Vediamo insieme quali sono i requisiti, i vantaggi, i limiti e tutte le novità del regime forfettario 2024
Non tutte le partite IVA devono applicare lo stesso regime fiscale. Ne esistono infatti di diversi a seconda del cosiddetto “volume d’affari”, cioè il fatturato che un professionista produce in un anno, oppure dalla libera scelta di ciascun contribuente. Il regime fiscale è un insieme di regole da seguire per definire il reddito, annotare le spese sostenute e i ricavi incassati e determinare le imposte e i tributi da versare.
Il regime forfettario è una soluzione particolarmente vantaggiosa perché, all’interno di una forbice di reddito piuttosto ampia, la percentuale di tasse da pagare non aumenta al variare del reddito, ma è stabilita in misura fissa.
La legge di bilancio 2024 ha confermato l’estensione del plafond dei ricavi e dei compensi, già aumentato con la precedente legge di bilancio: la possibilità di accedere al regime forfettario è garantita a una platea molto più ampia di lavoratori. Anche per il 2024, la soglia massima per usufruire del regime forfettario è esteso a 85.000 euro di fatturato.
Ma quali sono novità sono previste per il 2024? Quali i requisiti per accedere? Scopriamolo insieme.
Il regime forfettario è un meccanismo fiscale agevolato pensato per favorire l’apertura di nuove attività di lavoro autonomo e per sostenere quelle già attive, ma comprese entro un certo volume d’affari, oggi pari a 85.000 euro.
Più nello specifico, sono previste queste agevolazioni:
Attenzione: non tutti possono optare per questo regime. Rimangono escluse tutte le società sia di persone (S.n.c., S.a.s.) che di capitali (S.p.a., S.r.l.) qualunque sia il loro fatturato.
Per godere delle agevolazioni previste dal regime forfettario è obbligatorio rispettare precisi vincoli, in particolare:
Se l’attività è già avviata, i requisiti del regime forfettario devono essere rispettati rigorosamente. Se invece hai aperto da poco la partita IVA, viene considerato il presunto.
Si capisce il nome di questo particolare regime fiscale dall’applicazione pratica della sua disciplina. Infatti, questa particolare flat tax (del 5% o del 15%) si applica esclusivamente su una percentuale dei compensi effettivamente incassati e fatturati. Questa percentuale – detta “coefficiente di redditività” – cambia in base al settore di appartenenza e in base al proprio codice ATECO.
Facciamo un esempio concreto: per le attività professionali è previsto un coefficiente del 78%, mentre per l’attività di intermediazione commerciale un 62%. Ad esempio, se un architetto ha incassato 50.000 euro di compensi, la prima somma da considerare è la percentuale del 78% su questi compensi. Da tale importo si può dedurre esclusivamente l’importo versato a titolo di contributi previdenziali obbligatori. Una volta ottenuto questo importo, si applica la percentuale di tassazione (5% o 15%), già comprensiva anche di tutte le tasse da pagare a titolo di addizionale comunale e regionale. È un sistema molto semplice di determinazione delle imposte da pagare ogni anno.
Attenzione: poiché si tratta di una percentuale forfettaria, nessun tipo di spesa può essere detratta o, come si dice informalmente, “scaricata”. Un esempio comune sono le spese mediche, oppure le spese legate all’attività, come un computer, un viaggio di lavoro, ecc. Con questo regime, tutti questi costi non possono essere scaricati, ad eccezione dei contributi previdenziali obbligatori. Infatti, la legge determina – appunto “forfettariamente” – l’ammontare delle spese e degli oneri sostenuti in base al settore di appartenenza.
È questa una delle domande più frequenti: che cosa succede se si incassano compensi superiori alla soglia massima?
Gli scenari sono due:
In questa circolare, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito i casi e le conseguenze del superamento del limite massimo del regime forfettario.
Cosa cambia rispetto al regime forfettario 2023?
Dal 1 gennaio 2024 la fatturazione elettronica diventa obbligatoria per tutti i “forfettari” a prescindere dal fatturato annuo. È infatti scaduta lo scorso 31 dicembre 2023 l’esenzione per chi fatturava meno di 25.000 euro.
Addio vecchia fattura cartacea: a partire dal 1 gennaio 2024 la fatturazione, nel regime forfettario, deve essere obbligatoriamente trasmessa in formato elettronico attraverso gli apposti portali.
Attenzione alle scadenze: la fattura deve essere emessa entro al massimo 12 giorni dall’incasso delle somme o dall’operazione, a seconda del settore di appartenenza. Le sanzioni? Tra il 5 o il 10% dell’importo oppure da 250 a 2.000 euro.
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