IRPEF, cos’è e come si calcola

Cos'è l'IRPEF
(foto Shutterstock)

Chi deve pagare l’imposta sul reddito delle persone fisiche, quali sono le aliquote e le modalità di pagamento

L’IRPEF è l’imposta sul reddito delle persone fisiche che deve essere pagata da tutte le persone (e non dalle società) che producono redditi.

Non tutte le persone pagano la stessa cifra, perché si tratta di una tassa progressiva. Questo significa che ci sono degli scaglioni a cui è collegata una determinata aliquota, cioè una percentuale da pagare.

Vediamo come funziona in concreto, quali sono questi scaglioni e come si paga.

I diversi tipi di reddito

Questa imposta deve essere pagata se si è in possesso di almeno una delle seguenti tipologie di reddito:

  • fondiario, cioè i fabbricati e i terreni
  • di capitale, ovvero proventi in denaro o in natura che derivano dall’impiego, a qualsiasi titolo, di denaro o altri beni. Un esempio sono gli interessi di un investimento. Queste entrate, infatti, devono avvenire al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa
  • di lavoro dipendente, derivano da rapporti che hanno come oggetto la prestazione di lavoro alle dipendenze di altri soggetti. Rientrano in questa categoria quelli assimilati al lavoro dipendente e quelli di pensione.
  • di lavoro autonomo, derivano dall’esercizio di arti (ad esempio, un attore) e professione (ad esempio, un avvocato).
  • di impresa, derivano dall’esercizio di un’attività commerciale da parte di un imprenditore individuale
  • diversi, cioè tutti quelli che non rientrano nelle categorie precedenti.

Per calcolare l’IRPEF si parla di reddito complessivo, ovvero della somma di tutte le tipologie elencate sopra.

Per chi risiede in Italia, si considerano i redditi ovunque prodotti, quindi si tiene conto sia di quelli prodotti all’interno del Paese, sia quelli prodotti all’estero. Per i non residenti, invece, questa tassa si paga solamente per i proventi prodotti nel territorio italiano.

Come si calcola

La cosa più importante da dire è che si tratta di un’imposta progressiva: ciò significa che aumenta in modo proporzionale all’aumentare del reddito.

Infatti, la legge prevede diverse aliquote di applicazione che aumentano in base a diversi scaglioni:

  • fino a 15.000 euro si applica l’aliquota del 23%;
  • da 15.000 fino a 28.000 euro si applica il 25%;
  • da 28.000 fino a 50.000 euro si applica il 35%;
  • da 50.000 in poi il 43%.

Dalla somma vanno poi tolte le deduzioni, cioè gli importi che corrispondono a particolari spese sostenute dal contribuente che proprio per la loro rilevanza vanno a diminuire l’imponibile, cioè la porzione di proventi soggetta a tassazione. Un esempio di deduzione sono i contributi volontari pagati per la previdenza complementare.

Facciamo un esempio concreto.

Tizio nel 2021 ha ricevuto 20.000 euro per il suo lavoro come dipendente e 15.000 euro come musicista. Il suo reddito complessivo sarà quindi pari a 20.000 + 15.000 e quindi 35.000 euro. Essendo nel terzo scaglione, si applicherà l’aliquota del 35%, e verrà applicata in questo modo:

  • fino a 15.000 euro il 23% e cioè 3.450 €;
  • dai 15.001 e fino ai 28.000 euro (e quindi per 13.000 € dati dalla differenza tra il massimo dello scaglione 28.000 e il minimo 15.000) verrà applicata l’aliquota del 25%, e quindi 3.250 €
  • per la differenza tra 35.000 e i 28.000 €, cioè per 7.000 € verrà applicato il 35%, cioè 2.450.

A questo punto, per capire l’IRPEF lorda sarà necessario sommare il risultato dei 3 scaglioni. Quindi 3.450 + 3.250 + 2.450 = 9.150 €.

Le deduzioni

Dall’applicazione delle aliquote, poi, ci sono vari meccanismi di personalizzazione dell’imposta. Questa tassa è definita anche personale, perché deve tener conto anche della situazione del contribuente singolo.

Un esempio tipico di personalizzazione sono le detrazioni da lavoro dipendente. Nel caso in cui si abbiano redditi da lavoro dipendente al di sotto di determinate soglie, infatti, vengono applicate delle agevolazioni. Un altro esempio sono i familiari a carico, che comportano altre riduzioni.

In sostanza, dalla somma vengono poi tolte le deduzioni. A questo punto si applicano le aliquote e poi dal risultato le detrazioni.

Come si paga

Il pagamento è diverso a seconda che il contribuente sia solo un lavoratore dipendente o abbia anche altre entrate.

Nel primo caso, il datore di lavoro funge da sostituto d’imposta. Ciò significa che quest’ultimo, dopo aver considerato le trattenute nella busta paga, procede direttamente al versamento al posto del lavoratore.

Il sistema della ritenuta d’acconto si applica anche:

  • ai lavoratori autonomi professionali, cioè chi svolge un’attività autonoma professionale con partita IVA
  • ai lavoratori autonomi occasionali, cioè che svolgono la propria attività non abitualmente e quindi non sono tenuti ad avere una partita Iva.

Per tutte le altre tipologie di contribuenti è necessario presentare la dichiarazione dei redditi. Il contribuente versa l’Imposta con un acconto – in una o due rate – e un saldo. In particolare, ogni anno versa il saldo relativo all’anno precedente e uno relativo all’anno in corso.

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