Quali sono le agevolazioni e i benefici per le imprese che vogliono assumere delle donne ancora applicabili
Fino al 31 dicembre 2023 le imprese interessate possono accedere ai risparmi economici – sotto forma di sgravi contributivi – previste dalla legge di Bilancio per incentivare l’occupazione femminile.
Il beneficio si applica alle nuove assunzioni di donne lavoratrici effettuate entro il 31 dicembre 2023 e prevede l’esonero totale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un determinato periodo che varia in base alla tipologia del contratto di lavoro.
In questo articolo vedremo nel dettaglio quali caratteristiche devono avere le persone che si vogliono assumere attraverso le agevolazioni per assunzioni donne nel 2023, quali contratti rientrano nell’incentivo e quali sono i requisiti che devono avere le aziende per accedere allo sgravio contributivo.
Per accedere alle assunzioni agevolate per le donne, sono necessari alcuni requisiti: innanzitutto è essenziale la condizione di “svantaggio” della lavoratrice, che deve essere presente alla data della nuova assunzione.
Ma cosa si intende quando si parla di donne “svantaggiate” dal punto di vista lavorativo?
Come prima categoria si fa riferimento a donne over 50 che sono disoccupate da oltre 12 mesi. Un’altra situazione di svantaggio riguarda le lavoratrici di qualsiasi età che non sono regolarmente retribuite da almeno 24 mesi, oppure donne prive di regolare retribuzione da almeno 6 mesi e destinate a essere occupate in settori economici caratterizzati da un’accentuata disparità di genere (es. agricoltura, costruzioni edili, informazione e comunicazione per i servizi).
Per quanto riguarda il concetto di lavoro non regolarmente retribuito, non si intende che la lavoratrice abbia prestato la propria attività “in nero”, bensì bisogna considerare la precarietà del contratto di lavoro e del compenso che risulti al di sotto di una soglia minima di reddito annuale, che nel 2023 è pari a 8.147 euro.
L’agevolazione contributiva può essere utilizzata da imprese, studi professionali, associazioni o fondazioni che abbiano i requisiti di regolarità contributiva e applichino i contratti collettivi di settore.
Spetta anche agli enti pubblici economici e agli enti privatizzati, mentre sono escluse le aziende che operano nel settore finanziario, ovvero banche e assicurazioni.
La normativa richiede un ulteriore requisito per usufruire di questo beneficio: infatti la nuova assunzione di una lavoratrice “svantaggiata” deve comportare per l’azienda un effettivo aumento dei lavoratori occupati, calcolato tenendo conto del numero di dipendenti mediamente impiegati nei 12 mesi precedenti.
Per ogni nuova assunzione, l’agevolazione consiste nel risparmio totale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro fino a un importo massimo di 8.000 euro all’anno.
I rapporti di lavoro che consentono di utilizzare le agevolazioni sono sicuramente:
In questi due casi lo sgravio contributivo si applica per un periodo massimo di 18 mesi.
Se, diversamente, la nuova assunzione avviene tramite un contratto a tempo determinato, il beneficio è fruibile per un massimo di 12 mesi.
L’agevolazione per l’assunzione di donne non è invece utilizzabile qualora l’assunzione avvenga con contratto di lavoro intermittente, anche a tempo indeterminato. Questo perché con questo tipo di contratto non c’è stabilità nel rapporto di lavoro poiché le prestazioni, saltuarie ed episodiche, dipenderebbero unicamente dalla “chiamata” del datore di lavoro.
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