DVR: cos’è e come funziona

DVR
(foto Shutterstock)

Tutti i datori di lavoro hanno l’obbligo di garantire condizioni di sicurezza per i propri dipendenti

L’art. 2087 del Codice civile prevede che l’imprenditore sia tenuto ad adottare, nell’esercizio dell’impresa, tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro, tenendo conto della particolarità del lavoro, dell’esperienza e della tecnica.

Si tratta di uno dei principi fondamentali del sistema italiano di prevenzione e sicurezza sul lavoro.

Il datore di lavoro ha quindi l’obbligo di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori, a prescindere dalle dimensioni dell’impresa. Anche nel caso di una ditta individuale con un solo dipendente, devono essere rispettate tutte le disposizioni previste in materia.

Le modalità operative sono disciplinate dal d.lgs. n. 81 del 2008, noto come Testo Unico sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro.

Documento valutazione dei rischi (DVR): cos’è?

DVR è l’acronimo di Documento di Valutazione dei Rischi ed è previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza. Si tratta di un documento obbligatorio in cui vengono descritte tutte le attività svolte dall’azienda, individuati e valutati i rischi per la salute connessi a tali attività e indicate le misure adottate per ridurre o eliminare i rischi di infortunio.

Il DVR aziendale è quindi un documento che varia in base alle specificità di ciascuna impresa, in quanto fondato sull’analisi del sistema produttivo e dei rischi potenziali per la salute dei lavoratori in ogni unità produttiva.

Dopo aver identificato i rischi, il Documento di Valutazione dei Rischi deve contenere anche le azioni concrete previste per prevenirli o limitarli, con l’obiettivo di proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Differenza tra DVR e DUVRI

Quando si parla di sicurezza sul lavoro, è facile confondere alcuni documenti obbligatori, specialmente quelli identificati da sigle simili. È il caso del DVR e del DUVRI. La differenza tra DVR e DUVRI riguarda principalmente la loro funzione e i contesti in cui devono essere redatti.

Il DVR è stato già approfondito nel paragrafo precedente, quindi è utile concentrarsi ora sul DUVRI.

Il DUVRI (Documento Unico di Valutazione dei Rischi da Interferenze) viene redatto esclusivamente quando un’azienda affida lavori, servizi o forniture a imprese esterne. In pratica, è necessario quando nello stesso luogo di lavoro operano contemporaneamente lavoratori appartenenti a realtà aziendali differenti, come avviene, ad esempio, negli appalti.

In queste situazioni, la differenza tra DVR e DUVRI consiste nella necessità, da parte del committente, di valutare anche i rischi derivanti dall’interferenza tra attività differenti, svolte da soggetti diversi, nello stesso ambiente lavorativo.

Documento valutazione dei rischi (DVR): chi lo fa

Uno degli aspetti più importanti legati al DVR riguarda la sua redazione e la responsabilità che ne deriva. Ma il DVR chi lo fa? La legge stabilisce chiaramente chi deve redigere il documento di valutazione dei rischi DVR: è il datore di lavoro il principale responsabile. 

Questo però non vuol dire che debba farlo in completa autonomia. Infatti, chi elabora il documento di valutazione dei rischi è il datore di lavoro con la collaborazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) e, quando presente, del medico competente

Anche i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) devono essere consultati durante il processo. Dunque, chi redige il DVR non lo fa in autonomia, ma si avvale di figure specializzate. 

Quindi, a chi spetta la responsabilità di redigere il DVR è chiaro: al datore di lavoro, che deve garantire un documento completo, aggiornato e nel rispetto della realtà aziendale.

Documento valutazione dei rischi (DVR): quando è obbligatorio

Il DVR, quando è obbligatorio, rappresenta un punto cardine nella gestione della sicurezza sul lavoro.

L’obbligo di redazione del documento scatta nel momento in cui l’azienda impiega almeno un lavoratore, a prescindere dalla tipologia contrattuale: tempo determinato, part-time o tirocinio.

In altre parole, è tenuto a redigere il DVR qualsiasi datore di lavoro che impieghi personale, indipendentemente dal settore di attività o dal numero complessivo di dipendenti.

Secondo le ultime interpretazioni legislative, il DVR deve essere predisposto fin dall’inizio dell’attività aziendale, ovvero “immediatamente” a partire dalla costituzione della nuova impresa.

