Nel regime forfettario è semplice calcolare l’ammontare delle imposte. Qui riportiamo la procedura da seguire nel sito dell’Agenzia delle Entrate
Chi lavora con partita IVA in regime forfettario deve presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi, anche se non ha emesso fatture. L’adempimento avviene in via telematica attraverso i servizi dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando il modello Redditi Persone Fisiche e compilando in particolare il quadro LM, dedicato a questo particolare regime agevolato.
Nella dichiarazione vanno indicati il codice ATECO della propria attività, i contributi previdenziali versati e altri dati fiscali richiesti. La scadenza ordinaria è fissata entro l’autunno, con data precisa stabilita anno per anno dalle istruzioni ufficiali. Il calcolo dell’imposta si basa sull’applicazione del coefficiente di redditività legato al settore di attività.
Approfondiamo quindi i concetti che abbiamo appena accennato.
Il regime forfettario è un sistema fiscale agevolato riservato alle partite IVA con un fatturato annuo inferiore a 85.000 €.
Prevede diversi vantaggi, tra cui l’applicazione di una tassa unica (flat tax) che sostituisce IRPEF, IRAP e addizionali. L’aliquota è pari al 15%, ma nei primi 5 anni di attività scende al 5%.
Il beneficio principale è l’esenzione dall’IVA, a cui si aggiunge la possibilità di gestire la dichiarazione dei redditi in modo semplificato, senza dover necessariamente ricorrere a un commercialista.
Entro il 31 ottobre 2025 i titolari di partita IVA in regime forfettario devono presentare in via telematica il Modello Redditi PF (Persone Fisiche), relativo ai redditi prodotti nel 2024.
Se devi fare la dichiarazione dei redditi puoi:
Sono previste due modalità di compilazione:
Il modello web è più intuitivo: permette di visualizzare, modificare e stampare la dichiarazione e il foglio informativo. Inoltre, alcuni dati sono già precompilati automaticamente.
Entrando nel Modello Redditi PF online, la prima operazione da fare è dichiarare di avere i requisiti per il regime forfettario, barrando la casella in colonna 1 del rigo LM21.
I requisiti sono:
Deve inoltre essere barrata la casella in colonna 2 del rigo LM21, con cui dichiari l’assenza di cause ostative alla permanenza nel regime forfettario.
Il calcolo delle tasse da pagare in regime forfettario è abbastanza semplice. Devi applicare un’imposta sostitutivaÈ un prelievo che si applica alla fonte su taluni redditi (ad es. interessi sui conti correnti bancari o postali che non sono relativi all’attività d’impresa, interessi sui BOT o altri titoli di debito pubblico); i redditi soggetti a imposta sostitutiva, come quelli a tassazione separata, sono esclusi dalla base imponibile. More del 15% al tuo reddito imponibile.
Se sei nei primi 5 anni di attività, l’aliquota scende al 5%. Per usufruire di questa agevolazione devi barrare la casella in colonna 3 del rigo LM21.
Per calcolare il reddito imponibile, devi partire dal reddito lordo, cioè l’intero fatturato (la somma delle tue fatture). Questo importo va indicato al rigo LM34, che si ottiene sommando i redditi delle varie attività inseriti nei righi LM22-LM27.
Dal 2025 non riceverai più la Certificazione UnicaÈ un documento ufficiale utile ai fini previdenziali, assicurativi e fiscali che attesta i redditi percepiti e i contributi versati per un determinato contribuente. I sostituti di imposta sono i responsabili dell’emissione per i redditi erogati. More dai tuoi clienti, quindi il calcolo dei redditi e dei compensi resta interamente a tuo carico.
Una volta ottenuto il reddito lordo, devi applicare il coefficiente di redditività previsto per la tua attività (indicato con il codice ATECO al rigo LM22). Il coefficiente varia a seconda del settore: ti conviene controllare le tabelle aggiornate per l’anno in corso.
Per esempio: se nel 2024 hai emesso fatture per 30.000 € per un’attività di intermediazione del commercio, il coefficiente è il 62%. Quindi il tuo imponibile sarà: 30.000 € × 62% = 18.600 €.
