Cassa integrazione 2022: le novità per le aziende
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Cassa integrazione 2022: le novità per le aziende

Cassa integrazione 2022: le novità per le aziende

Intro  

Con la legge di bilancio per il 2022 il Governo ha introdotto importanti modifiche al decreto legislativo 148 del 2015 che disciplina gli ammortizzatori sociali. La cosiddetta Riforma Orlando ha confermato in modo strutturale e definitivo alcune novità già previste dalla normativa emergenziale.  

Una su tutte: da gennaio 2022 gli ammortizzatori sociali sono una misura universale e ne hanno diritto tutti i lavoratori, anche quelli alle dipendenze di una azienda con un solo lavoratore. Altra novità: cassa integrazione anche per gli apprendisti e i lavoratori a domicilio. 

 

Quale ammortizzatore sociale per le aziende con un solo dipendente?  

A partire dal 1° gennaio 2022 anche le aziende più piccole, fino a cinque dipendenti, che prima erano escluse dall’ambito di applicazione, possono usufruire degli ammortizzatori sociali.  

In particolare, per queste aziende, fuori dall’ambito di applicazione della cigo e dei fondi bilaterali, l’ammortizzatore sociale è il FIS, il Fondo di Integrazione Salariale 

 

Quali sono i costi degli ammortizzatori sociali?  

La previsione di un sistema universale di ammortizzatori sociali, a favore anche dei dipendenti delle aziende più piccole, significa che, dal 1° gennaio 2022, tutte le aziende devono versare il contributo mensile ordinario per le misure di sostegno al reddito.  

Il contributo è calcolato sulle retribuzioni utili ai fini previdenziali. Per la cigo sono previste 4 percentuali, 1,7%, 2%, 3,3%, e 4% a seconda della dimensione aziendale e del settore di appartenenza.  

Per il FIS è pari allo 0,5% per i datori di lavoro che, nel semestre precedente, abbiano occupato mediamente fino a cinque dipendenti; pari allo 0,8% per i datori di lavoro che nel semestre precedente abbiano occupato mediamente più di cinque dipendenti.  

Oltre a questi contributi ordinari, le aziende devono versare il contributo addizionale nel caso in cui facciano richiesta dell’ammortizzatore. 

 

Quanto durano gli ammortizzatori sociali?  

Per le aziende che hanno diritto al FIS: se hanno fino a 5 dipendenti, 13 settimane nel biennio mobile; con più di 5 lavoratori, 26 settimane per le aziende. ; Per le aziende che accedono alla cigo: 13 settimane, con possibile proroga trimestrale, fino ad un massimo di 52 settimane in 2 anni, se intervallate da periodi di attività lavorativa.  

La durata è sempre riferita alla singola unità produttiva interessata dalla sospensione o dalla riduzione. In entrambi i casi, la domanda per richiedere l’intervento dell’ammortizzatore sociale deve essere presentata entro al massimo il 15mo giorno successivo alla sospensione o alla riduzione dell’attività. 

 

Quanti giorni bisogna aver lavorato per accedere agli ammortizzatori sociali?  

Inizialmente erano 90 giorni. La Riforma Orlando ha abbassato tale limite a 30 giorni di anzianità lavorativa, da conteggiarsi alla data di presentazione della domanda e con riferimento all’unità produttiva interessata dalla sospensione dell’attività.  

Il Ministero del Lavoro, con la circolare numero 1 del 2022 ha precisato che si devono considerare “le giornate di effettiva presenza al lavoro a prescindere dalla tipologia di orario di lavoro svolto” e vanno ricomprese anche le giornate di sospensione dall’attività lavorativa derivanti dalla fruizione di ferie, festività, infortuni e maternità. 

 

Quali sono i nuovi importi degli assegni?  

I lavoratori in cassa non percepiscono lo stesso stipendio di quando lavorano effettivamente. La riforma cancella i due diversi scaglioni di riferimento -cosiddetti “massimali” – per determinare l’importo dell’integrazione salariale.  

Sparisce lo scaglione più basso di 998,18 euro e rimane esclusivamente quello attualmente fissato a 1.199,72 euro: questa è la somma massima che, indipendentemente dallo stipendio percepito, può ricevere un lavoratore in cassa tutto il mese a zero ore.