Cosa contiene il DVR? 

Il contenuto di questo documento è espressamente previsto dalla legge. 

Vediamo quindi cosa contiene il DVR

  • la relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa, nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;
  • l’indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati, a seguito della valutazione dei rischi;
  • l’individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento;
  • il programma delle misure per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza;
  • l’indicazione del nominativo del RSPP, ossia il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del RLS rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio.

Quanto costa il DVR

Stabilire quanto costa il DVR dipende da diversi fattori, come la dimensione dell’azienda, il settore di attività, la complessità dei processi produttivi e l’eventuale presenza di rischi specifici.

In genere, se gestisci una piccola impresa con rischi contenuti, il costo per la redazione del DVR si aggira intorno ai 300 €. Tuttavia, in caso di attività più articolate o di imprese di dimensioni maggiori, la spesa può superare anche i 1.000 €, soprattutto se è necessario affidarsi a consulenti esterni o a tecnici specializzati.

Esistono due modalità principali di elaborazione:

  • le aziende fino a 10 lavoratori possono utilizzare la procedura standardizzata, che prevede l’uso di moduli e software messi a disposizione dal Ministero del Lavoro;
  • le aziende con più di 50 dipendenti devono invece seguire obbligatoriamente la procedura ordinaria;
  • se la tua azienda ha tra 11 e 50 dipendenti, puoi scegliere liberamente tra le due opzioni.

Il DVR dove deve essere custodito?

Una volta redatto, è fondamentale sapere dove deve essere custodito il DVR. La normativa prevede che il documento di valutazione dei rischi sia conservato all’interno dell’azienda, in un luogo accessibile e sicuro.

Non è obbligatorio conservarlo in formato cartaceo, a patto che la versione digitale sia firmata con firma elettronica qualificata e sempre disponibile in caso di controlli.

In pratica, il DVR dove deve essere custodito? Il documento deve essere sempre a disposizione degli organi di vigilanza, dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e, se richiesto, anche dei lavoratori stessi.

Aggiornamento DVR: quando e ogni quanto?

Non è sufficiente predisporre il DVR una sola volta, ma è obbligatorio aggiornarlo in determinate occasioni. Il datore di lavoro sarebbe obbligato a revisionarlo periodicamente, adempiendo all’obbligo generale di tutela della salute dei propri lavoratori.

La legge prevede poi dei casi in cui è obbligatorio l’immediato aggiornamento DVR

  • in caso di modifiche del processo produttivo o dell’organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori;
  • in caso di evoluzione della tecnica, della prevenzione o della protezione;
  • a seguito di infortuni significativi;
  • quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità.

In quale occasione deve essere rielaborato il DVR? L’aggiornamento del DVR e la sua eventuale rielaborazione devono essere effettuati entro 30 giorni dal verificarsi di una delle suddette ipotesi e l’azienda deve darne opportuna comunicazione.

Chi può richiedere copia del DVR

Nel contesto della sicurezza sul lavoro, è importante sapere chi può richiedere copia del DVR. 

Il documento non è pubblico, ma deve essere accessibile a determinate figure all’interno dell’azienda, oltre agli organi di controllo esterni. 

In particolare, hanno diritto a consultarlo (o chiederne copia) il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), gli organi di vigilanza, come l’ASL o l’Ispettorato del Lavoro, e il medico competente, se nominato. 

I lavoratori, invece, non possono direttamente ottenere una copia integrale, ma hanno bisogno di effettuare la richiesta tramite il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (l’RLS). 

In sintesi, chi può richiedere copia del DVR è chi è coinvolto direttamente nella gestione o nel controllo della sicurezza in azienda.

Cosa succede se non c’è il DVR?

Il DVR è uno strumento fondamentale per garantire la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Per questo motivo l’eventuale mancata predisposizione del DVR è punita severamente.

Le recenti modifiche normative hanno previsto che la mancata predisposizione del DVR è considerata «grave violazione» ed è punita con la sospensione dell’attività produttiva dell’impresa.

Per l’omessa del DVR è previsto l’arresto da 3 a 6 mesi o un’ammenda che parte da circa 2500 € per poi inasprirsi in base ai casi.

 

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