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Supporto per la formazione e il lavoro

Il Governo italiano offre una varietà di bonus e sussidi per aiutare i cittadini che si trovano in situazioni difficili, ad esempio coloro che non riescono a raggiungere un reddito sufficiente per vivere in modo dignitoso. Dal 1° gennaio 2024 è in vigore il nuovo reddito di cittadinanza: l’assegno di inclusione. La platea di beneficiari, però, è più ristretta rispetto a prima e quindi lo Stato ha previsto un nuovo sussidio: il supporto formazione e lavoro.

Supporto alla formazione e al lavoro: definizione 

Il supporto alla formazione e al lavoro è una nuova misura di attivazione al lavoro. Come suggerisce il nome, si tratta di un beneficio offerto per sostenere le persone nella ricerca di un lavoro. Di conseguenza, per riceverla, è necessario partecipare ai corsi di formazione e accettare le offerte di lavoro proposte durante la fase di orientamento e accompagnamento al lavoro, sempre nel rispetto delle normative stabilite. 

Chi partecipa ai percorsi riceve un’indennità di 350 euro al mese. I soldi vengono versati direttamente dall’Inps per tutto il periodo di adesione, ma c’è un limite di tempo: è possibile ricevere l’indennità per un massimo di 12 mesi.

Supporto per la formazione e il lavoro: requisiti

Chi ha diritto a ricevere questa misura? I beneficiari sono tutte quelle persone abili al lavoro (informalmente definite “occupabili”) che quindi non hanno i requisiti per accedere all’assegno di inclusione ma si trovano comunque in una situazione di povertà. In particolare, possono richiederlo i cittadini tra i 18 e i 59 anni con un Isee familiare in corso di validità che non superi una certa soglia.

Fare la domanda è semplice e non richiede molto tempo: la procedura, infatti, è del tutto simile a quella per richiedere anche altri bonus Inps.

I passaggi principali da seguire sono due:

  • presentare domanda all’Inps 
  • iscriversi al Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL).

La domanda all’Inps può essere presentata direttamente online, accedendo alla propria area personale. Oppure, per chi non si sentisse sicuro con i mezzi informatici, si può ricorrere all’aiuto di un professionista abilitato, ad esempio a un patronato. A partire dall’1 gennaio 2024, poi, è possibile rivolgersi anche ai centri per l’assistenza fiscale (caf).