Spesso non si è a conoscenza che durante il periodo di malattia si potrebbero percepire meno soldi rispetto al normale: vediamo come funziona
L’indennità di malattia viene riconosciuta ai lavoratori quando si verifica un evento tale da impedire il corretto svolgimento della prestazione lavorativa. Questa incapacità di lavorare è temporanea, e dura fino a quando il lavoratore non sarà nuovamente ritenuto idoneo al lavoro.
Per questo periodo il lavoratore riceverà comunque uno stipendio, che però potrebbe essere più basso rispetto a quello normalmente percepito. La quantità di soldi che andranno in busta paga, infatti, cambia in base a quanto dura la malattia, fino a non essere più pagata dopo una certa soglia di tempo.
L’indennità a carico INPS è dovuta dal momento in cui il datore di lavoro versa il contributo di malattia per il lavoratore. Questa garanzia sorge quindi dalla data di effettivo inizio del rapporto di lavoro e rimane valida per tutta la sua durata. Già dal primo giorno, quindi, il lavoratore può godere della tutela economica nel caso in cui si ammalasse.
Attenzione però: l’indennità giornaliera da parte dell’INPS è riconosciuta solo dal quarto giorno in poi. Per i primi tre giorni, detti “periodo di carenza”, non viene erogata alcuna somma da parte dell’istituto di previdenza, e generalmente l’indennizzo è a carico del datore di lavoro stesso, in base alle regole stabilite dal contratto collettivo applicato in azienda.
Il trattamento economico che riceve il lavoratore in questa occasione non è sempre uguale a quanto avrebbe percepito se avesse lavorato. In alcuni casi, infatti, la busta paga potrebbe avere un importo più basso del solito.
Questo è dovuto al fatto che la misura dell’indennità di malattia è legata alla propria situazione lavorativa. Ci sono diverse variabili che intervengono, come per esempio:
Nella pratica, una volta che il dipendente comunicherà la malattia al proprio datore di lavoro con l’invio del relativo certificato, comincerà la copertura economica prevista.
L’inizio del periodo di indennità è visibile direttamente in busta paga, nello specifico nella parte centrale del cedolino.
Nel prospetto paga, infatti, verranno indicati i giorni di carenza, che non sono indennizzati dall’INPS, e i giorni invece coperti dall’istituto. I giorni a carico INPS, come già accennato, saranno presenti per malattie superiori a 3 giorni, e fino alla fine del periodo di comportoÈ il periodo di tempo in cui il lavoratore, assente dal lavoro per malattia o infortunio, ha diritto alla conservazione del proprio posto di lavoro. More.
Per capire esattamente quanto si è percepito durante la malattia, bisognerà sommare gli importi di queste due voci. Ricordiamo che il valore ottenuto sarà un’indicazione lorda di quello che il dipendente andrà a percepire, perciò bisognerà togliere la relativa tassazione.
L’indennità di malattia è dovuta per un periodo massimo di 180 giorni complessivi all’interno dell’anno solare, cioè 6 mesi. Dopo questo periodo, l’INPS non riconosce più alcuna cifra, anche se ci dovessero essere ulteriori momenti di malattia.
Per il calcolo del periodo massimo indennizzabile sono considerati non solo i giorni indennizzati INPS, ma anche la somma di tutti i periodi di carenza e i giorni festivi, cioè tutti i giorni considerati di malattia anche se l’indennità di fatto non viene erogata.
Per i lavoratori a tempo determinato c’è invece una regola specifica. Il periodo massimo indennizzabile, chiamato “periodo di comporto”, è pari al periodo di tempo lavorato negli ultimi 12 mesi.
Facciamo un esempio: se un lavoratore viene assunto a tempo determinato e ha un’anzianità lavorativa di 4 mesi, avrà solo 4 mesi – invece che 6 – di copertura economica per malattia.
Se invece lo stesso lavoratore avesse un’anzianità lavorativa di 8 mesi, il suo periodo di comporto, appunto, sarebbe comunque di 6 mesi, e cioè il limite generale.
Infine, qualora il lavoratore fosse stato assunto da meno di un mese, il periodo minimo indennizzabile per la malattia sarà comunque di un mese.
Leggi anche:
Gli orari visita fiscale malattia