Una popolazione aziendale soddisfatta ha un impatto diretto sul risultato di un’azienda: scopriamo il legame tra coinvolgimento, benessere e successo
Welfare e wellbeing sono tematiche centrali nella gestione delle risorse umane. Abbiamo approfondito di recente come il welfare sia una leva importante per attrarre e trattenere i talenti in azienda, soprattutto nel contesto lavorativo attuale caratterizzato da mobilità lavorativa e stipendi fermi.
Perché è così importante per un’organizzazione che le persone si sentano coinvolte? In breve possiamo dire che l’engagement aziendale porta ad una maggiore produttività, retention del personale e consolidamento della cultura aziendale.
Ne parliamo meglio in questo articolo.
Nel suo ultimo report annuale sullo stato del lavoro, la società di consulenza Gallup delinea un quadro piuttosto allarmistico rispetto al coinvolgimento delle persone sul lavoro, con l’Europa che registra l’engagement aziendale più basso al mondo: solo il 13% di chi lavora testimonia attaccamento all’azienda.
Il nostro paese conferma il trend europeo, piazzandosi al penultimo posto della classifica del continente. Sicuramente influisce il contesto generale: circa 9 lavoratori su 10 in Italia ritengono che sia un momento molto complicato per l’occupazione; nonostante questo, oltre il 40% delle persone cerca attivamente o casualmente di cambiare lavoro.
Proviamo dunque a chiederci: cosa influisce sull’engagement aziendale? Le persone coinvolte sono partecipi, entusiaste e impegnate rispetto al lavoro e al luogo di lavoro; è dunque un legame emotivo quello che si stabilisce.
Tra i primi fattori di coinvolgimento che ti invitiamo a esaminare nella tua azienda, ci sono sicuramente questi esempi di engagement aziendale:
Engagement aziendale non è un sinonimo di employee satisfaction, senza dubbio però la soddisfazione del personale ha un impatto sul grado di affezione e coinvolgimento. Ecco perché un piano di welfare aziendale ben pensato ti può aiutare a rafforzare il legame con la popolazione aziendale.
Se per esempio fornisci a chi lavora dei benefit economici, oppure ancora flessibilità di orario o luogo di lavoro, sicuramente questo avrà un impatto positivo su chi li riceve.
Ricordiamoci anche che molte iniziative di welfare, come ad esempio i buoni spesa, sono esentasse sia per chi le riceve che per l’azienda che eroga, con il vantaggio diretto di aumentare il potere economico delle persone e ridurre il costo per le organizzazioni.
Ma, come migliorare l’engagement in azienda? Veniamo ad alcune strategie pratiche che puoi mettere in campo per mantenere o aumentare l’engagement aziendale. Possiamo prendere in considerazione quattro aree di intervento: ascolto attivo; opportunità di crescita; work-life balance; team building e benessere. Vediamole più nel dettaglio.
Puoi creare dei momenti di dialogo e confronto fra i collaboratori e il management, sia creando dei momenti di incontro dal vivo che usando tool digitali. Puoi organizzare dei meeting o dei focus group su temi specifici, per esempio; ma puoi anche raccogliere opinioni attraverso delle survey, o ancora tramite piattaforme digitali in cui le persone possono lasciare dei feedback.
Lo scambio di idee e opinioni sui progetti e sull’andamento dell’azienda crea una connessione tra il personale dipendente e il team manageriale, facendo sentire le persone partecipi e ascoltate.
Un valido strumento di motivazione è la formazione del personale. In ogni ambito lavorativo la formazione continua è utile per dimostrare alle persone che c’è uno spazio di crescita e, perché no, una possibilità di carriera.
Inoltre, moltissimi settori subiscono continui cambiamenti dovuti alle nuove tecnologie e aggiornare il personale è fondamentale. Nella tua azienda quali sono le opportunità di formazione?
Corsi di inglese, informatica e digital, normative europee legate al Pnrr sono solo alcuni esempi di upskilling, cioè un aumento di competenze specifiche per chi lavora, che allo stesso tempo aumenta il coinvolgimento. Ma non fermiamoci qui: i corsi possono essere anche legati a soft skills come la comunicazione.
Un’altra attività molto utile che puoi attuare, con benefici anche di convivenza intergenerazionale, è il mentoring, che vede le persone con più esperienza in azienda accompagnare quelle più giovani.
