In quali casi l’iscrizione alla gestione separata INPS è obbligatoria e cosa bisogna fare per presentare domanda
Spesso si sente parlare di gestione separata INPS, ma c’è molta confusione su questa definizione. Infatti, i lavoratori dipendenti non si sentono coinvolti da questo aspetto previdenziale, perché non riguarda direttamente la loro pensione.
Ci sono però dei casi in cui questo tipo di gestione coesiste con la gestione considerata “normale”, e cioè quella per cui tutti i dipendenti pagano i contributi in busta paga.
È utile quindi capire cosa sia questo tipo di fondo previdenziale e approfondire le casistiche in cui viene a delinearsi una posizione diversa, e a volte parallela, ai propri versamenti pensionistici.
È un fondo per la tutela previdenziale dei lavoratori, istituito presso l’INPS nel 1995, per assicurare una tutela sotto il profilo pensionistico a una categoria di lavoratori fino a quel momento esclusa.
Come si può intendere già dal nome, nella gestione separata si è voluto infatti racchiudere il maggior numero di lavoratori che non avevano la possibilità di accesso a nessuna altra cassa previdenziale. Il fondo pensionistico è finanziato con i contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati.
Questo fondo pensionistico è destinato a:
A partire dal 1° gennaio 2012, i soggetti iscritti alla gestione separata sono considerati alla stregua di lavoratori autonomi. Da ciò ne deriva che, per quanto riguarda i requisiti di accesso a questo tipo di pensione, bisogna far riferimento alle regole vigenti per la categoria degli autonomi.
Prima di tutto dobbiamo specificare che l’unico sistema di calcolo per la pensione è quello contributivo, e cioè basato sui contributi effettivamente versati nell’arco della propria vita lavorativa.
L’aliquota da applicare al proprio imponibile previdenziale, e cioè alla somma lorda alla base del quale si calcolerà l’importo da versare, varia in base al proprio profilo lavorativo. Ci possono infatti essere aliquote diverse tra collaboratori o liberi professionisti.
Secondo quanto previsto dalla legge, l’iscrizione dei lavoratori deve avvenire tramite apposita domanda da presentare direttamente all’interno della piattaforma INPS, dopo aver effettuato l’accesso.
Le varie domande da presentare sono diverse in base al tipo di rapporto instaurato. Ci sarà per esempio la domanda per i lavoratori parasubordinati, tra cui ci sono anche gli autonomi occasionali, o i liberi professionisti.
In via generale, il termine per la lavorazione del provvedimento di iscrizione è fissato in 30 giorni.
Come abbiamo visto, sono compresi nella gestione separata anche i lavoratori che potrebbero avere in essere anche un ulteriore tipo di rapporto di lavoro, magari subordinato.
Facciamo un esempio: un lavoratore dipendente svolge un lavoro particolare, che gli permette di avere anche dei rapporti di lavoro autonomi occasionali. Se i compensi all’interno dell’anno (1 gennaio- 31 dicembre) non superano i 5.000,00 euro, non dovrà fare nulla. In caso contrario, si verrà a formare l’obbligo di iscrizione a questo tipo di fondo pensionistico. La presenza della contribuzione da lavoro dipendente, in questo caso, non esclude quindi la possibile gestione separata esistente in parallelo.
Ci sono infine dei casi in cui non è richiesta l’iscrizione alla gestione separata INPS, anche se sono presenti dei redditi da lavoro autonomo.
Vediamo alcuni esempi più comuni:
La posizione in gestione separata può tranquillamente rimanere “aperta”, senza alcun obbligo di contribuzione. I contributi, infatti, vengono calcolati sul reddito annuo e in base all’attività lavorativa svolta.
Se i tuoi contributi annui sono nulli, o inferiori a quelli previsti dal minimale, semplicemente non ti sarà accreditato l’anno contributivo, o parte di esso.
Il reddito definito come “minimale” varia di anno in anno, in base alle soglie indicate dall’INPS, e per il 2023 è di € 17.504,00.
Cancellarsi dalla gestione separata INPS non è obbligatorio, ma è comunque possibile, su richiesta. Per chi desidera farlo non è prevista una procedura on line attraverso il sito web dell’INPS, ma si dovrà compilare un foglio cartaceo e presentarlo all’istituto, che provvederà poi all’interruzione della posizione.
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