Piccole Medie Imprese​ italiane tra presente e futuro: le leve per crescere

piccole medie imprese

Le Piccole Medie Imprese​ italiane sono essenziali per l’economia interna. Ma devono affrontare le sfide legate a competenze, talenti, ricambio generazionale, digitalizzazione e governance.

Le Piccole Medie Imprese​ italiane alla prova del futuro 

Le Piccole Medie Imprese​ devono affrontare due sfide fondamentali: competenze ed Innovazione tecnologica

Oltre le grandi aziende, oggi anche le Piccole Medie Imprese​ devono competere per attrarre e tenersi stretti i talenti. E non parliamo solo di chi ha 100 dipendenti: il problema riguarda anche realtà più piccole, con 50, 20 o meno persone. 

In Italia, il 76% dei lavoratori è impiegato in una Piccole Medie Imprese​. Se queste aziende non riescono a trovare personale qualificato, il problema riguarda tutto il sistema economico, non solo la singola impresa.

Una recente indagine di Adecco dice che quasi una Piccola Media Impresa​ su tre (32% circa) fatica ad attrarre talenti. Perché? Nel 32% dei casi perché offre percorsi di crescita meno accattivanti rispetto a una grande azienda; nel 21% perché il brand è poco conosciuto (il giovane ambizioso preferisce mettere nel CV un nome blasonato); nel 19% perché ha meno welfare aziendale e benefit strutturati.

In pratica, le Piccole Medie Imprese​ non sono in grado di offrire gli stessi benefit e le stesse prospettive di carriera di una grande azienda.

Come le Piccole Medie Imprese​ possono trattenere i talenti

Le sfide che devono affrontare le Piccole Medie Imprese​ non riguardano solo l’attrazione dei talenti. C’è anche un problema di engagement, ossia di fidelizzare e trattenere anche i talenti e le persone che già ci sono

La stessa ricerca di Adecco rivela che il 15% delle Piccole Medie Imprese​ non fa nulla per trattenere i dipendenti chiave: niente piani di crescita, né incentivi. Ma senza strategie per valorizzare le persone, la “guerra dei talenti” è persa in partenza. 

Qui l’Intelligenza Artificiale può sembrare un tema distante, ma in realtà gioca un ruolo fondamentale: perché le nuove generazioni di lavoratori, spesso con competenze digitali, vogliono lavorare in imprese che innovano, dove possono usare le tecnologie più avanzate, imparare, crescere in competenze ed esperienza. 

Se un giovane sviluppatore vede che un’azienda utilizza l’IA per migliorare prodotti e processi, sarà più invogliato a entrarci rispetto a un’azienda ferma al secolo scorso. Quindi paradossalmente l’IA, oltre che una sfida, può diventare uno strumento di attrazione dei talenti

Il futuro digitale passa anche dalle Piccole Medie Imprese​

I dati, ancora una volta, aiutano a comprendere meglio queste dinamiche. Negli ultimi anni le Piccole Medie Imprese​ hanno fatto passi avanti:

  • l’accesso alla banda larga ≥ 30 Mbit/s è passato dall’82,8% nel 2022 all’88,8% nel 2024;
  • le connessioni ultraveloci ≥ 1 Gbit/s, però, sono ancora poco diffuse: solo il 18,1% delle Piccole Medie Imprese​ le ha, contro il 35,9% delle grandi aziende;
  • l’accesso da remoto a email, documenti e software aziendali è salito al 76,9% (era 73,2% nel 2022).

Ma i dati mettono anche in evidenza come siano ancora necessarie strategie strutturate finalizzate ad introdurre  modelli organizzativi evoluti (come ad esempio cross fertilization; open innovation; partnership) uniti a processi di innovazione e di digitalizzazione integrati con Intelligenza Artificiale. 

L’adozione di almeno una tecnologia AI tra le Piccole Medie Imprese​ è passata dal 5% nel 2023 all’8,2% nel 2024. Le imprese con 50-99 addetti mostrano un salto: da 5,6% a 14,0%. Se tuttavia si guarda anche ai dati delle grandi aziende, in esse l’uso di AI è salito dal 24,1% al 32,5%.

In sintesi: qualcosa si muove, ma per colmare davvero il divario servono più investimenti, più visione e un salto culturale.

