I beneficiari della disoccupazione Naspi possono svolgere attività lavorativa sia come dipendenti che come autonomi. In alcuni casi il lavoro è pienamente cumulabile con la NaspiLa “Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego” (NASpI) è un’indennità mensile di disoccupazione, istituita in relazione agli eventi di disoccupazione involontaria che si sono verificati dal 1° maggio 2015. More, in altri, invece, i redditi percepiti comportano una riduzione o la sospensione dell’assegno mensile.
Diversamente da quanto si può pensare, non è sempre obbligatorio dichiarare all’INPS che si sta svolgendo un lavoro.
In questo articolo vedremo il caso della prestazione occasionale e del lavoro occasionale autonomo. Pur essendo due termini molto simili, non si tratta della stessa cosa, e anche il loro rapporto con la Naspi è diverso.
Per prestazione occasionale si intendono i PrestO, cioè i vecchi voucher. Servono per pagare i lavoratori saltuari rispettando determinate tariffe retributive e limiti economici annui.
Chi può fare ricorso ai PrestO per pagare i propri lavoratori?
Per essere considerate tali, queste prestazioni devono generare compensi – sia per ciascun prestatore, che per ciascun utilizzatore – di importo complessivamente non superiore a 5.000 euro nel corso di un anno civile.
Inoltre, ogni prestatore non può rendere prestazioni a favore dello stesso utilizzatore per importi sopra i 2.500 euro. Cosa significa per il lavoratore? Che non può ricevere compensi in PrestO dallo stesso datore per più di 2.500 euro.
In questo caso i redditi derivanti dalla prestazione occasionale sono interamente cumulabili con la NASpI, infatti i compensi percepiti con i PrestO non incidono sullo stato di disoccupazione.
Quindi, se il soggetto è beneficiario della NASpI, può svolgere prestazioni di lavoro occasionale nel limite di 5.000 euro annui.
Entro tale limite, l’indennità NASpI è interamente cumulabile con i compensi e quindi non verrà ridotto o sospeso l’assegno mensile.
Inoltre, il soggetto non è tenuto a comunicare nulla all’Inps sul compenso derivante da tale attività.
Diverso, invece, il discorso per il lavoro autonomo occasionale.
Questo infatti, a differenza della prestazione occasionale, è caratterizzato dalla mancanza di subordinazione e di coordinamento da parte del committente.
Si tratta infatti di lavoro autonomo con varie agevolazioni dal punto di vista sia della tassazione che della contribuzione.
Le agevolazioni derivano proprio dall’occasionalità con cui viene svolta l’attività; le agevolazioni sono riconosciute solo se la prestazione resa non è abituale.
Trattandosi di lavoro autonomo, è compatibile con la Naspi se il compenso annuo non supera i 4.800 euro.
In questo caso, però, c’è la riduzione dell’indennità di disoccupazione pari all’80% del compenso percepito. Al di sopra dei 4.800 euro annui per il lavoro autonomo si perderebbe lo stato di disoccupazione. Pertanto, si perderebbe anche la relativa indennità.
In questo caso è necessario comunicare all’Inps il compenso e il periodo in cui si svolgerà il lavoro occasionale autonomo.
Per comunicare la presenza di un lavoro all’INPS è necessario presentare il modello Naspi COM.
Prima di compilare e inviare il modulo, però, bisogna capire quale tipo di lavoro occasionale stiamo svolgendo. Come abbiamo visto in questo articolo, infatti, nel caso di prestazione occasionale non è obbligatorio comunicarlo all’INPS, mentre nel caso della prestazione di lavoro autonomo occasionale, sì.
Una volta chiarito il tipo di attività lavorativa, per inoltrare la richiesta è sufficiente accedere con le credenziali SPID nell’apposita sezione Inps e compilare il modello.
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