Essere genitori e lavorare è sostenibile? Cristina di Loreto racconta i dati raccolti da MeFirst®
di Cristina Di Loreto, Psicologa, psicoterapeuta, Coach, Founder di Me First®
Dal 2020 mi occupo di supporto alla genitorialità e di riduzione del gender gap con un approccio rivoluzionario. Me First®, è un metodo validato e una start up innovativa che ho fondato e che oggi conta un team di circa 20 persone. Me First® non si limita a supportare i singoli genitori, ma affronta una questione sistemica: una società che non sta garantendo sostenibilità a chi sceglie di avere figli.
Perché se una società non garantisce le risorse necessarie a chi cresce le nuove generazioni, può davvero definirsi sostenibile? E chi ha figli può contare su una vera sostenibilità psico sociale?
Ho vissuto un post-partum mentalmente faticoso, nonostante gli strumenti psicologici a mia disposizione. Fin dal primo giorno, ho percepito chiaramente il doppio standard imposto dalla società: essere madre e lavoratrice è possibile, ma a quale prezzo? E che dire del terzo ruolo, raramente menzionato ma essenziale? Quello di individuo con passioni, hobby, amicizie e amore.
Riconosco che dedicarsi alla maternità, se frutto di una scelta consapevole, possa essere appagante. Ma ogni volta che leggevo i dati sulle dimissioni volontarie delle madri lavoratrici, provavo sconforto e rabbia.
Da questi dati e da queste emozioni è nata una riflessione, che parte da un concetto noto in ambito psicologico: dietro ogni decisione ci sono emozioni.
Quali emozioni spingono una madre a dimettersi?
E chi resta nel mondo del lavoro, come sta davvero?
Essere madre lavoratrice è un binomio sostenibile?
Queste domande ci hanno portato a condurre un’importante ricerca, insieme a LabCom, former spin-off dell’Università di Firenze, che ha fotografato lo stato di salute psico sociale delle madri-lavoratrici in Italia.
La ricerca, quotata anche dal report “Le equilibriste, la maternità in Italia nel 2024” di Save The Children, ha indagato 9 dimensioni psicologiche, con altrettante scale validate, ha raggiunto un campione di 2.691 persone in meno di una settimana e ha rilevato dati che ogni persona che lavora in ambito HR, DEI o ESG dovrebbe conoscere.
Su 2.691 madri che hanno risposto emerge (tra molti altri dati) che:
Vi sembra una condizione psicologica sostenibile?
I papà che hanno partecipato alla ricerca speculare sono stati molti meno: solo 373 in quattro settimane. Questo primo dato racconta già molto: gli uomini sentono meno il peso del doppio ruolo.
Eppure, i padri più coinvolti nella cura – quelli che hanno risposto al nostro studio – non riportano livelli di sostenibilità psicologica molto più alti delle madri, i due campioni non si possono paragonare per la diversa numerosità, ma i dati permettono di fare diverse riflessioni.
I quasi 400 padri che hanno risposto al nostro studio ci hanno permesso di rilevare che:
Questi dati hanno dato il via al tavolo di lavoro Stayhumam, che nella sua seconda edizione del 2025 è dedicato al supporto alla paternità come leva di parità di genere.
Il tavolo sta coinvolgendo 23 aziende in un percorso strutturato su 5 tappe itineranti. Il percorso culminerà a novembre 2025 con il rilascio di un inspiring paper.
La domanda resta aperta: essere genitori e lavorare è sostenibile a livello psico sociale? Noi crediamo lo sia molto poco, eppure abbiamo studiato un metodo e diverse strategie per migliorare questa condizione. Tenendo a mente che siano necessari interventi multifattoriali.
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