I genitori che si astengono volontariamente dal lavoro potranno contare su tutele più ampie grazie all’aumento dell’indennità INPS
Il congedo parentaleÈ il diritto, riconosciuto in capo a entrambi i genitori, di astenersi dal lavoro facoltativamente e contemporaneamente entro i primi anni di vita del bambino. More è un tema che, nel corso degli anni, è stato più e più volte ritoccato dal legislatore che ha introdotto nuove regole soprattutto per quanto riguarda la percentuale di retribuzione che si percepisce durante l’assenza. Capirne il funzionamento non è semplice, ma in questo articolo cercheremo di darvi tutte le informazioni essenziali da sapere.
Il congedo parentale è quel periodo di assenza protetto dalla legge che puoi decidere di utilizzare per prenderti cura dei tuoi figli dopo i mesi di assenza obbligatoria e comunque entro i 12 anni della loro vita.
È un tuo diritto al 100%: questo vuol dire che il tuo datore di lavoro non può rifiutare di concedertelo, l’importante è che tu gli comunichi con il giusto preavviso la tua assenza dal lavoro.
Per prendere il congedo parentale INPS, puoi fare domanda in autonomia sul sito dell’INPS stesso: ti basta accedere alla tua area personale e compilare la sezione “Domanda di Congedo Parentale”. Le procedure sono leggermente diverse a seconda che tu chieda:
In sintesi, quindi, per rispondere alla domanda cos’è il congedo parentale possiamo dire che è uno strumento, gestito dall’INPS, grazie al quale i genitori possono prolungare la loro assenza in azienda, senza per questo essere penalizzati. Questo congedo può essere chiesto tanto dalla mamma quanto dal papà.
Per quanto riguarda il congedo parentale padre, è molto importante sottolineare che, anche in questo caso, si tratta di un diritto al 100% indipendente rispetto a quello della madre!
Rispetto al passato, infatti, anche il papà può chiedere il congedo senza contare se la mamma l’ha chiesto oppure no. La durata massima che può utilizzare un papà è pari a 6 mesi, che possono aumentare a 7 se non va al lavoro per un periodo di almeno 3 mesi.
Come per i papà, anche il congedo parentale madre può essere preso indipendentemente da quello del papà. Se però la mamma rinuncia a questi mesi, non possono essere trasferiti al padre.
La durata massima di congedo per le mamme, comunque, è fissata a 6 mesi.
La prima cosa da sapere per capire come funziona il congedo parentale è che lo puoi richiedere solo dopo aver concluso il congedo obbligatorio di paternità e/o maternità.
Nella generalità dei casi, è un tuo diritto fino ai 12 anni di vita dei figli: se non l’hai chiesto subito ravvicinato al parto, potrai comunque richiederlo fino a questo limite di età, ma magari riceverai una indennità più bassa.
L’altro tassello da aggiungere per capire come funziona il congedo parentale è distinguere la durata massima del congedo, quindi il limite di tempo entro il quale puoi stare a casa dal lavoro, dal numero massimo di mesi che l’INPS paga per ogni coppia di genitori.
Nel primo caso, come abbiamo già accennato, mamma e papà possono contare su una durata massima del congedo individuale pari a 6 mesi, che nel caso del papà possono diventare anche 7. Per quanto riguarda, invece, il numero totale di mesi pagati, l’INPS riconosce una tutela economica per massimo 9 mesi per ogni nucleo familiare.
Spesso, nel gergo, si può sentire parlare della differenza tra congedo parentale obbligatorio e congedo parentale facoltativo, ma è una distinzione sbagliata. Vediamo perché.
Il congedo parentale obbligatorio non esiste. I congedi obbligatori legati alla genitorialità sono:
Il congedo parentale facoltativo nasce così per definizione: entrambi i genitori, se sono lavoratori dipendenti, hanno la facoltà di decidere se prolungare la propria assenza dal lavoro per continuare ad accudire il proprio figlio.
Il congedo parentale deve essere motivato? Assolutamente no, se agisci rispettando le regole del preavviso previste dal CCNL e dalla tua azienda ed entro i limiti massimi di età che abbiamo già citato, il datore di lavoro non può negarti l’assenza per congedo.
Rispetto al congedo obbligatorio, può essere preso a giorni oppure a ore. Ma quanti giorni di congedo parentale puoi prendere? La legge e l’INPS non parlano di giorni, ma di mesi. Nello specifico ecco quanti mesi congedo parentale puoi prendere:
In caso di parto, adozione o affidamento di più bambini, il diritto al congedo parentale spetta per ogni bambino.
Come trasformiamo questi mesi in giorni di congedo parentale? Non c’è una regola specifica, ma in genere si considera che un mese equivalga a 30 giorni. Per calcolare quindi, quanti giorni di congedo si è preso dobbiamo moltiplicare 30 per il numero di mesi. In totale, quindi, posti 6 mesi di durata massima, abbiamo all’incirca di 180 giorni di congedo parentale.
Attenzione: questo però è un calcolo convenzionale, quindi potrebbe subire delle variazioni per mesi che hanno durate diverse (esempio febbraio che ha 28 o 29 giorni)
Per quanto riguarda, infine, la possibilità di richiedere il congedo a ore devi sapere che il Testo Unico della maternità e paternità lascia ai singoli CCNL stabilire le modalità di utilizzo del congedo a ore, i metodi di calcolo e l’equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa.
Ad ogni modo, se il CCNL non dice nulla sul punto, allora potrai prendere congedo a ore entro la metà dell’orario medio giornaliero del periodo precedente a quello di inizio del congedo parentale.
Se ti stai chiedendo come sapere quanti giorni di congedo parentale rimangono, non puoi non conoscere l’ultima novità 2025 dell’INPS: il contatore del congedo parentale.
