IRPEF: tutto quello che c’è da sapere

Cos'è l'IRPEF
(foto Shutterstock)

Chi deve pagare l’imposta sul reddito delle persone fisiche, quali sono le aliquote e le modalità di pagamento

IRPEF: cos’è 

L’IRPEF è l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Devono pagarla tutte le persone (e non dalle società) che producono redditi.

L’imposta non è uguale per tutti, ma varia a seconda del reddito della persona. Questo è ciò che chiamiamo una “imposta progressiva”, dove a diversi scaglioni di reddito corrisponde una determinata aliquota, cioè una percentuale da pagare.

Perché si paga l’IRPEF?

L’IRPEF è una delle principali fondi di entrate per lo Stato e serve quindi a finanziare moltissime attività. Ad esempio: pensioni e forme di assistenza; sanità; istruzione; interessi su debito pubblico; servizi generali delle Pubbliche Amministrazioni; Difesa, Ordine pubblico e sicurezza; cultura e sport.

IRPEF: chi la paga?

Pagano l’IRPEF tutte le persone, cittadini o no, che in Italia possiedono almeno una delle seguenti tipologie di reddito:

  • fondiario, cioè i fabbricati e i terreni
  • di capitale, ovvero proventi in denaro o in natura che derivano dall’impiego, a qualsiasi titolo, di denaro o altri beni. Un esempio sono gli interessi di un investimento. Queste entrate, infatti, devono avvenire al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa
  • di lavoro dipendente, derivano da rapporti che hanno come oggetto la prestazione di lavoro alle dipendenze di altri soggetti. Rientrano in questa categoria quelli assimilati al lavoro dipendente e quelli di pensione.
  • di lavoro autonomo, derivano dall’esercizio di arti (ad esempio, un attore) e professione (ad esempio, un avvocato).
  • d’impresa, derivano dall’esercizio di un’attività commerciale da parte di un imprenditore individuale
  • diversi, cioè tutti quelli che non rientrano nelle categorie precedenti.

Per calcolare l’IRPEF si parla di reddito complessivo, ovvero della somma di tutte le tipologie elencate sopra.

In Italia, i residenti devono dichiarare tutti i redditi ottenuti, quindi si tiene conto sia di quelli prodotti all’interno del Paese, sia quelli prodotti all’estero. Per i non residenti, invece, questa tassa si paga solamente per i proventi prodotti nel territorio italiano.

Ci sono invece esenzioni IRPEF per:

  • chi ha solamente redditi da lavoro autonomo fino a 5.500 euro;
  • dipendenti e pensionati con soli redditi da lavoro fino a 8.500 euro.

Come si calcola

La cosa più importante da dire è che si tratta di un’imposta progressiva: ciò significa che aumenta in modo proporzionale all’aumentare del reddito.

Le diverse aliquote di applicazione, infatti, aumentano in proporzione a diversi scaglioni:

  • fino a 28.000 si applica l’aliquota del 23%;
  • da 28.000 fino a 50.000 euro si applica il 35%;
  • da 50.000 in poi il 43%.

Dopo aver sommato i guadagni, si procede con le detrazioni dellle spese sostenute dal contribuente, che proprio per la loro rilevanza vanno a diminuire l’importo tassabile (imponibile). Un esempio di deduzione sono i contributi volontari pagati per la previdenza complementare.

Detrazioni IRPEF e deduzioni IRPEF: cosa cambia nel 2024

Dall’applicazione delle aliquote, poi, ci sono vari meccanismi di personalizzazione dell’imposta. Questa tassa, infatti, è definita anche “personale”, perché deve tener conto anche della situazione del singolo contribuente.

Un esempio tipico di personalizzazione sono le detrazioni da lavoro dipendente. Nel caso in cui il reddito da lavoro rientri al di sotto di determinate soglie, infatti, vengono applicate delle agevolazioni. Un altro esempio sono i familiari a carico, che comportano altre riduzioni.

In sostanza, dalla somma vengono poi tolte le deduzioni. A questo punto si applicano le aliquote e poi dal risultato le detrazioni.

Per il 2024 è stato previsto l’aumento da 1.880 a 1.955 euro della detrazione prevista per i titolari di redditi da lavoro dipendente (esclusi i redditi da pensione) e di alcuni redditi assimilati a quelli da lavoro fino a 15.000 euro. 

 

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