Guerra e costo materie prime: cassa integrazione aziende

Guerra e costi materie prime: cassa integrazione per le aziende
(foto Shutterstock)

Nuovi stop alla produzione per molte aziende a causa dell’aumento del costo dell'energia elettrica e dei carburanti

Tempi difficili per tantissime aziende italiane. Il caro bollette, i rincari delle materie prime e gli scenari di guerra in Ucraina stanno comportando gravissimi ritardi nella produzione. Alcune aziende, a causa dell’aumento vertiginoso dei costi delle materie prime – elettricità e carburante, su tutti – si sono viste costrette a ridurre o sospendere la propria attività produttiva e a richiedere, di nuovo, la cassa integrazione per i dipendenti. Il Governo è intervenuto con il Decreto Ucraina con nuove misure di sostegno per le imprese: nuova cassa integrazione, sgravi contributivi, assunzioni agevolate.

Cassa integrazione per tutte le aziende

La cassa integrazione è un ammortizzatore sociale: serve a garantire lo stipendio ai lavoratori impiegati in unità produttive o in aziende che hanno dovuto sospendere o ridurre l’attività produttiva. In seguito alla Riforma Orlando, dal 2022 tutte le aziende, al di là del nome del singolo ammortizzatore sociale (ad esempio FIS, FISBA, Fondo bilaterale, ecc.), possono chiedere l’intervento della cassa integrazione.  

La richiesta di una causale specifica

La cassa integrazione può essere richiesta per determinate situazioni, dette «causali», previste dalla legge. Tuttavia, professionisti e imprese hanno chiesto un preciso intervento legislativo che introduca una specifica causale dedicata alla cassa integrazione per tutti i casi di sospensione o riduzione della produzione per cause legate alla «indisponibilità materie prime e prodotti utili» oppure alla «difficoltà di approvvigionamento di risorse energetiche a prezzi compatibili con il mercato di sbocco».

Crisi Ucraina: nuove settimana di cassa integrazione

Il Governo ha mantenuto ferme le causali, ma ha previsto nuove settimane di cassa integrazione per le imprese, che nel 2022, devono fronteggiare difficoltà economiche e che non possono più ricorrere alla cassa integrazione per esaurimento dei limiti di durata.

Le settimane aggiuntive sono 26 e sono utilizzabili fino al 31 dicembre 2022. 

Turismo e alberghi: estesi gli ammortizzatori sociali

Novità anche per il settore del turismo, delle attività ricettive e di tutte quelle rientranti nei codici Ateco indicati dal nuovo decreto legge. Per tutte queste aziende, che occupano fino a 15 dipendenti, sono state previste ulteriori 8 settimane di ammortizzatori sociali (FIS, Fondo bilaterale o altro Fondo di solidarietà), da utilizzare fino a fine anno.

Nuova cassa integrazione senza contributo

Una ulteriore forma di sostegno riguarda le aziende del settore siderurgico, del legno, della ceramica, dell’automotive e dell’agroindustria, tra le più colpite dalla crisi energetica. Nel caso in cui intendano ricorrere agli ammortizzatori sociali, per il periodo dal 22 marzo al 31 maggio 2022, non è previsto il pagamento del contributo addizionale.

 

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