Scopri come funziona l’astensione obbligatoria riconosciuta ai padri lavoratori dipendenti
Il congedo di paternitàÈ il diritto del padre lavoratore di astenersi dal lavoro per tutta o una parte della durata del congedo di maternità, ed è riconosciuto in casi specifici. More è quel periodo di astensione dal lavoro che viene riconosciuto ai neo papà con un lavoro dipendente. A partire dal 13 agosto 2022, non è più una semplice facoltà, ma è diventato obbligatorio.
Si tratta di un’importante misura a sostegno della genitorialità che ha l’obiettivo di rendere più gestibili ed equilibrati i carichi di cura all’interno del nucleo familiare.
Fino a poco tempo fa, il congedo obbligatorio era garantito solo alle madri. Ai padri, invece, era concesso in casi molto specifici e gravi: la morte o la malattia della madre, l’abbandono del figlio o l’affidamento esclusivo al padre. In questo scenario, quindi, il neo papà poteva contare solo sul congedo parentale, una misura facoltativa a cui può ancora fare ricorso.
Se ti stai chiedendo, quindi, come funziona il congedo obbligatorio per i papà, sei nel posto giusto! Iniziamo.
Con la Legge di bilancio 2022 viene introdotta la possibilità per il padre di godere di un periodo di congedo obbligatorio indipendente da quello della madre. Questo periodo è chiamato proprio congedo di paternità.
Da quel momento, il congedo per paternità diventa legge a tutti gli effetti e viene riconosciuto come diritto assoluto del papà, totalmente indipendente dai periodi riconosciuti alla mamma. Questo vuol dire che va a sommarsi:
Se non è ancora chiaro cos’è il congedo di paternità possiamo definirlo come un periodo di assenza dal lavoro tutelato esattamente come quello della mamma, con la differenza che il papà ha disposizione un periodo di tempo più ridotto.
Per ora abbiamo fissato i primi concetti molto importanti, per cui possiamo proseguire. Se vuoi capire come funziona il congedo di paternità INPS o meglio il congedo di paternità 2025, continua a leggere!
Dopo aver introdotto il tema, vediamo meglio come funziona il congedo di paternità.
Se sei padre hai diritto a un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro a partire dai 2 mesi che precedono la data presunta del parto ed entro il quinto mese di vita del figlio.
L’INPS parla proprio di un «diritto autonomo» del padre quindi questo vuol dire che:
Per i genitori è essenziale capire quanti giorni di congedo paternità possono essere presi per organizzare al meglio la gestione familiare. Il congedo paternità ha una durata di 10 giorni, ma è importante sapere se si tratta di 10 giorni lavorativi o di calendario.
Come l’INPS stesso specifica nel sito istituzionale, si intendono 10 giorni lavorativi, quindi senza contare sabato e domenica, a meno che non siano giorni in cui, in base al tuo contratto, devi lavorare. A tal proposito è importante monitorare quali sono i tuoi giorni lavorativi così da capire se il congedo paternità di 10 giorni include anche il sabato e la domenica.
Ma come puoi prendere questi giorni? Puoi decidere se i giorni di congedo paternità vanno presi uno in seguito all’altro oppure distribuiti nel tempo. È importante sapere che, in caso di parto gemellare, il periodo massimo viene raddoppiato, arrivando a 20 giorni di congedo paternità, sempre lavorativi.
Ma se volessimo fare un esempio, come si calcolano i 10 giorni di congedo di paternità? Facciamo finta che la tua compagna abbia partorito il 17 novembre 2024, il termine massimo entro cui puoi chiedere il congedo è il 16 aprile 2025. Potresti prendere tre giorni prima la data presunta del parto e i restanti 7 giorni, sempre lavorativi, nei giorni successivi al 17 novembre.
Per gli affidamenti e le adozioni, il congedo vale allo stesso modo.
Riassumendo tutte le informazioni che hai trovato nei paragrafi precedenti, possiamo ribadire con certezza che il congedo di paternità obbligatorio non deve essere confuso con:
Cosa succede se la madre non è in grado di prendersi cura del figlio perché gravemente malata?
In questo caso, il papà potrà prendere il congedo di paternità facoltativo. Si tratta di un periodo di tempo pari al congedo di maternità obbligatorio che la mamma non ha potuto fruire a causa della malattia o del disturbo che può aver contratto dopo il parto.
Il congedo di paternità può essere richiesto da tutti i padri lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati in occasione di questi eventi:
La nuova formula del congedo obbligatorio può essere richiesta, in genere, solo per gli eventi avvenuti dopo il 13 agosto 2022, salvo alcuni casi particolari.
Come riportato dall’INPS, ogni giorno di assenza è pagato al 100%. Ti spetta dunque un’indennità giornaliera pari alla retribuzione goduta nel mese precedente a quello in cui decidi di fruire del congedo.
Dal punto di vista contributivo, non c’è nessuna penalità: tutte le somme corrisposte dall’INPS a tutela dei periodi di genitorialità sono valide per la pensione e sono coperte da contribuzione figurativa.
Uno step fondamentale che non possiamo tralasciare è sapere come richiedere il congedo paternità in modo corretto e nei tempi previsti. La procedura da rispettare per la domanda congedo paternità varia a seconda della tipologia di contratto e settore di lavoro.
Ma entriamo nel vivo a proposito del congedo di paternità da 10 giorni, molti si chiedono: come richiederlo? la risposta è dipende:
Maggiori dettagli su come richiedere il congedo di paternità sono disponibili sul sito ufficiale dell’INPS.
Dopo aver capito quanto prendi durante l’assenza, vediamo ora chi paga il congedo di paternità perché dobbiamo fare una distinzione molto importante.
In genere è pagato direttamente dal datore di lavoro, che anticipa le somme da parte dell’Istituto di Previdenza Sociale.
Qualora l’indennità sia pagata direttamente dall’INPS, bisogna invece presentare un’apposita domanda telematica sul sito.
Tante persone della nostra community ci chiedono spesso cosa succede al congedo di paternità obbligatorio non fruito.
La risposta è molto semplice e purtroppo amara: i 10 giorni, o eventualmente 20 giorni, vanno completamente persi.
Non è possibile per il papà, infatti, trasferire queste giornate alla mamma o recuperarli in un periodo successivo al termine massimo previsto dalla legge.
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