Ripartire dalle persone: il vero valore per le Piccole Medie Imprese​

Cosa cercano i lavoratori oggi? Ce lo dicono le ricerche: opportunità di crescitaflessibilitàequilibrio vita-lavoro, un ambiente stimolante e inclusivo.

Una piccola azienda può offrire tutto ciò, a volte anche meglio di una grande azienda, perché le dimensioni ridotte aiutano sul piano della crescita: nei cambi di ruolo, nella possibilità di fare esperienze diverse crescendo professionalmente, nel prendersi delle responsabilità, a patto che ci siano investimenti in formazione. 

Sul fronte della Flessibilità poi le Piccole Medie Imprese​ possono giocare un ruolo fondamentale in termini di sperimentazione di nuovi modelli organizzativi incentrati sull’orario di lavoro, il lavoro ibrido, magari disegnando il lavoro attorno alle esigenze degli individui, senza trascurare gli obiettivi dell’impresa. 

In molti casi, possono essere più agili e reattive delle grandi multinazionali, spesso frenate da regole e policy rigide. 

Sul versante del Welfare, anche una Piccole Medie Imprese​ può offrire piccoli e grandi benefit: dall’asilo nido, all’assicurazione sanitaria integrativa ai voucher, ma soprattutto può curare l’ambiente di lavoro come una famiglia professionale dove ci si sente accolti e valorizzati.

Piccoli sì, ma strutturati: è qui che nasce il valore delle Piccole Medie Imprese

Per concludere, “piccolo” non vuol dire necessariamente di difficile gestione, ma non deve nemmeno significare “improvvisato”. All’inizio, nella fase di start-up, è normale puntare tutto sulla crescita. Ma col tempo, la creatività da sola non basta più: servono responsabilità, formazione e investimenti per trasformare l’attenzione verso le persone in azioni concrete.

Questo perché le persone sono incentivate a restare in un’azienda dove si sta bene, dove si sente di avere un ruolo, dove si impara. Qui entra in gioco anche la mission aziendale: i Millennials e Gen Z vogliono un lavoro che abbia senso, che sia coerente coi propri valori, che li valorizzi in termini di crescita. 

Una Piccola Media Impresa​, spesso caratterizzata da storie imprenditoriali familiari che attraggono le nuove generazioni, ha il vantaggio del legame con il territorio in cui opera, ma deve saper comunicare questo senso di scopo per trattenerle. 

È proprio questo che può fare la differenza nell’attrarre e motivare le nuove generazioni, anche meglio di una grande multinazionale impersonale.

Piccole Medie Imprese in competizione con le grandi aziende

Non tutte le Piccole Medie Imprese​ hanno risorse per grandi aumenti o per piani di long term incentive oppure per percorsi di formazione caratterizzati anche da piani di assessment. E quando una grande azienda offre il doppio dello stipendio e un pacchetto di benefit e di formazione più strutturati, diventa difficile competere solo con il “clima”, la “famiglia professionale” ed il senso di scopo. 

È per questo che le Piccole Medie Imprese​ possono trovare un giusto sbocco alle difficoltà strutturali facendo rete, mettendosi insieme sfruttando il fatto di operare in specifici distretti industriali per offrire i tipici benefit delle grandi aziende (quali welfare, formazione, tecnologia) senza rinunciare al proprio ruolo di motore dell’economia interna. 

Talenti e innovazione: alle Piccole Medie Imprese​ serve l’aiuto delle istituzioni

In questo scenario oggi anche la politica può fare molto per supportare questa tipologia di imprese, aiutandola ad investire sulle persone

Oggi, fortunatamente, cresce l’attenzione verso il contributo che queste imprese offrono sia a livello nazionale che internazionale così come gli strumenti a disposizione: dagli incentivi per l’imprenditoria giovanile e le start-up, agli incentivi per l’implementazione di modelli di AI

Così come gli incentivi per la valorizzazione dei modelli di gestione per valorizzare il ricambio inter-generazionale e la gestione flessibile dell’orario di lavoro fino a quelli finalizzati a sostenere l’ingresso di temporary managers

Attrarre e trattenere talenti nelle Piccole Medie Imprese​ è possibile: richiede mentalità aperta da parte degli imprenditori, accompagnata però da uno sforzo economico anche da parte delle istituzioni.

 

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