Coronavirus, come lo stanno affrontando le aziende

(foto Shutterstock)

Le imprese italiane contrastano il rischio contagio attraverso smart working, chiusure, sospensione di trasferte ed eventi

Anche le imprese si stanno mettendo ai ripari per contrastare la diffusione del Coronavirus – entrato in modo aggressivo in Italia la seconda metà di febbraio, come d’altronde era stato previsto dai virologi le scorse settimane – attenendosi alle indicazioni e ai protocolli divulgati dalle autorità pubbliche. 

L’emergenza sanitaria si sta ripercuotendo a tutti i livelli della società e vede nelle principali regioni coinvolte (Lombardia, Veneto, Emilia e Piemonte), ma non solo, la messa in atto di provvedimenti per circoscrivere i focolai limitando aggregazione e mobilità, come la chiusura di scuole e università, lo stop a manifestazioni pubbliche, attività ludico-sportive e religiose.

In Italia, terzo paese al mondo per numero di contagi, la
tutela della salute diventa una necessità anche nel mondo del lavoro per garantire la sicurezza pubblica ed evitare che l’epidemia dilaghi a macchia d’olio. Con questa finalità, alla luce degli oltre 400 contagiati e 12 deceduti, numero purtroppo destinato a crescere ancora, le imprese hanno adottato delle misure eccezionali per gestire l’emergenza.

Si va dalla chiusura temporanea dell’attività al lavoro da casa, attraverso smart working e telelavoro, al blocco delle trasferte, al divieto d’ingresso nei luoghi di lavoro per chi proviene dalle zone focolaio; all’annullamento di fiere ed eventi, alla condivisione di linee guida del Ministero della Salute e dell’Iss sui comportamenti e sulle norme igieniche da rispettare per prevenire la diffusione del virus.

Ecco un po’ di casi in dettaglio.

UNICREDIT

La banca sta spingendo sullo smart working. I dipendenti che lavorano, vivono o hanno visitato le zone interessate dal fenomeno negli ultimi 14 giorni sono stati invitati a rimanere a casa lavorando da remoto o in permesso retribuito. La stessa richiesta è stata rivolta anche a chi ha situazioni di salute complesse e ai pendolari che viaggiano in zone vicine ai focolai.

Oltre a questo, sono stati ridotti al minimo viaggi e trasferte, e chiusi gli spazi comuni come mense, palestra e asilo nido a Milano e Cologno Monzese. Vengono distribuiti internamente kit preventivi anti-contagio ed è stato predisposto un sistema di controllo della temperatura dei dipendenti all’entrata delle torri di Piazza Gae Aulenti a Milano.

UNILEVER (Casalpusterlengo, Lodi)

Sono state bloccate le attività nell’unità di Unilever dov’era impiegato l’uomo di 38 anni contagiato dal coronavirus, dove dal 21 febbraio sono stati attivati i protocolli ministeriali per gestire l’emergenza. Sottoposti ai controlli sanitari tutti i dipendenti e chiusa la mensa.

ZUCCHETTI (Lodi)  

Per assicurare la continuità dei servizi e tutelare la salute dei collaboratori, Zucchetti ha consentito il telelavoro da casa per le persone delle sedi di Lombardia, Veneto e Torino. Sono state date indicazioni di prevedere videoconferenze e call telefoniche al posto di incontri e appuntamenti di persona.

MAE (Fiorenzuola d’Arda, Piacenza)

Sottoposti a tampone i circa 70 lavoratori dell’azienda dove lavora il manager rientrato dalla Cina il 21 gennaio, che sarebbe potuto essere il paziente zero (ma risultato poi negativo al test), con cui era venuto a contatto il dipendente lodigiano contagiato dal coronavirus. L’azienda era stata chiusa in via precauzionale.

ENI, ENEL

Anche Eni (San Donato Milanese, Milano) ed Enel hanno fatto richiesta ai dipendenti di rimanere a casa lavorando da remoto, qualora lavorino, vivano o abbiano visitato le aree del contagio negli ultimi 14 giorni.

Enel ha inoltre previsto lo smart working per chi lavora in qualsiasi sede in cui «si sia a conoscenza di un contatto diretto avvenuto, anche fuori dal contesto lavorativo, tra un collega e una persona risultata positiva al virus».

INTESA SAN PAOLO

Chiuse le filiali di Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo, San Fiorano (Lodi) e Vo’ Euganeo (Padova), nelle quali però sono in funzione gli sportelli ATM.

SAIPEM, SNAM (San Donato Milanese, Milano)

Saipem, azienda controllata da Eni, ha aperto allo smart working per i dipendenti residenti a Codogno, Casalpusterlengo e Castiglione d’Adda.

Anche Snam ha deciso a scopo precauzionale di consentire a tutti i dipendenti residenti e domiciliati in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto di lavorare in smart working da casa per tutta la settimana, salvo le eccezioni utili a garantire la normale operatività della società.

I dipendenti residenti nelle zone focolaio saranno in smart working o in permesso retribuito per il tempo necessario. Inoltre l’azienda ha istituito un team interfunzionale, in contatto con le autorità, perché informi i colleghi sull’evolversi della situazione e dia loro supporto. 

ASSICURAZIONI GENERALI, BANCA D’ITALIA

Le Assicurazioni Generali di Mogliano Veneto (Treviso) hanno chiesto ai dipendenti che provengono dalle “zone rosse” interessate da ordinanze, o hanno avuto dei contatti potenzialmente pericolosi, di rimanere a casa.

Banca d’Italia ha invitato i manager a concordare eventuali periodi di telelavoro di 20 giorni per i dipendenti che ritornano in Italia dai paesi limitrofi alla Cina (Thailandia, Vietnam, Cambogia e Singapore). E ha sospeso anche le assemblee per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei bancari in Veneto.

