I genitori che si astengono volontariamente dal lavoro potranno contare su tutele più ampie grazie all’aumento dell’indennità INPS
Il congedo parentale è quel periodo di assenza tutelato dalla legge che puoi decidere utilizzare per prenderti cura dei tuoi figli dopo i mesi di assenza obbligatoria.
È un tuo diritto al 100%: questo vuol dire che il tuo datore di lavoro non può rifiutare di concedertelo, l’importante è che tu gli comunichi con il giusto preavviso la tua assenza dal lavoro.
Per prendere il congedo, puoi fare domanda in autonomia sul sito dell’Inps: ti basta accedere alla tua area personale e compilare la sezione “Domanda di Congedo Parentale”. Le procedure sono leggermente diverse a seconda che tu chieda:
Ma per quanto puoi chiedere il congedo parentale? La durata massima dipende da chi lo richiede:
In caso di parto, adozione o affidamento di più bambini, il diritto al congedo parentale spetta per ogni bambino.
Durante questi mesi, hai diritto a un’indennità per i giorni di congedo parentale. Questa indennità sostituisce parte della retribuzione persa e varia in base a:
Nello specifico questo vuol dire che:
Attenzione: la Legge di Bilancio 2025 ha previsto una novità in materia di indennità Inps. Nello specifico ha previsto che, qualora i congedi obbligatori siano terminati dopo il 31 dicembre 2024, allora si ha diritto a tre mesi pagati all’80% e i restanti al 30%.
Questa novità, seppur stanziata dal Governo, non è ancora operativa al 100% perché l’Inps, che è l’ente che gestisce tutte le indennità, non ha ancora reso pubbliche le istruzioni operative.
È bene chiarire, dunque, che le leggi di bilancio 2023, 2024 e 2025 non aggiungono ulteriori mesi di congedo parentale indennizzato all’80% della retribuzione, ma stabiliscono l’aumento dell’indennità dal 30% all’80%, per un periodo massimo di coppia di 3 mesi. L’indennità maggiorata è riconoscibile solo nell’ambito dei sei mesi (tre per ogni genitore) non trasferibili all’altro genitore.
Come abbiamo accennato all’inizio, il congedo parentale può essere richiesto solo dopo aver chiuso il congedo obbligatorio.
Parliamo quindi di un’assenza dal lavoro volontaria e quindi facoltativa.
Questa possibilità è riconosciuta a entrambi i genitori fino a 12 anni, con il riconoscimento di un’indennità sostitutiva della retribuzione.
Questa misura, quindi, non deve essere confusa con il congedo di maternità o di paternità, che invece sono obbligatori. Per la madre c’è il divieto di lavorare per 5 mesi totali, mentre per il padre sono previsti 10 giorni di assenza retribuita tutelata.
Se utilizzi il congedo parentale, la tua retribuzione viene sostituita da un’indennità. Durante questo periodo, ricevi un importo che prende parzialmente il posto dello stipendio ordinario.
Alcuni contratti collettivi, poi, potrebbero prevedere anche un’integrazione a carico del datore di lavoro per far sì che la tua retribuzione si avvicini sempre di più a quella che percepivi prima di andare in maternità o paternità.
L’indennità per il congedo parentale viene anticipata dal datore di lavoro, che successivamente viene rimborsata dall’INPS.
Per alcune categorie di lavoratori, come gli operai agricoli e i lavoratori dello spettacolo a tempo determinato, l’indennità viene pagata direttamente dall’INPS.
Nella maggior parte dei casi, quindi, l’indennità è materialmente pagata dall’azienda, e quindi transita in busta paga, e poi recuperata tramite gli importi che l’azienda deve all’INPS.
Il congedo parentale ha sostituito i precedenti “permessi genitoriali”, congedi di paternità e maternità. Con questa misura, i genitori possono assentarsi dal lavoro per prendersi cura dei propri figli e ricevere un’indennità che sostituisce lo stipendio.
Non è possibile che, una volta richiesto, il datore di lavoro si rifiuti di concederti il congedo parentale perché è un tuo diritto a tutti gli effetti.
Il congedo parentale costituisce un’ottima misura disponibile sia per il padre che per la madre, con cui assistere la crescita dei propri figli. Questa misura è regolata dall’articolo 34 del decreto legislativo n. 151/2021, noto come “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”.
In alternativa, se non vuoi richiedere il congedo parentale, puoi accordarti con l’azienda per sostituirlo, parzialmente o totalmente, con il part-time. In pratica, se solo uno dei due genitori volesse accordarsi in questo modo, può sostituire tutti i 6 mesi di congedo con 6 mesi di riduzione dell’orario lavorativo.
In questo caso non si potrà ottenere sia il part-time che il congedo, ma potrà valere una sola misura tra queste.
Il congedo parentale è forse l’istituto più ritoccato negli ultimi anni. Ha subito, infatti, diverse modifiche che riguardano principalmente l’importo che l’Inps paga durante l’assenza a tale titolo.
Pur rimanendo invariata la durata massima che può essere richiesta dai neogenitori, le fasi attraversate sono state:
La domanda per il congedo parentale deve essere presentata prima dell’inizio del periodo di astensione dal lavoro e va richiesta direttamente all’INPS tramite il servizio online disponibile sul sito dell’ente.
In alternativa, puoi:
È importante avvisare sempre l’azienda della volontà di utilizzare il congedo parentale, così da permettere al datore di lavoro di organizzare al meglio la struttura durante l’assenza del genitore.
La durata del preavviso varia in base al tipo di congedo richiesto:
Puoi sfruttare il congedo parentale fino al compimento del 12° anno di età di tuo figlio o tua figlia, ma successivamente al congedo di maternità e paternità.
Il congedo parentale all’80% è una misura introdotta dalla Legge di Bilancio del 2023 e confermata per il 2024 e il 2025, con un’estensione e una tutela maggiore per i genitori lavoratori.
In base alla Legge di Bilancio 2025, l’indennità all’80% della retribuzione mensile spetta solo per i primi tre mesi del congedo parentale. Per i mesi successivi, l’indennità è pari al 30% della retribuzione.
È importante sottolineare che l’indennità all’80% è concessa solo entro il sesto anno di vita del bambino o, in caso di adozione o affidamento, entro i sei anni dall’ingresso in famiglia.
I dipendenti del settore pubblico hanno diritto alla prima mensilità del congedo parentale retribuita al 100% invece che all’80%.
Se l’altro genitore è un dipendente del settore privato, può comunque usufruire della prima mensilità all’80%, come chiarito nelle FAQ dell’INPS su questa situazione.
Inoltre, alcuni CCNL del settore privato prevedono condizioni migliorative. Ti consigliamo di verificare il tuo contratto collettivo, perché potrebbe offrirti il diritto al congedo parentale retribuito al 100%.
Ferie e congedo parentale sono due istituti distinti e non puoi utilizzarli contemporaneamente.
La normativa vieta la sovrapposizione tra le due misure, quindi non puoi prendere ferie nei giorni di congedo parentale. Puoi però chiedere il congedo parentale prima o dopo le ferie, ma mai durante lo stesso periodo.
In altre parole, o sei in congedo parentale o sei in ferie: le due misure non possono essere applicate contemporaneamente.
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