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Coronavirus

La pandemia da Coronavirus ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere e di lavorare. In questa sezione troverai tutti gli articoli e gli aggiornamenti sul tema, scritti dai nostri esperti in diritto del lavoro.

Coronavirus: scopri tutti i nostri articoli dedicati

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Dallo sdoganamento dello smart working (con alcune varianti specifiche come il south working), che ha portato a una vera e propria rivoluzione professionale, fino a cambiamenti radicali nell’intero mercato del lavoro, come il fenomeno delle “grandi dimissioni”, che ha spinto numerosi italiani alla ricerca di nuove sfide professionali.

Coronavirus: definizione

In generale, il termine "coronavirus" allude a una famiglia di virus che possono causare malattie negli animali e negli esseri umani. Nello specifico, il coronavirus responsabile della pandemia globale che ha avuto inizio alla fine del 2019 è chiamato "SARS-CoV-2", e la malattia che provoca è denominata "COVID-19" (Coronavirus Disease 2019).

La pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla salute pubblica e sull'economia globale, portando a misure di distanziamento sociale, lockdown e sforzi intensi per sviluppare vaccini e trattamenti efficaci contro la malattia.

La pandemia da Coronavirus ha avuto un impatto significativo sul nostro modo di lavorare, portando a un aumento dell'adozione del già citato "smart working", il cosiddetto "lavoro agile", che sfrutta le nuove tecnologie per consentire ai dipendenti di svolgere le proprie attività lavorative in luoghi diversi dal tradizionale ufficio, spesso da casa o da luoghi remoti. 

Coronavirus e contagio sul luogo di lavoro

Sin dai primi mesi di diffusione della pandemia in Italia, l’INAIL ha riconosciuto il contagio da COVID sul luogo di lavoro come “infortunio professionale". Nello specifico, per gli operatori sanitari e coloro che svolgevano lavori a contatto con l’utenza era possibile applicare una “presunzione” di origine professionale del contagio. 

Tuttavia, successive raccomandazioni hanno chiarito che il medico curante dovesse comunque svolgere l’iter ordinario di accertamento dell’origine lavorativa del contagio, prendendo in considerazione anche le cosiddette “prove contrarie”: tra queste rientravano l’eventuale presenza di altri contagiati nel nucleo familiare, il rischio concreto di contagio sulla base dell’effettiva esposizione del lavoratore e le modalità di raggiungimento del luogo di lavoro.

Sebbene la pandemia sia ufficialmente terminata nel 2023, le conseguenze dirette e indirette del Coronavirus sul mercato del lavoro sembrano essere ancora presenti.