Scopri tutti i segreti di una modalità contrattuale che ha l’obiettivo di favorire il ricambio generazionale nelle aziende
Il cosiddetto “contratto di espansione”, introdotto dal decreto legislativo 148 del 2015 (la legge che disciplina gli ammortizzatori socialiSono una serie di misure previste dalla legge per sostenere economicamente chi ha perso il lavoro o ha subito una riduzione o sospensione dell’attività lavorativa (es. NASpI, Cassa Integrazione Guadagni). More), è un tipo di contratto che mira a favorire il ricambio generazionale e la formazione dei lavoratori nelle aziende medio-grandi, prevedendo a tal scopo anche uno “scivolo” per anticipare la pensione di 5 anni.
Nel testo di legge originario, tali contratti erano riservati solo alle aziende con più di 1.000 dipendenti. A seguito degli ultimi interventi normativi, per tutto il 2023 il contratto di espansione potrà essere attivato da qualsiasi azienda con oltre 50 dipendenti.
Il contratto di espansione è riservato alle aziende che avviano un processo di reindustrializzazione e riorganizzazione, che comporti una modifica strutturale dei processi aziendali e da cui derivi l’esigenza di formare nuovamente il personale. Tali processi dovranno inoltre prevedere l’assunzione di nuovi dipendenti.
Prima di poter utilizzare questa forma contrattuale, l’azienda dovrà portare avanti una consultazione e una trattativa presso il Ministero del Lavoro, che dovrà coinvolgere necessariamente anche le organizzazioni sindacali più rappresentative o le RSA/RSU, per garantire l’effettività delle decisioni e la serietà del progetto.
Secondo la legge, nel contratto sarà necessario indicare:
Lo scivolo pensionistico, probabilmente uno degli aspetti più interessanti e convenienti del contratto di espansione, è una procedura che permette ai lavoratori di andare in pensione prima del termine previsto per legge.
In particolare, tale facoltà è riservata a quei lavoratori che “si trovino a non più di 60 mesi dal conseguimento del diritto alla pensione di vecchiaia e che abbiano
maturato il requisito minimo contributivo”. Naturalmente, sarà necessario il consenso – o la non opposizione – sia del dipendente che del datore di lavoro.
In generale, questa tipologia contrattuale si rivela una scelta conveniente per entrambe le parti.
Il lavoratore, infatti, potrà accedere alla pensione 5 anni prima del previsto, e in tale periodo avrà diritto a percepire la NASpILa “Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego” (NASpI) è un’indennità mensile di disoccupazione, istituita in relazione agli eventi di disoccupazione involontaria che si sono verificati dal 1° maggio 2015. More, oltre a un’indennità mensile (a carico dell’azienda) a copertura della differenza tra l’importo della NASpI e l’assegno pensionistico.
L’azienda, d’altro lato, avrà modo di avviare un processo di modernizzazione con nuove assunzioni e nuovi percorsi formativi, così da favorire il ricambio generazionale e garantire ai lavoratori in uscita uno scivolo verso la pensione anticipata senza alcuna perdita economica.
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