Approvato lo schema di decreto legislativo con la maxi deduzione IRES del costo per i nuovi assunti
In un mercato del lavoro sempre più dinamico e competitivo, le aziende che desiderano espandersi si trovano di fronte a tantissime sfide, tra cui la ricerca di talenti qualificati e le spese legate all’avvio di un nuovo rapporto di lavoro. Tuttavia, è incoraggiante sapere che esistono una serie di sgravi contributivi per agevolare il processo.
In questo articolo andiamo a scoprire, in modo semplice e sintetico, quali sono i principali incentivi e agevolazioni alle assunzioni nel 2024. Parleremo dell’esonero per l’assunzione di donne vittime di violenza di genere, della riduzione dei contributi per assumere giovani under 30 e molto altro. Iniziamo!
Prima di analizzare le diverse agevolazioni alle assunzioni di operativi in Italia, dobbiamo riepilogare le regole generali che tutti i datori di lavoro devono rispettare e dimostrare nel momento in cui decidono di attingere a uno sgravio contributivo oppure a un esonero.
Possono essere riassunte in tre punti:
Altre regole, poi, possono cambiare a seconda che l’agevolazione sia strutturale oppure sperimentale.
Gli incentivi alle assunzioni non sono tutti uguali. Dobbiamo distinguere tra quelli introdotti in corrispondenza della Legge di Bilancio, e progettati per un certo arco temporale, e quelli strutturali cioè definitivi che, tendenzialmente, non sono suscettibili di grandi modifiche legislative. Questa distinzione è di vitale importanza, perché circoscrive il campo d’azione entro cui l’azienda può muoversi.
Detto ciò, tra gli incentivi alle assunzioni strutturali troviamo:
Tra quelli sperimentali, invece, possiamo elencare:
Introdotto con la Legge di bilancio del 2018, l’agevolazione consiste nella riduzione del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro (esclusi premi Inail) con un tetto massimo di 3.000 euro all’anno.
La percentuale può aumentare al 100% se vengono assunti studenti che hanno svolto periodi di alternanza scuola lavoro o di apprendistato.
Il datore, in ogni caso, può utilizzare questa riduzione per massimo 36 mesi.
La legge prescrive anche un tipo di assunzione. Deve consistere:
La lavoratrice che si assenta per congedo di maternità e/o congedo parentale può essere legittimamente sostituita da un altro dipendente dell’azienda oppure da una nuova risorsa appositamente assunta.
In questi casi, solo le aziende con meno di 20 dipendenti possono accedere a una riduzione del 50% dei contributi a carico del datore di lavoro per un massimo di 12 mesi e comunque fino a un anno di vita del bambino.
In alcuni settori economici può risultare più difficile assumere donne per ragioni legate alla faticosità della mansione e/o alla specializzazione richiesta.
Secondo il report del Ministero del Lavoro (decreto n.365 del 20/11/23) questi settori sono: costruzioni (82,4%), industria estrattiva (76,1%), acqua e gestione dei rifiuti (64,4%) e trasporto e magazzinaggio (57%).
Le aziende che operano in questi settori che procedono all’assunzione di donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi con un contratto a tempo indeterminato o determinato hanno diritto a una riduzione del 50% dell’aliquota contributiva posta a carico del datore di lavoro.
La durata massima della riduzione è pari a 18 mesi nel caso di assunzione a tempo indeterminato, 12 mesi nel caso di contratto a termine.
Nel caso in cui l’azienda volesse assumere una donna priva di impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi potrà:
Non è rilevante il luogo dove ha residenza la lavoratrice.
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