Quali lavoratori rientrano nelle categorie protette?

categorie protette
(foto Shutterstock)

Sono le persone che rientrano nel cosiddetto collocamento obbligatorio, cioè quelle categorie per cui le aziende hanno l’obbligo di riservare una quota di assunzioni

Nel mondo del lavoro ci sono persone che, per motivi personali o sociali, possono avere più difficoltà a trovare o mantenere un’occupazione.

Per garantire a tutti le stesse opportunità, la legge prevede tutele specifiche, riunendo queste persone nelle cosiddette categorie protette.

Rientrano in questa definizione lavoratori e lavoratrici che, per ragioni diverse, hanno diritto a un percorso di inserimento e tutela particolari.

Chi ha questo status può contare su misure pensate per favorire l’accesso al lavoro e la stabilità occupazionale, mentre le aziende, da parte loro, hanno alcuni obblighi da rispettare, come l’assunzione di una quota riservata.

Categorie Protette: di cosa si tratta?

Lo Stato riconosce a tutte le persone il diritto al lavoro, anche a chi si trova in una situazione di svantaggio. Proprio per questo è nata la legge n. 68 del 1999, conosciuta anche come legge sul collocamento mirato.

Questa norma è lo strumento principale con cui si dà attuazione al terzo comma dell’art. 38 della Costituzione secondo cui chi ha disabilità o limitazioni ha diritto a ricevere formazione e opportunità professionali adeguate.

L’obiettivo della legge è chiaro: favorire l’inserimento e l’integrazione nel mondo del lavoro delle persone con disabilità, attraverso un sistema di supporto e servizi mirati.

La legge prevede anche un obbligo per le aziende: se hai un’impresa con almeno 15 dipendenti, devi riservare un posto a chi rientra tra le cosiddette categorie protette.

Ma chi fa parte delle categorie protette e cosa significa davvero questa espressione? Lo vediamo nel dettaglio nel prossimo paragrafo.

Quali sono le categorie protette

Quando si parla di categorie protette, non si fa riferimento solo a chi ha una disabilità certificata.

In questa categoria rientrano anche persone che si trovano in condizioni personali o sociali particolarmente delicate, riconosciute dalla legge come meritevoli di tutela nel percorso di accesso e permanenza nel lavoro.

Quindi, se ti stai chiedendo chi sono esattamente le categorie protette, è importante sapere che non si tratta solo di disabilità evidenti o fisiche, ma anche di situazioni che possono rendere più difficile entrare o restare nel mondo del lavoro.

Chi rientra nelle categorie protette

Come abbiamo già avuto modo di capire, chi appartiene alle categorie protette ha degli aiuti da parte dello Stato, per essere collocato all’interno di un luogo di lavoro, permettendogli di vivere in modo libero e dignitoso.

Per capire chi fa parte delle categorie protette, bisogna sapere che non c’è quindi una precisa lista di malattie, ma sono comunque stati definiti dei requisiti generali.

Hanno diritto a rientrare nelle categorie protette le persone con le seguenti disabilità:

  • persone affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori di disabilità di tipo intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%;
  • persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%, accertata dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (INAIL) in base alle disposizioni vigenti;
  • persone non vedenti o sordomute;
  • persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio;

Ci sono poi altre persone che, pur non essendo affetti da alcuna disabilità, per la propria particolare situazione personale, hanno diritto di rientrare nelle categorie protette.

Queste persone sono:

  • i figli e i coniugi superstiti di coloro che siano deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio, ovvero in conseguenza dell’aggravarsi dell’invalidità riportata per tali cause,
  • i figli e i coniugi di soggetti riconosciuti grandi invalidi per causa di guerra, di servizio e di lavoro.

Diritti delle categorie protette sul posto di lavoro​

Chi appartiene alle categorie protette e ottiene l’assunzione ha diritto a una serie di tutele pensate per garantire un vero inserimento nel mondo del lavoro.

Non si tratta solo di ottenere un posto, l’azienda ha il compito di assegnare una mansione compatibile con le capacità della persona, offrire un percorso di inserimento su misura, e garantire protezione in caso di licenziamento o trasferimenti non giustificati.

L’obiettivo è chiaro: non solo far entrare, ma anche permettere di restare e lavorare con dignità, in condizioni che siano realmente sostenibili nel tempo.

Iscrizione alle categorie protette

Per accedere alle tutele previste dalla legge, devi iscriverti ufficialmente alle categorie protette. Non è un riconoscimento automatico, ma un passaggio formale che richiede la presentazione di una domanda presso il Centro per l’Impiego del tuo territorio.

Chi rientra tra le categorie tutelate, come persone con disabilità, orfani, vedove per cause di lavoro, guerra o terrorismo, deve quindi presentare domanda, allegando la documentazione necessaria (ad esempio il certificato di invalidità, se previsto).

Serve inoltre essere in disoccupazione, salvo alcune eccezioni. Una volta completata l’iscrizione, si viene inseriti in una graduatoria dedicata che consente l’accesso ad offerte di lavoro riservate.

Categorie protette assunzioni​

Si parla di “collocamento obbligatorio” perché alcune aziende hanno l’obbligo di effettuare delle assunzioni per categorie protette. L’obbligatorietà e il numero di assunzioni dipendono però dalle dimensioni dell’azienda.

  • per le aziende con almeno 15 dipendenti è obbligatorio assumere almeno 1 lavoratore con disabilità;
  • per quelle con almeno 35 lavoratori, 2 lavoratori affetti da disabilità;
  • da 51 dipendenti in su è obbligatorio assumere il 7% del personale impiegato.

Con riferimento, invece, ai lavoratori che rientrano tra le categorie protette, ma non affetti da disabilità, queste sono le condizioni:

  • per le aziende da 51 a 150, è obbligatorio assumere almeno 1 lavoratore;
  • per le aziende con più di 150 dipendenti, la percentuale è dell’1%;

Per garantire il monitoraggio del collocamento obbligatorio e il rispetto degli obblighi, le aziende sono tenute a inviare, entro il 31 gennaio, un prospetto informativo sullo stato occupazionale alla data del 31 dicembre dell’anno precedente.

E se l’azienda non rispetta l’obbligo di assunzione?

Ci sono diversi vantaggi per chi viene assunto come categoria protetta, ma è importante sapere che la mancata osservanza degli obblighi da parte delle aziende può avere conseguenze. Non si può parlare di veri svantaggi per chi appartiene alle categorie protette, quanto piuttosto di sanzioni per i datori di lavoro che non rispettano le regole.

Se l’obbligo di assunzione non viene rispettato, l’azienda può essere segnalata all’Ispettorato del Lavoro, che procederà con gli accertamenti del caso. In presenza di irregolarità, possono essere applicate sanzioni amministrative, i cui importi sono destinati al Fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità.

Inoltre, una persona rifiutata per motivi legati alla disabilità può richiedere il risarcimento del danno, a tutela dei propri diritti.

 

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