Il nuovo protocollo per la sicurezza in azienda contro il Covid-19

Il nuovo protocollo per la sicurezza in azienda
(foto Shutterstock)

Il 6 aprile 2021 è stato firmato il protocollo per la sicurezza e la prevenzione del contagio all’interno dei locali aziendali. Tutti gli obblighi per l’azienda e i lavoratori nel nuovo contesto epidemiologico

Continua la collaborazione tra il Governo, le sigle sindacali e le associazioni datoriali per permettere la ripresa e la continuazione delle attività produttive in un contesto lavorativo di massima sicurezza. All’inizio della pandemia, sono stati sottoscritti due protocolli: il primo in data 14 marzo e il secondo, che lo ha sostituito, del 24 aprile 2020. Queste iniziative hanno rappresentato un contributo fondamentale per lo svolgimento in sicurezza dell’attività lavorativa. Sulla base di queste indicazioni, le singole aziende hanno poi adottato dei propri protocolli interni, a seconda delle specificità di ogni contesto.

Dopo un anno, tutte le parti hanno avvertito la necessità di aggiornare il protocollo del 24 aprile, in virtù di un nuovo contesto epidemiologico, una maggiore consapevolezza, e l’introduzione di nuove misure anti-contagioIl 6 aprile 2021 è stato così firmato il nuovoProtocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro”

L’obiettivo rimane quello di “coniugare la prosecuzione delle attività produttive con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e delle modalità lavorative.”

L’individuazione e l’attuazione delle misure per il contenimento del rischio di contagio avviene con la collaborazione tra il datore di lavoro, il medico competente, il responsabile dei lavoratori per la sicurezza e il responsabile sicurezza, prevenzione e protezione. Inoltre, all’interno dell’azienda è istituito un comitato, composto dal medico competente, dal responsabile per la sicurezza e dalle rappresentanze sindacali, con il compito di verificare l’applicazione delle misure previste dal protocollo. Se il comitato non viene costituito, tali compiti spettano ad un comitato territoriale. 

Gli obblighi dell’azienda e dei lavoratori

A carico dell’azienda ci sono dei precisi obblighi di informazione. Il protocollo anticontagio deve essere portato a conoscenza di tutti i lavoratori, e il datore deve accertarsi che tutti ne abbiano compreso l’importanza. Sotto questo aspetto, è fondamentale che il lavoratore sappia che ha l’obbligo di rimanere a casa in caso di febbre oltre 37,5° e che deve abbandonare i locali aziendali in caso di sopravvenienza di sintomi influenzali. Rimane ferma la possibilità del controllo della temperatura corporea prima di accedere ai locali aziendali.

Smart working

Per quanto riguarda l’organizzazione del contesto produttivo, il protocollo suggerisce il “massimo utilizzo” dello smart working e la possibile chiusura di reparti in cui è ammesso il lavoro da remoto. 

Turni e orari

Con riferimento ai turni di lavoro, è consigliabile adottare una turnazione tale da evitare assembramenti e contatti, e “creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili” al fine di un eventuale tracciamento del contagio. 

È consigliata l’adozione di orari di ingresso e uscita scaglionati e, se possibile, con luoghi diversi per l’accesso e l’uscita. Le trasferte, nazionali e internazionali, sono consentite, ma l’azienda, assieme al medico competente, deve tenere in considerazione il contesto epidemiologico di destinazione.

Pulizie in azienda

L’azienda deve pulire quotidianamente i locali e deve procedere regolarmente alla sanificazione. Pulizia di tutti gli strumenti e delle attrezzature di uso promiscuo alla fine di ogni turno. In caso di accertato contagio in azienda, i locali devono essere obbligatoriamente sanificati.

Obbligo di mascherine

Obbligo di mascherine (chirurgiche o con livello superiore di protezione), tranne nei casi in cui il lavoro avvenga in condizioni di isolamento.

Riunioni interne e permanenza nei locali comuni

Le riunioni interne sono vietate, tranne che per ragioni di urgenza e necessità: in tal caso devono essere limitate al tempo strettamente necessario e devono essere adottate tutte le precauzioni anticontagio (distanziamento, mascherine, locali aerati).

La permanenza nei locali comuni (spogliatoi, mensa, servizi igienici, ecc) deve essere limitata allo stretto necessario e, in ogni caso, senza creare alcun assembramento.

Lavoratore con febbre o sintomi influenzali

Nel caso in cui un lavoratore, all’interno dell’azienda, abbia una temperatura corporea superiore a 37,5° o presenti sintomi influenzali, lo “deve dichiarare immediatamente”.  Il lavoratore, se non dotato, deve essere prontamente dotato di mascherina chirurgica e posto in isolamento. Il datore avverte subito le autorità sanitarie e il medico competente per organizzare l’accompagnamento al domicilio del dipendente, in modo da evitare contatti con gli altri colleghi.

Riammissione in servizio del lavoratore

Infine, la riammissione in servizio del lavoratore, contagiato o che è stato a contatto con persone risultate positive, avviene secondo le indicazioni del Ministero della Salute.

 

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