Favorire il benessere organizzativo attraverso la concretizzazione dei valori aziendali

Benessere organizzativo attraverso valori aziendali
(foto Shutterstock)

I temi del benessere aziendale sono oggetto di discussione da molti anni e da qualche tempo anche di attenzione normativa

di Gianluca Spolverato e Marta Manti

 

È stato dimostrato da diversi studi quanto la capacità dell’azienda di diffondere e promuovere il benessere dei collaboratori abbia un forte impatto sull’efficienza e sulla produttività.

Il benessere all’interno di un contesto aziendale può essere letto su tre dimensioni:

  • dimensione valoriale;
  • dimensione organizzativa;
  • dimensione personale.

Dimensione valoriale: il nostro approccio

Ogni azienda è diversa. È frutto di successi, di errori, di cambi di rotta, di intuizioni, di cambi di identità e di nome. E tutti questi elementi la rendono unica. L’azienda oggi è frutto di questo percorso e, per rispettare l’unicità che la contraddistingue, bisogna scavare sotto la superficie e osservare quali sono i valori che meglio la rappresentano.

Nessun percorso di crescita può avere successo se non è basato su valori solidi e condivisi. Non esistono modelli standard, esistono metodi e strumenti che aiutano e accelerano lo sviluppo, ma i contenuti hanno senso solo se guidati dai valori. L’obiettivo finale è quello di definire una carta dei valori che sia capace di guidare lo sviluppo aziendale verso il futuro.

Una volta definita la propria carta dei valori è necessario fare un ulteriore passo. Perché i valori entrino a far parte della cultura aziendale vanno declinati in modo concreto in azioni, comportamenti e regole coerenti. Quali sono, quindi, le regole, i comportamenti, le attitudini e le prassi che incarnano i valori che sono stati definiti?

Non bisogna avere paura di codificare le regole della propria azienda, perché queste definiscono chi siamo nel concreto e quali sono le azioni e i comportamenti che ci identificano come organizzazione. L’obiettivo è quello di definire la propria cultura aziendale che sia capace di orientare e ispirare il comportamento delle persone che fanno parte dell’organizzazione.

Dimensione organizzativa: cosa significa benessere organizzativo?

Per benessere organizzativo si intende la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, il benessere psicologico e quello sociale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che operano al suo interno.

Studi e ricerche sulle organizzazioni hanno dimostrato che le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un “clima interno” sereno e partecipativo.

La motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia delle persone sono tutti elementi che portano a migliorare la salute mentale e fisica dei lavoratori, la soddisfazione degli utenti e, in via finale, ad aumentare la produttività.

Dimensione personale: la felicità al lavoro

È evidente da diverse ricerche in ambito internazionale che la felicità dei dipendenti ha un impatto diretto sul tasso di assenteismo e turnover, sulla produttività e sull’innovazione.

Com’è possibile favorire la “felicità sul lavoro”? 

Ciascuno ha la propria idea di felicità, così come ognuno ha i propri bisogni e le proprie aspirazioni, non c’è dunque una ricetta della felicità, ci sono però alcuni comportamenti che le aziende possono adottare per favorire un ambiente di lavoro felice:

  • promuovere azioni di gentilezza;
  • favorire l’assunzione di persone positive;
  • disincentivare comportamenti negativi;
  • celebrare i successi;
  • celebrare gli errori o comunque non demonizzarli.

In alcune aziende comincia ad operare una figura che rientra in questa dimensione: è il Chief Happiness Officer (CHO) ed è un leader positivo che ha specifiche competenze chiave che servono ad accompagnare la trasformazione positiva di persone, team e organizzazioni. Il suo compito è quello di prospettare e facilitare un approccio alla felicità, quella sostenibile, non come emozione effimera ma come competenza che può essere sviluppata e allenata.

Il CHO è un “complexity thinker” che conosce i principi di funzionamento dei sistemi complessi, sa leggere trend e scenari economici e sociali anticipando futuri possibili, porta la felicità e la positività in azienda come strategia organizzativa e competenza chiave per il raggiungimento degli obiettivi e per un’evoluzione sostenibile, e supporta il cambiamento culturale positivo.

 

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