E ancora Facebook, Google, Walmart: il mondo dell’impresa si attrezza per scongiurare nuove chiusure prolungate. In Cnn già licenziati tre dipendenti “no vax"
Sono sempre più numerose le grandi società, soprattutto americane, che hanno chiesto ai propri lavoratori di completare il ciclo di vaccinazione anti-Covid. Alcune hanno scelto delle regole che penalizzano chi non vorrà adeguarsi, mentre altre hanno preferito premiare i virtuosi.
Disney ha preso recentemente posizione anche con una nota destinata al pubblico: «I vaccini» si legge «sono il miglior strumento che abbiamo per aiutare a controllare questa pandemia globale e proteggere i nostri dipendenti». La regola vale per tutti, compresi i neoassunti, e ai lavoratori sono stati dati 60 giorni per adeguarsi. Chi è in smart working dovrà farlo entro la data di rientro in azienda. Per il momento la nuova regola si applica solo alle sedi americane della multinazionale, ma non è affatto escluso che venga estesa in un secondo momento.
Ma sono ormai numerose le grandi aziende che si stanno muovendo nello stesso senso. La linea più dura è quella adottata dalla Cnn, dove (riporta l’Ansa), tre dipendenti sono già stati licenziati per essersi presentati al lavoro senza vaccino. Molto più morbida la linea del ceo di Google, Sundar Pichai, che ha reso nota la propria posizione in una lettera allo staff: «Vaccinarsi» scrive «è uno dei modi più importanti per tenere noi e le nostre comunità al sicuro nei prossimi mesi».
Nessuna specifica, però, su come declinare la norma anti covid. In Facebook la vice presidente Lori Goler ha fatto sapere in modo chiaro che, per entrare nelle sedi statunitensi, il vaccino sarà obbligatorio. Ancora, Netflix applicherà la regola solo sul set americano: chiederà infatti agli attori e a coloro che vi lavorano di essere vaccinati. Walmart ha scelto invece la politica del premio: 150 dollari il bonus per chi sceglie di vaccinarsi.
Ha fatto scalpore, in Italia, la lettera ai dipendenti diffusa il 26 luglio da Sterilgarda, uno dei maggiori produttori di latte e succhi di frutta in Italia. La comunicazione, un’informativa ad uso interno, tracciava la linea da adottare da settembre in poi: cambio mansione o, dove non fosse possibile, blocco dello stipendio per chi rifiuta il vaccino. In un secondo momento, tuttavia, l’azienda ha annunciato il dietrofront. L’azione sarà rivolta a sensibilizzare i dipendenti, ma non sono previste misure “punitive” per chi non volesse aderire.