Pensione di vecchiaia: tutto quello che c’è da sapere per il 2024

Pensione

La pensione di vecchiaia spetta a chi ha finito di lavorare e ha raggiunto una certa età anagrafica e un determinato numero di anni di contributi

La pensione di vecchiaia è quel tipo di pensione che spetta a tutte le persone che hanno finito di lavorare perché hanno raggiunto l’età e gli anni di contributi richiesti per legge.

Pensione di vecchiaia: i requisiti 

I requisiti per andare in pensione con questo sistema sono due:

  • età anagrafica
  • anni di contributi versati

Da quest’anno ci sono delle differenze se il sistema di calcolo è solo contributivo o se invece è misto (contributivo e retributivo).

Pensioni di vecchiaia, le novità dell’ultima ora

La Legge di Bilancio ha introdotto delle novità. Per chi ha cominciato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995, e rientra quindi nel sistema contributivo, sono state apportate delle modifiche alle soglie di accesso a questo tipo di pensione.

In particolare, è stato abbassato il requisito di accesso riguardo all’importo mensile lordo della pensione, che una volta doveva essere di almeno 1,5 volte l’assegno sociale, mentre ora è sufficiente che sia di un importo pari o superiore. Per il 2024, l’importo di questo assegno è stato fissato in € 534,41.

Per i lavoratori che ricadono nel sistema misto, invece, non è richiesta questa ultima condizione, ma è sufficiente avere l’età anagrafica e contributiva richiesta.

Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia nel 2025 e la pensione di vecchiaia nel 2026, per il momento le regole rimangono le stesse. Nel caso in cui i requisiti cambiassero, noi di laborability ne scriveremo sicuramente.

Qual è l’età per il pensionamento di vecchiaia

In molti si chiedono quindi se ci sia stato un cambiamento anche riguardo all’età in cui si potrà prendere la pensione di vecchiaia.

Da questo punto di vista, però, non ci sono stati cambiamenti: a che età si prende la pensione di vecchiaia nel 2024? L’età richiesta rimane 67 anni, a prescindere dal fatto che si ricada nel sistema “misto”, o “contributivo” puro.

Oltre al requisito di età, però, è richiesto anche un minimo di anzianità contributiva. Per entrambi i sistemi (misto e contributivo) generalmente sono necessari 20 anni di versamenti.

Pensione di vecchiaia contributiva

Tutte le persone che ricadono nel sistema contributivo, cioè quelle che non hanno fatto versamenti contributivi prima del 31 dicembre 1995, per andare in pensione devono avere, come per chi rientra nel sistema misto:

  • 20 anni di contributi
  • 67 anni di età

Per chi ricade nel solo sistema contributivo, invece, c’è un’ulteriore possibilità, cioè quella di andare in pensione con l’opzione di “vecchiaia – contributiva”. 

Per questa opzione bisogna avere:

  • 5 anni di contributi
  • 71 anni di età

Anche in questo caso, chi richiede la pensione la riceve direttamente, senza nessun periodo di pausa tra la domanda e la ricezione della prima rata.

Pensione di vecchiaia anticipata

Un caso in cui si parla di pensione di vecchiaia anticipata è quello per invalidità. Per avere accesso, innanzitutto, bisogna avere come minimo un’invalidità all’80%, percentuale che poi può salire fino al 100%

Anche in questo caso, ci sono differenze tra chi gode del sistema contributivo e di quello misto.

Per i lavoratori del solo settore privato, che siano coinvolti dal sistema misto, e quindi abbiano versato contributi anche in data precedente al 31 dicembre 1995, è possibile accedere a una particolare deroga.

In questo caso particolare, basterà avere:

  • 61 anni di anzianità e 20 di contributi per gli uomini
  • 56 anni di anzianità con 20 di contributi per le donne.

La finestra mobile, in questo caso, è molto ampia, arrivando a 12 mesi.

Ciò vuol dire che, se si facesse la domanda a giugno 2024, si comincerebbe a percepire la pensione da giugno 2025.

Nel caso dei non vedenti, le regole sono ancora differenti. In questo caso, si potranno avere degli sconti sull’età anagrafica e anni di contributi, ma solo se si rientra nel sistema misto.

