Una guida per capire come maturano e come vanno calcolate le ferie annuali per i lavoratori dipendenti
Le ferie sono un diritto irrinunciabile tutelato dalla Costituzione e servono a recuperare le energie fisiche e mentali dopo un periodo di lavoro.
Proprio per la loro importanza, la disciplina a cui fare riferimento è abbastanza ampia e comprende la Costituzione, il Codice civile, la legge e i CCNL.
La maturazione e il calcolo delle ferie sono fasi essenziali del rapporto tra te e il datore di lavoro. Tutto ciò è disciplinato dalla legge e dagli specifici contratti collettivi di settore, che ti garantiscono il diritto ad avere periodi di riposo e svago durante l’anno lavorativo.
La corretta gestione delle ferie richiede, quindi, una comprensione profonda della normativa e dei meccanismi di accumulo e utilizzo dei giorni di riposo.
In questo articolo vedremo quali sono i principi fondamentali delle ferie per i lavoratori dipendenti usando qualche esempio pratico per una maggiore chiarezza. Iniziamo!
La legge non si esprime in giorni, ma in settimane.
Il decreto legislativo che regola l’orario di lavoro in Italia, infatti, stabilisce che se lavori a tempo pieno hai diritto ad almeno 4 settimane di ferie nell’arco di un anno di lavoro.
Per ogni anno di lavoro, quindi, ci sono automaticamente 4 settimane di ferie, a meno che il CCNL applicato dall’azienda non preveda periodi ancora più ampi e quindi più favorevoli per te.
Queste settimane possono essere riassunte in tre periodi distinti:
Nel caso di un contratto a tempo parziale, invece, le ferie totali vanno adeguate all’orario di lavoro effettivo.
Una volta chiarito a quante ferie hai diritto, capiamo ora come si maturano.
Generalmente le ferie si maturano ogni mese in modo progressivo e proporzionale all’attività svolta. Se hai lavorato tutto l’anno con lo stesso datore di lavoro, hai diritto a tutti i giorni di ferie previsti dal contratto collettivo.
Al contrario, se l’assunzione è avvenuta durante l’anno o il tuo contratto è terminato prima della fine dell’anno, ti spetta un numero di giorni proporzionato ai mesi lavorati.
Attenzione: per alcune assenze, anche se non svolgi di fatto attività lavorativa, maturano comunque le ferie. Le principali sono:
Al contrario, non si maturano le ferie durante:
Per rispondere a questa domanda, la prima cosa da fare è conoscere cosa dice il CCNL sul punto. Facciamo un esempio usando il Contratto del Commercio.
Le ferie che si maturano in un anno sono pari a 26 giorni e in questo periodo vanno considerati i giorni dal lunedì al sabato, anche se si lavora dal lunedì al venerdì.
Per fare un calcolo veramente molto semplice, se dividiamo i 26 giorni per i 12 mesi dell’anno otteniamo 2,16, che sono i giorni che si sommano ogni mese nel contatore delle ferie.
Le voci che troviamo in questo contatore sono tre:
Permessi e ferie sono due cose diverse e quindi si possono accumulare e utilizzare in maniera differente.
Per sapere quanti permessi possono essere richiesti, dobbiamo fare riferimento ancora una volta al CCNL. Proprio per questo non è possibile sapere a priori quanti permessi si possono avere ogni mese.
È meglio prendere ferie o permessi? Non c’è una regola fissa, è bene ricordare che un’ora di ferie ha lo stesso valore monetario di un‘ora di permessi.
Calcolare ferie è quasi sempre un’operazione piuttosto complicata.
Questo perché anche se il CCNL parla di ferie in termine di “giorni”, nella busta paga, invece, possiamo trovare un riferimento orario. Non ci resta quindi che vedere il calcolo ferie in ore.
Riprendendo sempre come esempio il Contratto del Commercio, questo prevede:
Proprio in riferimento a quest’ultimo divisore, si potrebbe pensare che 1 mese di ferie sia uguale a 168 ore, ma non è vero perché è meglio calcolare le ore medie di un mese. In che modo? con la formula seguente:
orario normale di lavoro * numero settimane nell’anno / numero mesi
Nel nostro esempio quindi avremmo:
40*52/12 = 173.333 ore. Questo sarà il nostro valore di riferimento per sapere quante ore di ferie in media sono state maturate.
Altra questione, invece, per i lavoratori part-time perché il calcolo cambia in base al tipo di contratto: Ne esistono di varie tipologie:
Detto questo, il calcolo ferie part time 18 ore e il calcolo ferie part time 30 ore non sono molto diversi, anzi il meccanismo è lo stesso, ciò che cambia è la percentuale di part time. Capiamo meglio il tutto usando sempre i riferimenti del Contratto del Commercio.
Se si concordano 18 ore settimanali, abbiamo un part time del 45%, mentre per 30 ore abbiamo un 75%.
In caso di part-time orizzontale, i 26 giorni di ferie annuali rimangono invariati, ma un giorno di ferie non durerà 8 ore (full time), bensì 3,5 ore o 6 ore a seconda della percentuale di part time.
Al contrario, se tu avessi un part-time verticale e lavorassi solo 2 giorni alla settimana avrai diritto a 10,4 giorni di ferie, mentre un giorno di ferie durerà 8 ore.
Il datore di lavoro è libero di determinare il periodo di ferie in quanto è il titolare del cosiddetto “potere direttivo e organizzativo”. Infatti, tenendo conto delle esigenze aziendali e dei tuoi interessi, stabilisce quando è il momento più opportuno per farti godere delle ferie.
Se il datore non esprime il suo consenso, non puoi decidere di andare autonomamente in ferie, perché questo comportamento andrebbe contro l’ordinaria regolarità dell’attività tecnico-produttiva dell’impresa.
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