Ormai lo sappiamo: le persone di tutte le età danno sempre maggiore importanza a un equilibrio fra la vita professionale e privata. Hai a disposizione diverse strategie per andare incontro a questa necessità, favorendo il benessere di chi lavora e quindi il suo engagement aziendale: le più discusse sono sicuramente smart working e flessibilità oraria, utili per conciliare per esempio le responsabilità familiari o gli orari di un corso di formazione esterno.
Un’altra proposta che prende piede è la settimana corta: diverse aziende anche in Italia, da Intesa Sanpaolo a Luxottica e Lamborghini, stanno sperimentando una distribuzione del lavoro su quattro giorni anziché cinque, con lo stesso monte di ore o con un orario leggermente ridotto. Si risparmia tempo e diminuisce lo stress, ma non solo: aumentano coinvolgimento e produttività: i dipendenti Intesa Sanpaolo – prima azienda in Italia a sperimentare la settimana corta – per esempio, intervistati dopo un anno hanno riportato molti benefici: l’87% ha dichiarato che l’immagine aveva dell’azienda è migliorata dopo questa iniziativa. Anche il management ha valutato l’esperienza come positiva, sia in termini di risultati lavorativi che di immagine aziendale.
Per creare un clima aziendale sereno e coinvolgente ti può essere utile organizzare occasioni di team building. Possono essere momenti più o meno lunghi – un pranzo, una giornata, un weekend – in cui colleghi e persone di livelli diversi si incontrano.
Puoi scegliere tra tante possibilità: una visita culturale, una pratica sportiva, un corso per imparare un’attività manuale sono tutte opportunità che portano le persone ad avvicinarsi e socializzare, rafforzando i legami.
Possiamo ricollegare questa strategia al concetto di social wellbeing, cioè la capacità di avere delle relazioni sane e significative, delle interazioni positive. Si tratta di un concetto che appartiene a tutta la nostra vita e che dunque puoi declinare anche nel contesto lavorativo, cercando di migliorare le relazioni della popolazione aziendale.
L’innovazione tecnologica può aiutarti nella gestione del benessere in azienda. Puoi servirti di una fra le molte piattaforme di HR Tech per monitorare la soddisfazione di chi lavora, per esempio, ma anche per migliorare la comunicazione interna all’azienda.
Non solo, oltre alla gestione HR la tecnologia può aiutarti anche a costruire un sistema di incentivi. Attraverso la gamification di alcuni processi, per esempio, puoi rendere più giocoso il raggiungimento di alcuni obiettivi, portando leggerezza nell’ambiente lavorativo.
Abbiamo visto come l’engagement del personale sia un parametro molto importante nella gestione HR di un’azienda. Ovviamente quindi non possiamo lasciarne al caso la valutazione, ma abbiamo bisogno di strumenti e metodi precisi, come ad esempio l’Employee Net Promoter Score.
Tramite questionari mirati puoi interrogare chi lavora sulla soddisfazione, sulla motivazione e sul legame percepito verso l’azienda, ottenendo come risultato un punteggio che può essere monitorato nel tempo per rilevarne l’andamento.
È famoso il caso di Microsoft che, con la sua iniziativa “Daily Pulse”, pone ogni giorno delle domande ai dipendenti per avere un feedback su lavoro e benessere.
Altri importanti KPI da monitorare per comprendere qual è il livello di engagement del personale sono tasso di turnover e assenteismo, performance individuali e di team, soddisfazione del cliente e qualità del lavoro.
Ti abbiamo parlato di employee engagement, delle sfide che pone a chi si occupa di HR e delle opportunità di miglioramento che può portare in azienda. Si tratta di una componente molto importante della gestione delle risorse umane, che ha un forte collegamento con welfare e wellbeing.
Il concetto di wellbeing risponde infatti alla domanda “come stai?” a tutto tondo, includendo sia la dimensione lavorativa che la sfera privata: benessere fisico, mentale, sociale, economico, professionale. Ecco perché è importante una strategia olistica che guardi al benessere complessivo di chi lavora.
Puoi considerare il wellbeing come un investimento strategico per l’azienda, da portare avanti anche attraverso il tuo piano welfare, perché come abbiamo visto avrai un ritorno in termini di engagement, talent retention, performance e successo aziendale.
Stiamo dedicando un approfondimento ai temi di welfare e wellbeing. Oltre agli articoli, potrai ricevere newsletter tematiche e partecipare a webinar e a un evento esclusivo in presenza, un’ottima occasione anche di networking con altri professionisti.
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