La tecnologia al servizio degli ispettori, contro lavoro irregolare e criminalità organizzata
Nel biennio 2016-2018 sono stati accertati dall’Inps 93.700 rapporti di lavoro fittizi in agricoltura, numeri impressionanti, che rivelano quella che ormai è una vera e propria piaga sociale che riguarda per il 90% il sud Italia e le isole, ma è in aumento, dal 2011, anche al centro e al nord: il caporalato. Riconosciuto come reato solo in tempi recenti e che significa lavoro in nero, a condizioni disumane, pagato qualche euro l’ora o a cottimoLa misura dello stipendio è collegata ai risultati ottenuti dal lavoratore, ad esempio alla quantità di lavoro prodotto in un tempo prefissato. More.
Per questo il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, in audizione alla Camera il 28 maggio, ha proposto la creazione di una «task force di ispettori Inps che collaborino con forze dell’ordine e magistratura» e un «utilizzo maggiore di strumenti tecnologici come i droni per fare controlli più precisi su appezzamenti e la loro redditività». Proposta quest’ultima, già avanzata nel 2015 dal suo predecessore Tito Boeri. Secondo Tridico, «la situazione è drammatica» e peggiore delle aspettative.
Il caporalato, con 2400 irregolari già scoperti nei primi 5 mesi del 2019, è un problema «di criminalità organizzata, non solo di lavoro irregolare». E l’Inps, ha ammesso, non ha il controllo del territorio in agricoltura, «perché evidentemente c’è una scarsità di risorse importante e gli ispettori attualmente non riescono a essere presenti, anche perché c’è stata anche una loro forte riduzione». In Puglia, ad esempio, «sono solo 90 e non si occupano solo dei controlli in agricoltura, ma anche nell’edilizia, nell’informatica, nei servizi».
I droni, dotati di videocamere ad alta definizione, permetterebbero di fare delle registrazioni in volo sopra le coltivazioni, permettendo così di avere un controllo maggiore della manodopera impiegata e delle irregolarità ad essa collegate. L’utilizzo dei droni, afferma Tridico, «può aiutare a mappare il territorio e quando riscontri un’occupazione inferiore e una redditività maggiore attivi il controllo mandando gli ispettori e la Guardia di Finanza».
Il presidente della Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, sostiene che «l’utilizzo dei droni nei campi può essere utile all’Inps, ma non per arginare il fenomeno del caporalato, anche se forse, più per evitare il proliferare del lavoro fittizio o grigio».
La nascita di una task force potrebbe avere un ruolo importante «purché alle spalle ci sia un’attività di intelligence che segmenti le aziende agricole, concentrando l’attività ispettiva nelle zone più a rischio, tenendo conto di quelle che ad oggi operano nella legalità rispettando le leggi e applicando i contratti».
Necessario quindi evitare «generalizzazioni sull’intero settore che, in passato, ma in realtà ancora oggi, hanno portato ad effettuare accertamenti puramente induttivi, effettuati d’ufficio e non nelle aziende agricole».