Da questo importo si sottraggono i contributi previdenziali e poi si applica l’aliquota dell’imposta sostitutiva (5% o 15%).
Il software dell’Agenzia delle Entrate calcolerà automaticamente l’imposta dovuta e potrai anche generare il modello F24 per effettuare il pagamento.
Se sei sia dipendente sia titolare di partita IVA in regime forfettario, il discorso cambia un po’.
Puoi aprire la partita IVA forfettaria solo a certe condizioni:
Un aspetto importante: se hai la partita IVA forfettaria, devi compilare la dichiarazione dei redditi con il Modello Redditi PF e non con il 730 (che resta riservato ai soli lavoratori dipendenti senza partita IVA).
Quindi, se sei sia dipendente sia titolare di partita IVA forfettaria, la tua dichiarazione va sempre fatta con il Modello Redditi PF.
Il costo della dichiarazione dei redditi in regime forfettario dipende da come decidi di gestirla.
Se ti affidi a un commercialista tradizionale, la spesa media va dai 250 ai 600 € l’anno, in base alla complessità della tua situazione e ai servizi extra inclusi (ad esempio la gestione della fatturazione elettronica o dei contributi previdenziali).
Se invece scegli di fare la dichiarazione in autonomia, non avrai costi di presentazione, ma ti assumi il rischio di eventuali errori nei dati inseriti.
Ricorda che, nel regime forfettario, la dichiarazione va presentata sempre, anche se non hai avuto ricavi. Per questo ti conviene valutare bene i costi e scegliere la soluzione più adatta alla tua situazione.
Puoi fare la dichiarazione dei redditi in regime forfettario senza commercialista, perché l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione i servizi online per compilare e inviare il Modello Redditi Persone Fisiche.
Dal portale puoi accedere al quadro LM, inserire il tuo codice ATECO e calcolare l’imposta sostitutiva dovuta.
La procedura è stata pensata per essere semplificata, ma serve comunque attenzione: basta un errore nei dati o nei termini di invio per rischiare sanzioni.
Per questo motivo molte persone preferiscono affidarsi a un consulente o a piattaforme digitali specializzate, così da avere maggiore sicurezza e un’assistenza personalizzata.
Se non vuoi occuparti della dichiarazione dei redditi puoi delegare questa attività ad un commercialista che se ne occuperà per te.
Ad esempio Fiscozen è un servizio dedicato proprio a chi ha una Partita IVA che non solo ti offre un commercialista dedicato e una dashboard da cui tenere tutto sotto controllo ma puoi emettere le fatture elettroniche senza limiti e avere una previsione delle tasse in tempo reale.
Se hai una Partita IVA o ne vuoi aprire una puoi prenotare una consulenza gratuita con un esperto Fiscozen da questo link.
La scadenza della dichiarazione dei redditi in regime forfettario coincide con quella del Modello Redditi Persone Fisiche (PF): per i redditi del 2024 devi inviarla entro il 31 ottobre 2025.
Puoi presentarla in modalità telematica tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate, oppure avvalerti di un CAF o di un professionista abilitato.
Il modello 730, che non si applica al regime forfettario, ha invece una scadenza diversa: il 30 settembre 2025.
Ricorda che rispettare la scadenza è fondamentale per evitare interessi e sanzioni.
Rispetto alla dichiarazione dei redditi in regime forfettario 2024, il modello 2025 introduce alcune novità che rendono la compilazione più aggiornata e, in certi casi, più semplice.
La struttura generale resta la stessa, ma ci sono cambiamenti importanti nel quadro LM del Modello Redditi Persone Fisiche.
Ecco le principali novità della dichiarazione redditi regime forfettario 2025:
Queste modifiche rendono la dichiarazione 2025 più vicina alle tue esigenze: meno passaggi manuali, più dati precompilati e maggiori controlli automatici già in fase di compilazione.
Leggi anche:
Certificazione Unica e dichiarazione dei redditi: differenze
730 precompilato: scadenza e istruzioni