Spesso si fa riferimento alla possibilità di ottenere contributi o agevolazioni per lo stato di disabilità di un familiare, ma chi è la persona che può usufruirne?
È il «caregiver», una figura che si può associare a quella dell’assistente familiare, cioè colui che si rende disponibile ad aiutare attivamente le persone della sua famiglia che abbiano bisogno di particolari attenzioni.
Il termine inglese significa «colui che si prende cura» e indica quella persona che si occupa di un familiare o di un congiunto malato o con disabilità. È importante sottolineare che, per rientrare in questa categoria, l’assistenza deve essere prestata gratuitamente.
Il soggetto destinatario delle cure è colui che, a causa di malattia o disabilità anche croniche o degenerative:
La persona che ha bisogno di assistenza deve avere un determinato grado di parentela con il caregiver, che dunque può assistere:
Con la legge n. 76 del maggio 2016 è stata ampliata la definizione, che oggi comprende anche il soggetto che assista l’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto.
È bene specificare che si intendono conviventi di fatto due persone «maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale», che non siano vincolate da rapporti di parentela, matrimonio o da un’unione civile.
Normativa a supporto della figura dell’assistente familiare
Con la legge di bilancio del 2018, viene per la prima volta istituito un fondo statale per la figura del caregiver familiare.
Nella legge di bilancio 2019 è stata prorogata l’esistenza di questo fondo, e incrementata la previsione di spesa. Questo ha dato la possibilità di poter istituire diverse iniziative verso chi ha il ruolo di cura dell’assistente familiare.
Nel corso del dicembre del 2021, è stato emanato un decreto per la ridistribuzione di 22 milioni di euro suddivisi tra le regioni, affinché adottino misure e agevolazioni verso gli assistenti familiari.
Quando si parla di persone disabili, sono due le leggi principali che hanno dettato i principi generali in materia di assistenza della persona bisognosa: la legge 104/1992 e la legge 68/1999.
Fino ad agosto 2022, la legge prevedeva che il disabile non potesse avvalersi di più persone per farsi assistere. Ora non è più così.
L’INPS, infatti, ha recentemente modificato il principio del «referente unico» in favore di un’ottica estensiva, che dà la possibilità a più soggetti di assistere alternativamente la stessa persona bisognosa di attenzioni.
Le misure previste sono quindi molteplici e coinvolgono sia il soggetto beneficiario (la persona che ha bisogno di assistenza) sia il soggetto che fornisce assistenza, che ha diritto a una serie di agevolazioni sul luogo di lavoro. Le più conosciute riguardano i permessi, ma ne esistono altre, come ad esempio degli sgravi fiscali sull’acquisto di un’auto.
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