Come faccio a sapere quanti contributi ho?

ragazza che controlla i propri contributi
(foto Shutterstock)

Sapere quanti contributi sono stati versati è un’informazione importante per evitare brutte sorprese

Non facciamo mai troppo caso a quanti soldi vengono trattenuti ogni mese dalla busta paga. Le imposte sembrano sempre troppo alte e i contributi li vedremo solo quando una volta andati in pensione. 

Quando si tratta dei propri contributi, però, bisogna fare molta attenzione, perché è proprio in base a questa somma che, alla fine della propria carriera, verrà calcolato l’effettivo ammontare della pensione.

Proprio per questo motivo, l’INPS ha messo a disposizione un comodo e veloce strumento, consultabile on line, sui contributi effettivamente versati dai vari datori di lavoro nella propria storia lavorativa.

Cos’è l’estratto contributivo

È il documento che elenca tutti i contributi versati per ogni singolo lavoratore, in tutta la sua storia lavorativa. In questo estratto sono compresi non solo quelli che derivano dal lavoro dipendente, ma anche quelli versati in via autonoma, per esempio nel caso di gestione separata, o ancora, quelli da eventuali riscatti, per esempio quello di laurea o quello del servizio militare.

Chi è prossimo alla pensione può richiedere l’estratto conto certificativo, con valore legale, per capire se è in regola con il versamento dei contributi.

Come funzionano i contributi?

Per i lavoratori dipendenti, vengono calcolati sulla retribuzione lorda che si percepisce nel mese, e quantitativamente sono tra il 5,84% e il 9,19%.

 Se l’aliquota nella propria busta paga è più alta, per esempio 9,49%, potrebbe essere perché c’è una contribuzione aggiuntiva per il finanziamento di misure di cassa integrazione. 

È da specificare che queste aliquote sono al netto di eventuali manovre governative a favore del lavoratore, come per esempio gli sgravi presenti per il 2023. Questi provvedimenti possono quindi ridurre le aliquote: il risultato è un netto in busta più alto.

Per i lavoratori dipendenti, una volta che questo ammontare è stato trattenuto in busta paga, spetterà al datore di lavoro versare i contributi all’ente previdenziale.

I lavoratori in gestione separata, invece, devono ricordarsi di versare i propri contributi autonomamente, secondo le scadenze prefissate.

Perché fare l’estratto contributivo

Le informazioni contenute nell’estratto consultabile dal sito INPS sono estremamente importanti, perché permettono al lavoratore di capire quanto effettivamente è stato versato a titolo di contribuzione. 

Questi versamenti possono essere fatti in maniera autonoma da parte del proprio datore di lavoro, in base al tipo di rapporto di lavoro in essere.

L’assegno pensionistico si baserà proprio sui dati contenuti nell’estratto contributivo, quindi consultare questo documento è importante per controllare che non ci siano “buchi” nella contribuzione, dovuti per esempio a errori di registrazione o peggio, di mancati versamenti da parte del datore di lavoro.

Cosa si può vedere

Oltre ai contributi versati per il lavoro dipendente, saranno presenti e consultabili anche i contributi versati a seguito di lavori autonomi prestati, o di contributi figurativi. Questi ultimi, in parole semplici, sono quelli riconosciuti al lavoratore senza che debbano essere stati effettivamente pagati.

Ne sono un esempio quelli maturati durante:

  • maternità
  • congedo parentale
  • servizio militare o civile
  • cariche pubbliche elettive.

Attenzione: non tutti i contributi figurativi sono riconosciuti automaticamente: per alcuni è necessario presentare una domanda. Proprio per questo motivo, è sempre utile tenere sotto controllo la propria situazione contributiva.

Controlli da fare

Se una volta letto l’estratto ti accorgi di alcune incongruenze o di mancanze, è consigliabile che tu faccia riferimento ai dati delle Certificazioni Uniche relative a quegli anni, se sei dipendente, o alle ricevute dei versamenti effettuati, se lavori come autonomo.

A questo punto, se mancano dei versamenti puoi fare riferimento all’Inps o agli altri organi competenti (pensiamo alle casse per alcuni autonomi). Le azioni legali, però, possono essere attivate solo entro il termine di prescrizione, che è fissato in 5 anni. Per questo motivo ti consigliamo di controllare il tuo estratto contributivo almeno una volta ogni 4 anni circa, per non lasciar decorrere questo termine.

 

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