Cos’è e come funziona lo smart working?

(foto Adobe Stock)

Lo smart working è una modalità di lavoro che è ormai entrata nella vita di tanti cittadini: ecco come funziona

Smart working: cos’è e come funziona

Negli ultimi anni tutti abbiamo cominciato a familiarizzare con questa nuova modalità di lavorare. Il lavoro agile o “smart working” è un nuovo modo di lavorare, caratterizzato dall’assenza di precisi vincoli di orario e di luogo di lavoro.

È stato introdotto dal decreto legislativo 81/2017 e si fonda sull’accordo tra lavoratore dipendente e datore di lavoro.

Cos’è lo smart working? Non è un nuovo tipo di contratto di lavoro, ma una modalità alternativa di lavorare che viene stabilita dal contratto di assunzione e dal contratto collettivo applicata in azienda.

Dal 1° aprile 2024 c’è una novità sullo smart working: per lavorare in modalità agile è necessario un accordo specifico tra te e il datore di lavoro, che deve essere inserito nel contratto di lavoro.

Smart working: quali sono vantaggi e svantaggi per il lavoratore? 

I vantaggi dello smart working sono parecchi, in primo luogo l’attività lavorativa stessa ottiene grande flessibilità e autonomia, permettendo di conciliare al meglio i tempi di vita e di lavoro.

Infatti, con lo smart working puoi scegliere luogo, orari e strumenti per svolgere parte del tuo lavoro al di fuori delle mura aziendali, grazie anche alla possibilità di usare strumenti tecnologici di connessione con la sede principale.

Tutto ciò, tra l’altro, implica una maggior responsabilizzazione riguardo agli obiettivi da raggiungere, aumentando la consapevolezza del proprio operato e la soddisfazione per i risultati ottenuti.

E gli svantaggi dello smart working? Dalla recente esperienza si può affermare che l’attività lavorativa da remoto può comportare una sensazione di “isolamento” rispetto all’ambiente aziendale. Inoltre, se non viene riconosciuto un effettivo diritto alla disconessione, il rischio principale è quello di una confusione e continua commistione tra lavoro e vita privata.

Esiste un “diritto allo smart working”?

Poniamo il caso che le mansioni possano essere svolte da casa: puoi pretendere di lavorare da remoto? La risposta è negativa. Secondo la disciplina generale non esiste alcun diritto a lavorare in modalità agile.

Durante la fase pandemica, per alcune categorie di lavoratori era stato introdotto un vero e proprio diritto allo smart working

Gli ultimi a poter rivendicare un diritto a lavorare in questa modalità sono stati i lavoratori fragili e i lavoratori genitori di figli under 14, che fino al 31 marzo 2024 potevano farlo senza dover sottoscrivere un accordo individuale.

Dal primo aprile 2024, però, anche queste categorie di lavoratori rientrano nella disciplina ordinaria, quindi di fatto non esiste più un diritto allo smart working.

Smart working prioritario per chi è in maternità

Se non esiste più un vero e proprio diritto allo smart working, la legge riconosce tuttavia una priorità ad alcune categorie di dipendenti nel caso in cui l’azienda decida di proporre una simile modalità lavorativa.

A tal proposito, i datori di lavoro sono tenuti a riconoscere priorità alle richieste di smart working formulate da:

Lo smart working può essere un obbligo?

Se non esiste il diritto, non esiste nemmeno un obbligo di smart working. Come visto, dal 1° aprile 2024 le regole sono uguali per tutti e per poter usufruire di questa modalità è sempre necessario l’accordo tra lavoratore e azienda

Questo significa che, a differenza di quanto è accaduto durante la pandemia, l’azienda non può più importi, in modo unilaterale, il lavoro agile, ma è sempre necessario l’accordo tra le due parti. In sintesi: nessun diritto a lavorare da remoto e nessun obbligo di rispettare l’eventuale imposizione dell’azienda. Tradotto: senza accordo, niente lavoro agile.

Quali sono gli obblighi del datore di lavoro nello smart working

Innanzitutto, anche in smart working l’azienda deve continuare a rispettare gli obblighi previsti dalla disciplina generale prevista per il lavoro subordinato. Dunque, sotto questo profilo nulla cambia per il datore di lavoro. A questi obblighi, tuttavia, si aggiungono alcune previsioni particolari previste proprio per lo smart working.

Ad esempio, il datore di lavoro è sempre responsabile della sicurezza e del buon funzionamento degli strumenti tecnologici che ti affida per lo svolgimento del tuo lavoro. Inoltre, sempre per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, l’azienda deve trasmettere un’informativa sulla sicurezza e sui rischi generali e specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro.

Quali sono le regole principali dello smart working 

Come premesso, la disciplina dello smart working è contenuta nel decreto legislativo numero 81 del 2017.

A partire dal 1° aprile 2024 è ritornata in vigore la disciplina ordinaria, senza eccezioni e deroghe riservate a particolari categorie di lavoratori.

Vediamo le regole principali:

  • si può lavorare in smart working solo c’è l’accordo tra te e l’azienda;
  • l’accordo smart working deve essere redatto per iscritto. Questo accordo contiene la regolamentazione dello smart working aziendale: può indicare, ad esempio, il luogo in cui effettivamente il lavoro sarà svolto e per quanti giorni alla settimana, la fascia oraria di reperibilità, i tempi di riposo e le modalità di utilizzo degli strumenti tecnologici messi a tua disposizione;
  • hai sempre diritto alla disconnessione.

Quali poteri di controllo ha il datore di lavoro?

L’accordo stabilisce anche le modalità di esercizio del potere di controllo del datore di lavoro sul tuo lavoro svolto all’esterno delle mura aziendali e individua i comportamenti che potrebbero dar luogo a sanzioni disciplinari.

Vengono, inoltre, fissate le fasce orarie in cui puoi disconnetterti dagli strumenti tecnologici di lavoro e le misure tecniche a ciò necessarie, per evitare che tu debba rimanere continuamente connesso con la sede aziendale.

Sono garantite misure di sicurezza nello smart working?

Sì, il datore di lavoro rimane responsabile della tua salute e della tua sicurezza, individuando i rischi collegati alle particolari modalità di esecuzione del rapporto e predisponendo le necessarie misure di prevenzione.

Rimane garantito, per di più, il diritto all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali connesse al lavoro svolto fuori dall’ufficio o dalla sede aziendale.

Come viene retribuito lo smart working

Specifichiamo che non cambia nulla rispetto al lavoro in sede. La retribuzione deve corrispondere a quella stabilita dal contratto collettivo per i lavoratori che svolgono le stesse mansioni all’interno dell’azienda. 

Quindi, se ti chiedi se con lo smart working si guadagna di meno, la risposta di norma è no. In alcuni casi può capitare che tu non possa fare del lavoro straordinario e quindi possa ritrovarti con una busta paga più “leggera”, ma la retribuzione ordinaria è la stessa del lavoro in presenza.

Come attivare lo smart working 

Se tu e l’azienda avete sottoscritto l’accordo per lo smart working, la procedura per attivarlo è molto semplice, al contrario del passato. Infatti, il datore ha l’obbligo di trasmettere, entro i 5 giorni successivi all’inizio del lavoro in modalità agile, la comunicazione di avvio tramite l’applicativo che si trova all’interno del portale Servizi Lavoro. Una volta compiuta questa operazione, lo smart working può iniziare.

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