Parità di genere e appalti pubblici: nuovi obblighi per le aziende

Parità di genere e appalti pubblici

Procedure riservate, premi e incentivi per le aziende che promuovono politiche di inclusione

Il nuovo codice degli appalti pubbliciil decreto legislativo numero 36/2023 – ha introdotto alcuni obblighi e premi per tutte le società che intendono partecipare a gare pubbliche. Sono inoltre state previste delle speciali cause di esclusione dalle aggiudicazioni e delle sanzioni nel caso in cui l’azienda aggiudicatrice non rispetti l’obbligo assunto nella presentazione dell’offerta. Con il DPCM del 20 giugno 2023 sono state individuate le Linee Guida per garantire l’operatività delle misure a sostegno dell’inclusione lavorativa.

Appalti pubblici, principi di equità e pari opportunità: chi sono i lavoratori svantaggiati?

Si considerano soggetti con disabilità quelli di cui all’articolo 1 della legge 12 marzo 1999, n. 68. Secondo la LEGGE 8 novembre 1991, n. 381 sono invece persone svantaggiate gli ex degenti di ospedali psichiatrici, anche giudiziari, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, le persone detenute o internate negli istituti penitenziari, i condannati e gli internati ammessi alle misure alternative alla detenzione e al lavoro.

Le nuove misure per la parità di genere negli appalti pubblici

Per favorire l’occupazione delle categorie più svantaggiate sono previsti appalti dedicati a specifiche aziende. Si tratta di procedure di affidamento alle quali possono partecipare esclusivamente aziende in possesso di determinati requisiti. L’articolo 61 del nuovo codice degli appalti pubblici definisce tali procedure come “contratti riservati”.

Sono tutte quelle gare in cui le stazioni appaltanti e gli enti concedenti riservano la partecipazione alle procedure di appalto e quelle di concessione o riservano l’esecuzione delle opere a operatori economici e a cooperative sociali e loro consorzi che hanno come scopo principale l’integrazione sociale e professionale delle persone con disabilità o svantaggiate.

Nel bando di gara deve essere scritto esplicitamente che si tratta di appalto o concessione riservati, inoltre deve includere come requisiti necessari, o come ulteriori requisiti di premio dell’offerta, i meccanismi e gli strumenti per realizzare le pari opportunità generazionali, di genere e di inclusione lavorativa per le persone con disabilità o svantaggiate.

Gli obblighi per i soggetti che partecipano a gare per contratti riservati

Considerata la specificità di questa categoria di appalti e la sensibilità delle amministrazioni per le politiche inclusive, sono previsti dei precisi obblighi a carico delle società che intendono partecipare a questi bandi pubblici.

  • Gli operatori economici che occupano più di 50 dipendenti devono produrre, al momento della presentazione della domanda di partecipazione o dell’offerta, una copia dell’ultimo rapporto sulla parità di genere, come trasmesso alla consigliera regionale di parità. Questo documento va presentato insieme alla domanda di partecipazione o all’offerta, altrimenti l’azienda viene esclusa di diritto dall’appalto.
  • Gli operatori che occupano tra i 15 e i 50 dipendenti sono obbligati, durante l’esecuzione del contratto, a redigere una relazione sulla parità di genere, con riguardo “allo stato delle assunzioni, della formazione della promozione professionale, dei livelli, dei passaggi di categoria o di qualifica, di altri fenomeni di mobilità, dell’intervento della cassa integrazione guadagni, dei licenziamenti dei prepensionamenti e pensionamenti, della retribuzione effettivamente corrisposta”. Questi soggetti hanno anche l’obbligo di presentare la dichiarazione di regolarità sul diritto al lavoro delle persone con disabilità.

Parità di genere nel nuovo codice appalti: obbligatorio un incremento dell’occupazione

Il decreto prevede ulteriori obblighi per le aziende partecipanti e aggiudicatrici. Tra i principali c’è sicuramente l’obbligo di impegnarsi a incrementare del 30% le assunzioni da destinare a nuova occupazione giovanile e femminile. L’aumento deve interessare entrambe le categorie, ma non necessariamente in termini nominali: si può quindi raggiungere il 30% di aumento occupazionale mediante ad esempio l’assunzione di lavoratrici under 36. 

Attenzione: le nuove assunzioni devono essere funzionali o strumentali a garantire l’esecuzione dell’appalto aggiudicato. Dunque, nel caso di appalti riservati, potranno partecipare all’aggiudicazione solamente coloro che si impegnano formalmente ad aumentare del 30% la propria forza lavoro femminile e under 36. In caso di mancato rispetto di questo requisito è prevista una sanzione giornaliera tra lo 0,6 e l’1 per mille, fino a un massimo del 20% dell’importo netto del corrispettivo.

Nuovi criteri di premio per chi rispetta il principio di non discriminazione negli appalti

Le pubbliche amministrazioni inseriscono ulteriori criteri per premiare, nell’ambito delle procedure di affidamento, le aziende che hanno adottato politiche virtuose di inclusività. Le iniziative che possono essere valorizzate riguardano il soggetto che:

  1. nei tre anni precedenti non risulti destinatario di accertamenti relativi ad atti o comportamenti discriminatori;
  2. utilizzi o si impegni a utilizzare specifici strumenti per conciliare le esigenze di cura, di vita e di lavoro per i dipendenti, nonché modalità innovative di organizzazione del lavoro;
  3. si impegni ad assumere, oltre alla soglia minima percentuale prevista come requisito di partecipazione, persone disabili, giovani con età inferiore a trentasei anni e donne per l’esecuzione del contratto o per la realizzazione di attività a esso connesse o strumentali;
  4. abbia, nell’ultimo triennio, rispettato i principi della parità di genere previsti per gli appalti pubblici e adottato specifiche misure per promuovere le pari opportunità generazionali e di genere, tenendo conto del rapporto tra uomini e donne nelle assunzioni, nei livelli retributivi e nell’assegnazione di incarichi di dirigenza;
  5. abbia, nell’ultimo triennio, rispettato gli obblighi in tema di lavoro delle persone disabili;

 

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