GRUPPO VERITAS (Venezia)

Il gruppo, che si occupa di servizi idrici e ambientali, ha chiesto ai cittadini di preferire call center e sportelli online agli sportelli fisici, ai quali ricorrerre solo in casi estremi.

ETRA (Padova)

Dal 24 febbraio la multiutility Etra ha chiuso al pubblico tutti gli sportelli nelle aree rosse e in quelle adiacenti fino a data da destinarsi, in via cautelativa. Sono comunque operativi servizi telefonici e online.

HEINEKEN, LUXOTTICA, ZAMBON

Heineken di Sesto San Giovanni, Luxottica e Zambon di Milano hanno chiesto ai dipendenti di lavorare da casa in smart working, nei limiti del possibile.

Gli stabilimenti Luxottica di Belluno e Treviso hanno invitato i dipendenti domiciliati nei comuni oggetto di restrizioni, che lavorano, vivono o hanno visitato zone interessate dal fenomeno negli ultimi 14 giorni, a informare il proprio responsabile in via precauzionale.

ARMANI, TOD’S, GUCCI

 Oltre alla scelta di sfilare a porte chiuse durante la Milano Fashion Week, Armani ha scelto di chiudere per una settimana gli uffici di Milano e le sedi produttive in Lombardia, Emilia, Veneto, Trentino e Piemonte, senza trattenere le ferie ai dipendenti, richiedendo reperibilità ai manager.

Smart working e trasferte limitate per Tod’s e Gucci, con riferimento alla sede di Milano.

ASSIMOCO, HENKEL, TIM, WIND TRE, SKY

Ai dipendenti che devono usare mezzi pubblici per raggiungere il luogo di lavoro in Assimoco, Henkel, Tim e Wind Tre è stato chiesto di lavorare da remoto.

Anche Sky sulla stessa linea d’onda, con eccezioni per chi svolge attività fondamentali per la «continuità operativa».

Tim ha sospeso gli interventi tecnici non urgenti in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, mentre quelli non rinviabili verranno gestiti in sicurezza. Nelle stesse regioni è stato favorito lo smart working per limitare gli spostamenti.

VODAFONE

Anche Vodafone ha intensificato le misure di controllo e prevenzione, sospendendo le trasferte e chiedendo ai dipendenti di una sede periferica di Milano in cui ha lavorato un consulente residente a Codogno, di lavorare in smart working fino al 26 febbraio. 

ARCELORMITTAL

Al fine di tutelare la salute dei dipendenti, ArcelorMittal ha chiesto ai suoi lavoratori residenti a Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo e Codogno o a quelli che si siano recati o abbiano avuto frequentazioni con la popolazione delle zone di contagio negli ultimi 14 giorni, di prestare l’attività professionale dalla propria abitazione, lasciare il luogo di lavoro ed evitare contatti sociali.
Sospese le trasferte verso molte aree asiatiche.

TRENITALIA

Trenitalia ha installato nei treni dispenser disinfettanti per mani e fornito il personale di equipaggiamento protettivo, mascherine con filtro e guanti monouso. Ha poi potenziato le attività di pulizia disinfettanti nei treni e diffuso le linee guida del ministero.

RAI, MEDIASET

La radiotelevisione italiana ha vietato a giornalisti e operatori che sono stati nelle zone rosse di accedere alla redazione per 14 giorni.
Mediaset ha previsto tamponi di controllo per giornalisti e operatori inviati nelle aree dei focolai.

ZURICH

Nonostante l’assenza di contagiati tra i dipendenti, la compagnia assicurativa ha invitato allo smart working i dipendenti di Milano, Brescia, Modena, Rimini, Padova e Torino. Stop ai viaggi all’estero e in Italia nelle regioni a rischio.

LEONARDO E PIRELLI

Hanno chiuso alle trasferte nazionali e internazionali.

RIPERCUSSIONI

L’incognita più grande ora sarà la durata dell’epidemia, che sola rivelerà il costo in termini di vite umane e, in relazione al mondo del lavoro, di ripercussioni sulle attività economiche del Paese.

I primi settori a subire il contraccolpo riscontrando da subito delle difficoltà sono stati quelli legati a turismo, ristorazione, accoglienza e trasporti, ma il prolungarsi della situazione metterà in sofferenza molti altri comparti.

«È ancora presto per fare un bilancio dei danni del Coronavirus sull’economia italiana, – ha detto Licia Mattioli, Vice presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria – ma è importante essere consapevoli che queste ripercussioni andranno a innestarsi su uno scenario economico già in difficoltà. Guardando in particolare al settore del lusso, è indubbio che gli impatti saranno significativi. Basta pensare che i consumatori cinesi rappresentano circa il 33% delle vendite dei turisti in Italia».

MISURE PER AIUTARE LE IMPRESE

Nel frattempo, la gestione dell’emergenza sta realizzando un test di smart working nel pubblico e nel privato di enorme portata, che, per le attività esternalizzabili, permetterà di mantenere la produttività lontano dai rischi di contagio; e come misura urgente prevista dal governo, sarà attuabile nelle aree a rischio anche senza un accordo tra datore e dipendente, fino a data da destinarsi.

Nelle imprese con sede nei comuni oggetto di ordinanze restrittive verrà applicata la cassa integrazione ordinaria. In fase di studio l’applicazione di tutele anche per aziende con meno di 6 dipendenti.
Verranno sospese tutte le scadenze come bollette, imposte, rate dei mutui, contributi.
Allo studio un’indennità per i lavoratori autonomi. Nel caso di danno accertato sarà previsto un contributo alle imprese.

 

 

 

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