubblica Ceca).

La vaccinazione obbligatoria, essendo un trattamento medico involontario, rappresenta un’interferenza con l’integrità fisica e quindi riguarda il diritto al rispetto della vita privata. Tuttavia, l’obbligo di vaccinazione imposto dalla Repubblica Ceca, fortemente voluto dalle autorità mediche, persegue il legittimo obiettivo di tutela della salute pubblica e individuale; ed è coerente con l’obiettivo di proteggere tutti i bambini contro malattie gravi attraverso la vaccinazione o, per chi non può riceverla per ragioni mediche, grazie all’“immunità di gregge”.

Considerate le finalità legittime perseguite dallo Stato, nel caso esaminato la Corte EDU ha ritenuto proporzionate le misure applicate nei confronti delle famiglie che si erano rifiutate di far vaccinare i figli. Infatti, la multa inflitta a un genitore non era stata eccessiva. Mentre la mancata ammissione dei bambini non vaccinati alla scuola materna era stata una misura preventiva a tutela della salute della collettività, più che punitiva, e comunque limitata nel tempo (i bambini, infatti, erano poi stati ammessi alla scuola primaria a prescindere dal loro status vaccinale).

Le misure adottate, pertanto, potevano essere considerate necessarie in una società democratica.

 

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