In alcuni casi i contributi sono riconosciuti dallo Stato anche senza che ci sia stato il versamento da parte del datore di lavoro
Durante il tuo rapporto di lavoro, possono esserci momenti in cui devi interrompere l’attività lavorativa o ridurre l’orario. Questo accade, ad esempio, in caso di malattia, maternità, disoccupazione o cassa integrazione.
In queste situazioni, il datore di lavoro non deve versare i contributi previdenziali, cioè quei versamenti periodici che normalmente vengono effettuati all’INPS quando il rapporto di lavoro è attivo e che servono per maturare il diritto alla pensione.
Per tutelarti anche durante questi periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, la legge ha previsto che, in alcune circostanze specifiche, vengano riconosciuti i cosiddetti contributi figurativi.
I contributi figurativi sono una sorta di copertura contributiva “fittizia”. Il versamento da parte del datore di lavoro, infatti, non avviene, ma i contributi vengono comunque accreditati dall’INPS, rendendoli così utili sia ai fini del diritto che della misura della pensione.
Questo significa che i contributi figurativi vengono conteggiati sia per stabilire quando potrai andare in pensione (diritto alla pensione), sia per calcolare quanto andrai a percepire (misura della pensione).
Ci sono però delle eccezioni:
Ad esempio, nel caso di Opzione donna, non vengono conteggiati i contributi figurativi per malattia, maternità e disoccupazione indennizzata ai fini del raggiungimento dei 35 anni di contribuzione necessari per accedere a questa pensione anticipata. Tuttavia, questi contributi sono validi per il calcolo dell’importo della pensione finale.
Quindi, se ti stai chiedendo cosa sono i contributi figurativi, devi pensare a dei periodi in cui non versi realmente contributi, ma che vengono comunque riconosciuti dall’INPS.
Infine, ricorda che i contributi figurativi possono essere accreditati in alcuni casi su tua domanda, mentre in altri vengono attribuiti d’ufficio, cioè automaticamente e senza alcun costo.
I contributi figurativi vengono accreditati automaticamente o su tua richiesta, a seconda dei casi, e non comportano alcun esborso economico da parte tua.
Pur non derivando da un’attività lavorativa retribuita, hanno un valore effettivo sia per il calcolo dell’anzianità contributiva, sia, in molte situazioni, anche per determinare l’importo della pensione.
Tieni presente che non tutti i periodi figurativi hanno lo stesso peso: alcuni valgono solo per il diritto alla pensione, cioè per raggiungere il numero minimo di anni richiesti; altri invece valgono anche per calcolare la somma dell’assegno che andrai a ricevere.
Per questo motivo, è importante sapere a quale categoria appartengono e come incidono sul tuo estratto conto contributivo.
Cerchiamo di essere più chiari possibili, indicando, nella pratica, quali sono i contributi figurativi. Si tratta in particolare degli eventi collocati al di fuori di un periodo lavorativo, ad esempio:
I contributi figurativi per maternità vengono riconosciuti nei periodi di astensione obbligatoria e facoltativa dal lavoro previsti dalla legge.
Durante il congedo di maternità, i contributi sono accreditati automaticamente dall’INPS e valgono sia per il diritto che per il calcolo della pensione.
Anche i periodi di congedo parentale sono generalmente riconosciuti in via automatica con la contribuzione figurativa. Il consiglio, comunque, è quello di verificare che questi periodi siano stati effettivamente accreditati, effettuando un estratto conto contributivo.
In caso contrario, dovrai chiedere il riconoscimento della contribuzione indicando il periodo di astensione facoltativa, facendo riferimento alla sede INPS competente in base alla residenza della persona interessata.
Nel contesto dell’assistenza a persone con disabilità, ti è utile sapere che la normativa italiana prevede il riconoscimento dei contributi figurativi se usi i permessi previsti dalla cosiddetta legge 104. .
I contributi figurativi per legge 104 si applicano quando ti assenti dal lavoro per assistere familiari con handicap grave, nel rispetto dei limiti previsti (come permessi giornalieri o congedi straordinari).
In questi casi, la legge 104 e i contributi figurativi ti garantiscono che i periodi di assenza dal lavoro non interrompano la tua carriera contributiva, permettendoti di mantenere una continuità valida sia per il diritto alla pensione sia, in alcune circostanze, per la sua misura.
Anche i periodi di disoccupazione possono darti diritto all’accredito di contributi figurativi, ma solo se percepisci specifiche prestazioni a sostegno del reddito, come la NASpI.
In queste situazioni, ti è utile sapere che i contributi vengono riconosciuti automaticamente dall’INPS e coprono l’intero periodo in cui ricevi l’indennità.
I contributi figurativi per disoccupazione servono proprio a tutelarti nei momenti di transizione lavorativa, così che la perdita del lavoro non comprometta il tuo percorso previdenziale.
I contributi figurativi non li versi né tu né il datore di lavoro, ma vengono accreditati direttamente dall’INPS. Sono previsti dalla legge proprio per garantirti copertura previdenziale in quei periodi in cui non svolgi un’attività lavorativa retribuita.
L’accredito può avvenire in modo automatico, come accade per la maternità o per la NASpI, oppure su tua richiesta, ad esempio per il servizio militare o in altri casi particolari.
È la legge stessa che stabilisce quali contributi figurativi ti spettano d’ufficio e quali invece devi richiedere tu. Attenzione: non vanno confusi con i “contributi da riscatto”, perché in quel caso il costo è a tuo carico se vuoi farteli riconoscere.
Ci sono alcune situazioni in cui i contributi figurativi ti vengono accreditati automaticamente dall’INPS, senza bisogno che tu presenti alcuna domanda. Non devi quindi preoccuparti: in questi casi l’accredito è automatico.
Quali sono queste ipotesi? Si tratta di eventi legati a un rapporto di lavoro, in cui tu abbia usufruito di:
In tutti questi casi l’INPS accredita i contributi senza che tu debba fare nulla.
In altri casi, invece, sei tu a doverti attivare. Dovrai compilare il modulo di richiesta accredito contributi figurativi INPS, necessario per riscattare il periodo non lavorato. Il modulo è disponibile online, direttamente sulla piattaforma INPS, e va compilato in base al servizio che scegli.
Una delle domande più frequenti riguarda l’effetto dei contributi figurativi sull’importo dell’assegno pensionistico.
In generale, i contributi figurativi non riducono la pensione, poiché sono stati pensati per venire incontro a te, come lavoratore, nei momenti in cui non puoi versare contributi effettivi.
Tuttavia, è importante fare delle distinzioni. Per alcune prestazioni, come maternità o disoccupazione, i contributi figurativi valgono sia per la pensione anticipata che per quella di vecchiaia. In altri casi, invece, servono solo per raggiungere il requisito contributivo minimo, senza però influire sull’importo economico della pensione.
Quindi, non si può dire che i contributi riducono la pensione, ma non tutti i contributi accreditati aumentano l’importo dell’assegno. Sta tutto nel capire quali contributi ti vengono riconosciuti e per quale tipo di prestazione.
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