Il Recovery Fund (tecnicamente “piano Next Generation EU”) è lo strumento con cui l’Unione Europea ha risposto alle gravissime ripercussioni economiche causate dal crisi pandemica da Covid-19. È un piano di sostegno alle riforme dei singoli paesi membri dell’UE, che porta in dote oltre 750 miliardi di euro.
L’Italia è il Paese a cui è destinata la maggior parte delle risorse, circa 200 miliardi di euro.
Il 30 aprile 2021 il Governo italiano ha presentato all’Unione Europea il proprio Recovery Plan, il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, nel quale sono descritte tutte le riforme con cui il Paese intende investire le risorse di 200 miliardi elargite dal fondo europeo.
Il Piano del Governo italiano, coerentemente con le indicazioni europee, si suddivide in 6 “Missioni”:
Secondo le intenzioni del Governo, il piano deve concludersi entro il 2026 e garantire un aumento del 3% dell’occupazione e di almeno il 3,6% del PIL in più rispetto all’andamento tendenziale.
Gli interventi per il lavoro all’interno del piano ammontano a circa 6,6 miliardi di euro in totale. Vanno dalla riforma dei centri per l’impiego, a un nuovo coordinamento tra scuola, università e impresa, alla lotta alla disparità di genere.
Per quanto riguarda le politiche attive del mercato del lavoro, il Governo si impegna ad introdurre un sistema unico di sostegno all’occupazione e al reddito (NASpI e Reddito di cittadinanza). In tale scenario, è previsto il rafforzamento dei Centri per l’impiego, anche attraverso un più efficace coinvolgimento delle società e degli enti pubblici.
Quanto all’occupazione giovanile, è prevista la riforma dell’apprendistato duale (formazione e lavoro) e l’estensione ad un sempre maggior numero dei beneficiari che possono accedere al servizio civile, attraverso un “innalzamento della qualità dei programmi e progetti”.
Viene, inoltre, riaffermata l’importanza della formazione professionale, attraverso l’implementazione del Fondo nuove competenze.
Un particolare focus è dedicato allo sviluppo delle competenze “digitali, tecniche e scientifiche” che, secondo il piano, “miglioreranno la mobilità dei lavoratori e forniranno loro le capacità di raccogliere le future sfide del mercato del lavoro”.
Come dimostrano le più recenti statistiche l’Italia è tra gli ultimi posti in Europa per quanto riguarda il divario salariale tra uomini e donne.
Uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza è di ridurre questo gender gap, attraverso politiche di sostegno al lavoro e all’impresa femminile, intervenendo in modo strutturale. Innanzitutto, con una profonda riforma degli strumenti di sostegno all’occupazione femminile. Per quanto riguarda l’“imprenditoria femminile” il Governo intende adottare una “strategia integrata di investimenti di carattere finanziario e di servizi di supporto”. Infine, per tenere monitorata la situazione occupazionale e reddituale, sarà introdotto un “Sistema nazionale di certificazione della parità di genere”.