Cosa succede alle ferie non godute?

Ferie non godute
(foto Shutterstock)

Le ferie sono un diritto irrinunciabile, ma cosa succede se non le utilizziamo tutte?

Le ferie sono un diritto irrinunciabile di chi lavora, un diritto sancito dalla Costituzione e dalla legge, che prevede un periodo minimo di 4 settimane, che possono essere di più a seconda di diversi fattori, come ad esempio il ccnl applicato in azienda.

Capita però che ne rimangano di arretrate. Cosa succede in questi casi? Si possono sempre recuperare? In questo articolo vedremo nel dettaglio come funziona.

Che cosa sono le ferie

Per ferie si intende un periodo di non lavoro ma retribuito. Infatti, hanno lo scopo di garantire il riposo e il recupero psicofisico del lavoratore.

Si tratta di un diritto garantito dalla Costituzione, e a tutela di questo diritto la legge stabilisce il periodo minimo di ferie che il dipendente matura in un anno e le tempistiche entro cui queste giornate devono essere utilizzate.

Il periodo minimo di cui hanno diritto i lavoratori è di 4 settimane, e dunque i contratti collettivi possono prevedere un periodo più lungo, ma in nessun caso possono accorciarlo.

Come utilizzarle

Secondo i principi generali, chi ha un lavoro dipendente deve prendere:

  • 2 settimane durante l’anno di maturazione
  • i giorni residui (quindi 2 settimane o più) entro i 18 mesi successivi.

Facciamo un esempio concreto: se nel 2023 hai maturato 4 settimane di ferie, 2 di queste devono essere usufruite entro il 31 dicembre 2023 e le restanti due entro il 30 giugno 2025 (18 mesi successivi all’anno di maturazione).

Come per il periodo di ferie minime, anche nel caso delle tempistiche di fruizione, i contratti collettivi possono prevedere un allungamento del termine, ma non una riduzione.

Possono essere pagate?

Come abbiamo visto, le ferie sono un diritto costituzionale: non puoi decidere di rinunciare a prenderle, quindi non puoi nemmeno ricevere, al posto delle ore di astensione dal lavoro, del denaro, nemmeno su tua espressa richiesta.

Tuttavia, ci sono delle eccezioni, cioè dei casi in cui vengono effettivamente liquidate in due casi:

  • cessazione del rapporto di lavoro per motivi, come ad esempio dimissioni, licenziamento o se il contratto a termine arriva a scadenza;
  • quando si maturano più ferie rispetto alle 4 settimane previste per legge (in questo caso può essere liquidata solo la parte eccedente le 4 settimane).

Cosa succede alle ferie non godute dopo il 30 giugno?

Le ferie non godute entro la scadenza legale di 18 mesi o il termine più ampio eventualmente previsto dai contratti collettivi possono essere fruite in un momento successivo

Tuttavia, per le ferie avanzate, il datore deve calcolare i contributi INPS. Infatti, le ferie che non sono state utilizzate entro i 18 mesi restano a disposizione del lavoratore ma per l’ente è come se fossero state utilizzate. Ecco perché il datore può spingerti a prenderle.

Cosa succede con i permessi non goduti

Diverso è invece il discorso nel caso dei permessi non goduti. Infatti sia i permessi che le ex-festività non sono regolati dalla legge, ma sono previsti e maturano in base al CCNL applicato in azienda. 

L’ammontare della maturazione è variabile in base non solo al CCNL, ma anche alle dimensioni dell’azienda. I permessi e le ex-festività non goduti possono essere sempre liquidati e cioè è possibile richiedere il pagamento delle somme di denaro che corrispondono alle ore o giorni di permessi non goduti dal dipendente.

Alcuni contratti collettivi prevedono la liquidazione dei permessi non goduti senza richiesta espressa del dipendente. Ad esempio, il CCNL Terziario Confcommercio prevede la liquidazione con il cedolino di giugno di tutti quelli maturati nell’anno precedente a quello in corso e non fruiti.

 

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