In questo caso, infatti, sono richiesti:

  • 56 anni di cui 10 di contributi agli uomini
  • 51 anni di cui 10 di contributi alle donne.

Potranno accedere sia i dipendenti che gli autonomi, ma ci saranno delle differenze nei tempi di percepimento dell’assegno.

Per i dipendenti, la finestra mobile sarà di 12 mesi, mentre per gli autonomi si allunga di ulteriori 6 mesi, arrivando a 18 dal momento della richiesta.

Gli altri casi di pensione anticipata sono temporanei, cioè il Governo decide di anno in anno se rinnovarli o meno. Nel 2024 sono ancora attivi Opzione donna, l’Ape sociale e Quota 103. Tutte queste forme hanno dei requisiti specifici e diversi da quelli della pensione di vecchiaia.

Pensione di vecchiaia senza contributi

In realtà, senza una contribuzione minima non si può parlare di pensione. Se non hai mai versato contributi, quindi non hai mai lavorato, lo Stato riconosce una prestazione assistenziale, cioè l’assegno sociale.

Questa somma viene garantita a tutte le persone anziane che, secondo la legge, hanno bisogno di un aiuto economico. I requisiti per ottenere l’assegno sono:

  • avere più di 67 anni di età
  • essere in situazione di bisogno economico.

L’assegno sociale è provvisorio, quindi ogni anno lo Stato verifica che i requisiti siano ancora presenti. Se non è così, il sussidio viene interrotto.

Pensione di vecchiaia donne

Se sei una donna, i requisiti per ricevere la pensione di vecchiaia sono gli stessi, quindi:

  • 67 anni di età 
  • 20 anni di contributi. 

Le donne hanno un trattamento diverso invece se vogliono andare in pensione anticipata. Possono infatti fare richiesta per Opzione donna, che ha dei requisiti diversi.

Quando viene pagata la prima rata della pensione di vecchiaia

Una delle domande più frequenti una volta raggiunta l’età per ritirarsi dal lavoro è proprio viene pagata la prima rata.

In questo caso non c’è una “finestra mobile”, cioè un momento di attesa tra la richiesta e il momento in cui si inizia a riceverla, che invece esiste per la pensione anticipata.

Pensione di vecchiaia: l’importo

A quanto ammonta la pensione di vecchiaia? Rispondere a questa domanda non è scontato, perché l’importo varia da persona a persona in base alla propria storia contributiva, quindi è impossibile avere una tabella pensione di vecchiaia, anche con dei valori sommari. Anche l’importo della pensione minima di vecchiaia, infatti, potrebbe variare in base:

  • al sistema di calcolo (contributivo o misto);
  • al tipo di pensione cui si vuole accedere (vecchiaia puro, vecchiaia per invalidi o non vedenti)
  • ai contributi versati nella propria vita lavorativa. Per esempio, potremmo aver lavorato per un periodo in modo autonomo e quindi potremmo aver versato i contributi a una gestione non amministrata dall’Inps. In questo caso, la pensione potrebbe essere suddivisa a seconda del tipo di gestione. 

Se vuoi sapere come calcolare la pensione di vecchiaia, puoi provare il simulatore Inps. Un’altra cosa che puoi fare è scaricare l’Estratto Conto Contributivo, sempre dal sito dell’Inps. Questo documento è indispensabile per il calcolo della pensione di vecchiaia. Una volta ottenuto, puoi rivolgerti a un patronato per avere un’idea di quale sarà l’importo della tua pensione di vecchiaia.

Come si fa la domanda per la pensione di vecchiaia

Puoi fare la domanda direttamente online sul sito dell’Inps nella pagina dedicata alla pensione di vecchiaia oppure, se preferisci ricevere assistenza, puoi andare di persona in un ufficio dell’Inps o rivolgerti a un patronato.

Puoi decidere anche di scaricare il modulo e compilarlo a mano. In questo caso dovrai inserire tutti i dati obbligatori (sono quelli contrassegnati da una cornice blu) e poi dovrai consegnare il documento al patronato che ti sta seguendo nella pratica oppure inviarlo via posta raccomandata con ricevuta di ritorno a qualunque ufficio Inps.

 

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