L’importanza dei valori personali in azienda: il timone e il carburante del nostro lavoro

valori personali

Quando il senso profondo guida le persone e rafforza la cultura aziendale: perché oggi più che mai i valori personali fanno la differenza

di Patrick Cislaghi, Direttore e Co-Founder di Skill Factor

Succede sempre più spesso in azienda: persone capaci e appassionate che, a un certo punto, iniziano a disconnettersi.
Non per mancanza di competenze, ma di senso. Secondo l’ultimo report Gallup, circa 6 lavoratori su 10 si sentono emotivamente distaccati dal proprio lavoro. Un dato che racconta un disagio profondo, legato non solo ai compiti, ma a qualcosa di più identitario: i valori personali

Infatti, quando i valori dei collaboratori non trovano spazio o risonanza nei valori aziendali, si apre una distanza sottile ma significativa tra ciò che le persone sentono come importante e ciò che l’organizzazione valorizza davvero. Da lì, il passo verso il malcontento è breve: l’energia cala, l’entusiasmo si spegne, e con esso anche l’engagement. 

Il peso dei valori personali nei momenti di incertezza

Quando parlo di valori personali non mi riferisco a quelli scritti su una parete o in una brochure aziendale, ma al “perché” più profondo che tiene ancorati anche nei momenti più turbolenti. Ciò che fa dire “” e rimanere ingaggiati in un progetto, anche quando sarebbe più facile tirarsi indietro. 

Ciò che fa restare, anche quando sarebbe più semplice andarsene, o ciò che fa partire, anche se da fuori nessuno capirebbe perché. Sono il timone nei momenti di incertezza e il carburante che fa rialzare dopo una sconfitta. Soprattutto oggi che l’intelligenza artificiale può replicare competenze, linguaggi e persino una parvenza di empatia, i valori personali restano ciò che nessuna tecnologia potrà mai imitare davvero: la nostra autenticità. 

Tuttavia, quando questa unicità non riesce a esprimersi nel contesto lavorativo, qualcosa si incrina. Ecco perché mappare i valori personali non è un esercizio astratto, ma un’azione concreta e trasformativa.  Significa creare occasioni di confronto in cui le persone possano nominare ciò che conta davvero per loro, riconoscere i valori aziendali e cercare insieme il punto d’incontro. 

Nella pratica, questo può avvenire attraverso workshop, momenti di ascolto, raccolta di esperienze significative che coinvolgano la persona, il team e l’intera organizzazione. Perché quando il match valoriale si attiva, le persone non si limitano a lavorare: sentono di appartenere.

Partire da sé: tre domande per riscoprire i propri valori

Anche quando non c’è un progetto strutturato, si può iniziare a lavorare su questo aspetto in modo concreto. Ci sono domande attivanti che ciascuno può porsi, se ha il coraggio di affrontare quelle più scomode. Infatti, interrogarsi sui propri valori fondanti è un gesto semplice solo in apparenza. Richiede di rallentare, guardarsi dentro e scavare, perché è proprio da se stessi che nasce la chiarezza su ciò che conta davvero.

Ecco tre domande stimolo:
1. Cosa ti rende davvero felice? Perché?
2. Perché stai svolgendo l’attività in cui sei impegnato/a in questo momento?
3. Cosa ti causa dolore e perché? Spesso, quando qualcosa ci fa soffrire, significa che è stato violato un nostro valore fondante.

Costruire risposte a queste domande aiuta le persone a orientarsi, e le aziende a generare ambienti più coerenti, sostenibili, autentici.

Perché chi conosce i propri valori personali sa cosa lo muove.
E, soprattutto, sa cosa vuole proteggere.

Gianluca Spolverato analizza il mondo del lavoro con passione raccontandoci il suo punto di vista da profondo conoscitore della materia e valorizzando i temi più complessi riguardanti il diritto del lavoro.

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