In pratica, accedendo al sito dell’INPS alla sezione “Consulta contatori” che trovi dentro all’area dedicata “domande di maternità e di paternità”, per ogni figlio nato o adottato potrai consultare diverse informazioni, come ad esempio:
Proprio qui, troverai lo storico degli ultimi 12 anni.
Un’altra domanda gettonatissima è fino a che età il congedo parentale può essere chiesto. Ci sono due tipi di risposte:
Il congedo parentale 2025 porta con sé delle novità perché la legge di bilancio per quest’anno ha previsto che un ulteriore mese possa essere pagato all’80% in presenza di determinati requisiti.
Cerchiamo, quindi, con l’aiuto di una semplice tabella di comprendere le differenze tra il congedo parentale 2024 e anche il congedo parentale 2023.
Come puoi vedere da questa tabella, per capire quanto si prende durante l’assenza facoltativa, dobbiamo considerare la data entro o dopo la quale si è chiuso il congedo obbligatorio.
Ma non è tutto: l’INPS, con una recente Circolare di maggio 2025, ha reso ancora più chiaro quando è possibile ottenere il pagamento di tre mesi all’80% e i restanti al 30%.
Nello specifico:
Come abbiamo detto, l’INPS paga al massimo 9 mesi per coppia di genitori. I mesi ulteriori, quindi quelli che vanno dal 9° al 10° o l’eventuale 11°, verranno pagati solo se il reddito di chi richiede il congedo è inferiore ad una determinata soglia stabilita annualmente dall’INPS.
Se il reddito non è inferiore a questo limite, potrai comunque richiedere il congedo ma non riceverai alcuna indennità dall’istituto.
Tieni a mente poi che, se previsto dal CCNL o da diversi accordi aziendali, durante il periodo in cui percepisci l’indennità dell’INPS, l’azienda potrebbe pagarti una integrazione della retribuzione per farti avvicinare il più possibile a quella che percepivi prima di prendere congedo.
Come anticipato esiste anche il congedo parentale a ore. Ma prendere il congedo parentale su base oraria comporta delle modifiche nella retribuzione? No, i criteri con cui si è pagati e le percentuali delle singole indennità non cambiano.
E’ possibile essere pagati al 100%? Non proprio, dato che non tutti i dipendenti possono prendere il congedo parentale al 100 per cento. Solo i dipendenti pubblici, infatti, hanno diritto al primo mese di congedo al 100%, poi i mesi successivi sono pagati come per i dipendenti privati.
Come abbiamo avuto modo di vedere nella tabella più sopra, i mesi pagati all’80% cambiano a seconda della legge di bilancio di riferimento e soprattutto alla data entro/oltre la quale si è concluso il congedo obbligatorio.
Nello specifico:
Il congedo parentale 30 per cento continua ad essere pagato per tutti i mesi diversi da quelli che abbiamo elencato nei paragrafi precedenti.
Se, per esempio, ti ritrovi ad aver concluso il congedo parentale entro il 31 dicembre 2024, avrai due mesi di congedo pagati all’80% ed i restanti a cui hai diritto pagati al 30%.
Non è possibile che, una volta richiesto, il datore di lavoro si rifiuti di concederti il congedo parentale perché è un tuo diritto a tutti gli effetti.
Questa misura è regolata dall’articolo 34 del Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità. Come abbiamo già anticipato, l’unico caso in cui puoi stare a casa a titolo di congedo senza retribuzione è se fai richiesta anche oltre il 9° mese indennizzato dall’INPS e il tuo reddito non è al di sotto della soglia INPS.
Ad ogni modo, se non vuoi richiedere il congedo parentale, puoi accordarti con l’azienda per sostituirlo, parzialmente o totalmente, con il part-time.
Capito come funziona la retribuzione durante l’assenza, vediamo chi paga il congedo parentale per davvero. L’indennità per il congedo parentale viene anticipata dal datore di lavoro, e successivamente viene rimborsata dall’INPS.
Per alcune categorie di lavoratori, come gli operai agricoli e i lavoratori dello spettacolo a tempo determinato, l’indennità viene pagata direttamente dall’INPS. Nella maggior parte dei casi, quindi, l’indennità è materialmente pagata dall’azienda, e quindi transita in busta paga, e poi recuperata tramite gli importi che l’azienda deve all’INPS.
La domanda di congedo parentale deve essere presentata prima dell’inizio del periodo di astensione dal lavoro e va richiesta direttamente all’INPS tramite il servizio online disponibile sul sito dell’ente.
In alternativa, puoi fare richiesta congedo parentale:
Ricordati che oltre alla domanda congedo parentale, dovrai prenderti in carico la comunicazione al tuo datore di lavoro dei giorni o delle ore che intendi prendere come assenza. L’ultima cosa da sapere per come richiedere il congedo parentale è che se fai domanda in autonomia direttamente dal sito INPS, dovrai tenere a disposizione lo SPID o i codici della tua carta d’identità digitale.
La durata del preavviso congedo parentale varia in base al tipo di congedo richiesto:
Altro tema sul congedo parentale: il dirigente può negarlo? Assolutamente no, come abbiamo già detto è un diritto dei genitori previsto per legge e che spetta al 100%. Certo, dovrai rispettare tutti i tempi di preavviso e le procedure richieste dalla legge e dall’INPS per fare domanda.
Ricorda che se fai richiesta di congedo parentale a ore, non puoi cumularlo con altri permessi previsti a tutela della genitorialità come ad esempio i permessi allattamento.
Altro caso è invece quello in cui uno dei due genitori prende un permesso allattamento, mentre l’altro il congedo parentale. In questo caso ci saranno due opzioni:
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