Lavoratore positivo al Covid-19: la procedura per rientrare in servizio

Lavoratore positivo al Covid - la procedura per rientrare in servizio
(foto Shutterstock)

Il Ministero della Salute ha aggiornato la procedura per il rientro in azienda dei lavoratori che sono stati assenti per contagio da Covid-19 o contatto stretto con un positivo

Con la circolare del 12 aprile 2021 il Ministero della Salute ha indicato le modalità e la procedura da seguire per riammettere in servizio i lavoratori rimasti assenti dal lavoro per contagio (diretto o indiretto) da Covid-19. La nuova circolare disciplina tutte le ipotesi più frequenti: dal caso più grave del ricovero ospedaliero, all’isolamento sintomatico in casa, dal positivo asintomatico fino al cosiddetto “lavoratore positivo a lungo termine”. In ogni caso, per il rientro al lavoro è necessario effettuare un tampone con risultato negativo.
Nel  documento è presente poi un’importante precisazione: la mancata percezione del gusto (anosmia) o dell’olfatto (ageusia) non sono considerati sintomi da prendere in considerazione per il rientro al lavoro.
Vediamo nel dettaglio tutti i casi.

Lavoratori positivi con sintomi gravi e ricovero

La prima ipotesi riguarda i lavoratori che sono stati assenti a causa di un’infezione grave della malattia, hanno manifestato una polmonite o un’infezione respiratoria acuta grave, o che sono stati ricoverati in terapia intensiva. Per questi lavoratori il rientro al lavoro è ammesso con presentazione della certificazione di avvenuta negativizzazione, tramite tampone con esito negativo.

Per i lavoratori che sono stati ricoverati in terapia intensiva è obbligatoria la visita del medico competente prima della ripresa del servizio, “al fine di verificare l’idoneità alla mansione”, perché secondo le indicazioni del Ministero della Salute questi lavoratori potrebbero accusare “una ridotta capacità polmonare”.

Lavoratori positivi sintomatici

Questa seconda categoria comprende tutti i lavoratori che hanno contratto l’infezione da Covid-19 con sintomi lievi e che, durante l’assenza dal lavoro, non hanno sviluppato un’infezione respiratoria grave né una polmonite, e non sono stati ricoverati

I lavoratori assenti per contagio sintomatico lieve possono quindi rientrare al lavoro dopo 10 giorni dall’insorgenza dei sintomi e dopo 3 giorni dalla scomparsa dei sintomi.
Per la riammissione in servizio è richiesto un tampone molecolare negativo.

Lavoratori positivi asintomatici

I lavoratori positivi asintomatici rappresentano il caso in cui i dipendenti siano risultati positivi a un tampone, ma non abbiano mai sviluppato i sintomi dell’infezione. In questa ipotesi è possibile rientrare al lavoro dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, previo test molecolare con risultato negativo.

La circolare precisa poi che questi dipendenti (positivi e asintomaci), nel caso in cui convivano con un soggetto ancora positivo, non si considerano “contatti stretti” ai fini della riammissione in servizio, a condizione che vengano rispettate tutte le condizioni indicate.

Lavoratori positivi a lungo termine

I lavoratori positivi a lungo termine continuano a risultare positivi al test molecolare per SARS-CoV-2 senza avere sintomi da più di una settimana. Possono rientrare in servizio a condizione che siano trascorsi più di 21 giorni dalla comparsa dei sintomi, e che questi ultimi siano scomparsi da almeno una settimana. Anche in questo caso, il rientro in servizio è condizionato dall’invio della certificazione di essersi sottoposti a tampone molecolare o antigenico con esito negativo.

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