Il congedo di maternità: domande e risposte

(foto Shutterstock)

In cosa consiste, durata e modalità di utilizzo

IN COSA CONSISTE IL CONGEDO DI MATERNITÀ?

Il congedo di maternità è il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, spettante alle lavoratrici durante la gravidanza e nei mesi immediatamente successivi.
Durante questo periodo, infatti, è previsto il divieto far lavorare le donne, alle quali viene riconosciuta un’indennità economica (in genere pari all’80% della retribuzione).
Si ricorda, inoltre, che il congedo viene riconosciuto anche in caso di adozione e affidamento di minori.

QUAL È IL PERIODO COPERTO DAL CONGEDO?

Il periodo di congedo di maternità comprende, normalmente, i 2 mesi precedenti la data presunta del parto e i 3 mesi dopo il parto.
L’astensione obbligatoria, inoltre, comprende:

  • il periodo tra la data presunta del parto e la data effettiva, nel caso in cui il parto avvenga dopo la data presunta;
  • gli ulteriori giorni non goduti prima del parto, nel caso in cui il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta. In altri termini, in caso di parto prematuro, ai 3 mesi successivi si aggiungono i giorni non goduti prima.

IL CONGEDO PUÒ ESSERE RESO FLESSIBILE?

Pur mantenendo ferma la durata complessiva del congedo in 5 mesi, alle lavoratrici è riconosciuta la possibilità di rendere flessibile il relativo periodo.
Ciò significa che le lavoratrici possono posticipare l’inizio del congedo al mese precedente la data presunta del parto e proseguirlo nei 4 mesi successivi, salvo che non vi siano controindicazioni per la salute della lavoratrice e del neonato.

Dal 2019 è, inoltre, prevista la possibilità per le lavoratrici di rimanere al lavoro fino al termine della gravidanza e usufruire dell’intero congedo di maternità (pari a 5 mesi) nel periodo successivo al parto.
In questi casi è necessaria l’attestazione del medico competente, che certifica che questa scelta non sia pericolosa per la lavoratrice e il bambino.

CI SONO ULTERIORI PERIODI AGGIUNTIVI AL CONGEDO?

Al congedo obbligatorio di maternità si possono aggiungere eventuali periodi di astensione anticipata dal lavoro.
Questi ultimi possono essere disposti dall’Azienda sanitaria locale, per gravidanza a rischio, o dall’Ispettorato Territoriale Lavoro, quando le condizioni di lavoro o ambientali siano pericolose e la lavoratrice non possa essere adibita ad altre mansioni.
L’Ispettorato può disporre, per le stesse ragioni, anche dei periodi di astensione successivi, fino a 7 mesi dopo il parto.

COME FARE DOMANDA?

La domanda del congedo di maternità può essere presentata all’INPS, per via telematica.
La lavoratrice è anche tenuta, prima dell’inizio del periodo di congedo, a trasmettere l’apposito certificato medico di gravidanza, nonché a comunicare la data di nascita del figlio e le relative generalità, entro i 30 giorni successivi al parto.

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