Cellulare e pc al lavoro: quali controlli?

donna al pc
(foto Shutterstock)

Lo Statuto dei lavoratori e il Codice della privacy ci aiutano a capire fino a che punto il datore di lavoro può effettuare dei controlli sugli strumenti di lavoro

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia circonda ogni aspetto della nostra vita, da come muoversi in città a cosa comprare al supermercato. 

Anche al lavoro, gli strumenti digitali e lo sviluppo tecnologico continuano a portare innovazioni non solo per la semplificazione delle attività e di alcuni aspetti burocratici, ma anche per quanto riguarda la nascita di nuove professioni

In questo contesto è utile sapere quali, tra gli strumenti digitali che utilizziamo tutti i giorni, sono considerati strumenti di lavoro e, in riferimento a questi, quali controlli può effettuare il tuo datore di lavoro. 

La norma di riferimento è l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, che pone delle regole importanti in materia di controllo, anche a distanza, dell’attività dei lavoratori

Ma fino a che punto questa attività può essere controllata? Quali regole deve rispettare il datore? Scopriamolo insieme in questo articolo.  

Cos’è uno strumento di lavoro?

È definito strumento di lavoro qualsiasi apparecchio o dispositivo essenziale per lo svolgimento della tua prestazione lavorativa e delle mansioni per le quali sei stato assunto. 

Per farti capire meglio, nel nostro ordinamento esistono due importanti definizioni

  • una fornita dall’Ispettorato, secondo cui sono tali “gli apparecchi, dispositivi, apparati e congegni che costituiscono il mezzo indispensabile per adempiere la prestazione lavorativa dedotta in contratto”,
  • una fornita dal Garante per la privacy, che li definisce come “dispositivi utilizzati in via primaria ed essenziale per l’esecuzione dell’attività lavorativa”.  

Da queste definizioni possiamo certamente considerare strumenti di lavoro il pc, lo smartphone e la casella di posta elettronica. 

Il datore di lavoro può controllare il tuo pc o telefono? 

Dipende. Il datore ha il dovere di controllare che l’attività tua e dei tuoi colleghi sia eseguita secondo le sue direttive ma, al tempo stesso, deve rispettare il vostro diritto alla riservatezza e alla libertà di espressione. 

La prima domanda che devi porti è se lo strumento che stai usando (ad esempio il pc oppure il telefono) è essenziale per lo svolgimento della tua attività. 

Se la risposta è , allora sappi che proprio per questo motivo il datore può controllare il pc e il telefono che usi e raccogliere dati e informazioni. Tali dati, infine, possono essere utilizzati per tutti i fini connessi al rapporto di lavoro. 

Attenzione: restano comunque vietati i controlli di natura “massiva”, cioè quelle verifiche continue e non strettamente legate al tuo lavoro

Cosa devi sapere?

Lo Statuto dei lavoratori prevede il rispetto di precise regole diverse a seconda dello strumento che il datore intende introdurre in azienda e/o controllare. 

Quando installa impianti che permettono un controllo a distanza dei lavoratori, come ad esempio quelli di videosorveglianza, deve: 

  • farlo per specifiche ragioni tra cui la tutela del patrimonio aziendale e/o motivi di sicurezza, 
  • firmare un accordo sindacale. Se questo manca, deve ottenere prima dell’installazione l’autorizzazione del Ministero del Lavoro.     

Al contrario, invece, in riferimento agli strumenti di lavoro che consegna ai lavoratori non c’è l’obbligo di raggiungere una intesa sindacale o di ottenere l’autorizzazione ministeriale. Il controllo, quindi, è libero e sarai tu a dover verificare se viene esercitato in modo legittimo. 

Attenzione: perché il datore possa controllare in modo legittimo i tuoi strumenti di lavoro è obbligatorio che ti consegni un documento che contiene informazioni sulle modalità di utilizzo e sui dati rispetto ai quali potrà essere esercitato il controllo. È molto importante, poi, il riferimento alle disposizioni contenute nel Codice in materia di protezione dei dati

Puoi essere sanzionato? 

, a stabilirlo è proprio il Garante della privacy specificando che tutte le informazioni e i dati raccolti nelle modalità sopra spiegate possono essere utilizzati anche per sanzioni disciplinari

Come abbiamo specificato, però, affinché il tuo datore di lavoro possa farti una sanzione disciplinare, è necessario

  • che sia in regola con il Codice Privacy,
  • che adotti un regolamento interno dove specifichi modalità d’uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli,
  • che il regolamento cui sopra sia sempre consultabile in un luogo accessibile a tutti i lavoratori.

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