Dopo 8 mesi in positivo, a fine estate cala la fiducia delle famiglie e delle imprese

Salvadanaio con mascherina
(foto Shutterstock)

Il dato emerge dalla rilevazione mensile dell’Istat, che ad agosto evidenzia un’inversione di tendenza. Pesa, forse, l’introduzione del Green Pass e il timore sulla tenuta dell’occupazione

Scende l’indice del clima di fiducia delle imprese (da 115,9 a 114,2) e dei consumatori (da 116,6 a 116,2). Ad agosto 2021 infatti, dopo 8 mesi di trend positivo che durava quasi dall’inizio dell’anno, l’Istat stima una diminuzione che segna un’inversione di tendenza. Tra le possibili cause i dubbi sull’effetto del Green Pass e sulla tenuta dell’occupazione.

Fiducia in discesa in tutti i comparti, meno il commercio al dettaglio

Le stime dell’Istat vengono elaborate mensilmente sulla base di nove domande mirate a valutare  l’ottimismo/pessimismo di consumatori e imprese. A partire dai risultati, si definiscono gli indici.

Riguardo ai consumatori, il lieve calo rilevato nel mese di agosto è la sintesi di variazioni eterogenee tra le sue componenti. «In particolare» spiega l’Istat in una nota, «la componente personale scende da 112,2 a 110,8 e quella futura da 123,5 a 122,5 mentre il clima economico aumenta da 129,6 a 132,4 e quello corrente rimane sostanzialmente stabile (da 111,9 a 112,0)».

Quanto alle imprese, la rilevazione stima un calo della fiducia in tutti i comparti dell’industria oggetto di rilevazione. L’indice scende nella manifattura da 115,2 a 113,4; nelle costruzioni da 158,6 a 153,8 e nei servizi da 112,1 a 111,8. Fa eccezione il commercio al dettaglio, l’unico dove l’indice è in aumento (da 111,3 a 113,9).

Nell’industria manifatturiera peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le aspettative sulla produzione. Le scorte sono giudicate in accumulo. L’aria di crisi sembra avvolgere soprattutto il comparto dell’edilizia, dove tutte le componenti dell’indice sono in peggioramento.

Servizi di mercato in recupero, costruzioni in crisi

In relazione ai servizi di mercato, i giudizi sugli ordini e quelli sull’andamento degli affari segnalano un netto recupero. Le attese sugli ordini sono in decisa diminuzione. «Il quadro complessivo» si legge ancora nella nota dell’istat, «è in miglioramento nel commercio al dettaglio, dove tutte le componenti dell’indice registrano una dinamica positiva». L’istituto di statistica sottolinea anche che, tuttavia, a livello di circuito distributivo questo slancio positivo riguarda solo la grande distribuzione mentre in quella tradizionale l’indice di fiducia scende da 104,6 a 102,0.

Infine, con riferimento al comparto delle costruzioni, si conferma la tendenza già in atto dallo scorso marzo. Infatti, ad agosto cresce la quota di imprese che segnala, quali ostacoli all’attività, la mancanza di manodopera (da 5,5% a 7,5%) e quella di materiali (da 5,1% a 9,0%).

I valori comunque positivi rispetto a gennaio

Nonostante l’inversione di tendenza, tuttavia, i numeri assoluti non destano particolare preoccupazione. Il peggioramento del sentiment di famiglie e imprese rispetto a luglio, infatti, ha portato per ora a differenze percentuali minime, su dati che rimangono positivi. Basti confrontarli con quelli di inizio anno: il clima di fiducia dei consumatori era intorno a 100, quello delle imprese inferiore a 88. Valori, quindi, ben inferiori a quelli attuali.

Tra le possibili cause dello stop agostano, alcuni hanno segnalato l’introduzione del Green Pass, che ha inizialmente causato un certo scompiglio soprattutto nei rapporti di lavoro. Questo potrebbe aver portato le imprese a temere la contrazione di vendite e ordini, e le famiglie ad aver paura del futuro, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione.

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