Crisi Ucraina-Russia: il punto sulle misure per i cittadini ucraini in Italia

(foto Shutterstock)

Come richiedere la protezione temporanea, chi ne ha diritto, quali sono le tutele e le forme di sostegno dedicate ai cittadini e lavoratori ucraini

Quali sono le novità per i cittadini ucraini in tema di diritto dell’immigrazione? Quali gli strumenti di accoglienza a loro disposizione? Per quanto tempo sono previste queste misure? A queste ed altre domande risponde Barbara Peressoni, Consulente global mobility presso lo studio legale WI LEGAL

Le differenze rispetto al passato

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha aperto nuovi scenari nell’ambito del diritto dell’immigrazione, con l’attuazione di normative esistenti da tempo ma mai attivate fino ad ora.

 «Con la crisi ucraina» spiega Peressoni «stiamo sperimentando una situazione nuova, che l’Europa ha deciso di gestire con nuovi strumenti. Per prima cosa, la guerra è vicina e tutti i paesi europei sono coinvolti nella gestione dell’emergenza.

In secondo luogo, i cittadini ucraini non hanno bisogno del visto per venire in Europa. Questo perché godono della mobilità propria dei paesi non poveri.

Per agevolare il loro soggiorno, l’Europa ha approvato all’unanimità l’attuazione di una direttiva che avevamo già dal 2001, e che avevamo immaginato proprio in caso di un afflusso massiccio di sfollati. La direttiva prevede agevolazioni importanti, che permettono di semplificare e alleggerire le procedure di accoglienza».

Protezione temporanea per la popolazione ucraina

Vediamo quindi quali sono le principali novità per i cittadini ucraini, definite in Italia dal DPCM del 28 marzo 2022. «In generale», spiega ancora Peressoni, «il nostro diritto dell’immigrazione prevede che possano entrare in Italia persone qualificate oppure che intendono rimanere per un periodo breve.

Il terzo caso riguarda invece le persone che sfuggono da una situazione di persecuzione. Tutti i paesi occidentali prevedono questa possibilità attraverso il sistema di accoglienza dei rifugiati. In Europa esiste inoltre una forma di protezione più ampia: oltre ai rifugiati, infatti, ci sono anche i beneficiari di protezione sussidiaria.

Bisogna sapere che, quando un cittadino straniero chiede asilo, deve affrontare un esame individuale piuttosto lungo e complesso. Un esame che comporta la presenza di avvocati e giudici, che non può essere svolto in caso di un afflusso molto massiccio di persone. In questi casi, quando l’affluenza è molto alta, il sistema decide di sospendersi e dare risposta immediata: questa è la protezione temporanea».

Chi può ottenere la protezione temporanea

Come detto, la direttiva europea per la protezione temporanea esiste dal 2001, ma è stata attuata per la prima volta dalla primavera di quest’anno. Come ottenerla? «Il cittadino può presentarsi in Questura e, già il giorno dopo, dovrebbe avere la ricevuta con foto, codice fiscale e certificazione di avvio della procedura per il rilascio del permesso con protezione temporanea. Le tempistiche non sono così immediate a causa della mole di richieste».

«La protezione temporanea vale ad oggi un anno, prorogabile poi di un altro anno diviso in sei mesi. Si applica in favore delle persone che hanno lasciato l’Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022 incluso, oltre che ad apolidi e cittadini di paesi terzi diversi dall’Ucraina, purché beneficiassero di protezione internazionale o di protezione nazionale equivalente in Ucraina prima del 24 febbraio 2022, data dell’inizio del conflitto.

Infine, godono della protezione temporanea anche i familiari delle persone che rientrano in queste categorie. Quindi, ad esempio, se un cittadino ucraino ha moglie – supponiamo – moldava, e lui ha diritto alla protezione temporanea, ne beneficia anche la moglie.

Sono esclusi invece – nonostante in questo momento non possano comunque tornare al loro paese – i tanti cittadini irregolari che erano già qui precedentemente al 24 febbraio. L’elemento distintivo, quindi, è cronologico».

Accoglienza, lavoro, studio e sanità

«Il permesso di soggiorno consente al titolare l’accesso all’assistenza erogata in Italia dal Servizio sanitario nazionale, al mercato del lavoro e allo studio. In particolare, è garantita l’assistenza sanitaria sul territorio nazionale, a parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani, previa iscrizione nelle Asl di domicilio.

Fino alla presentazione della richiesta del permesso di soggiorno è comunque garantita l’assistenza sanitaria mediante rilascio del codice STP Straniero temporaneamente presente da parte delle strutture abilitate.

«Quanto all’alloggio» continua Barbara Peressoni  «si calcola che il 90% degli ucraini in Italia abbia trovato accoglienza presso connazionali, dato che la comunità ucraina nel nostro paese è tra le più numerose. Chi non ha trovato una sistemazione in modo autonomo, può accedere ai sistemi della protezione internazionale, quindi a strutture statali o di enti locali.

E, grande novità, all’offerta di soluzioni abitative contribuisce anche il terzo settore, con enti e associazioni. Queste soluzioni prevedono un sostegno anche dal punto di vista economico, per permettere alle persone di mantenersi.

Per chi ha trovato alloggio in modo autonomo, e quindi non gode di questo sistema, il Dipartimento della protezione civile è autorizzato a riconoscere un contributo di sostentamento una tantum pari a 300 euro mensili pro capite, per la durata massima di tre mesi a decorrere dalla data di ingresso nel territorio nazionale. In presenza di minori, è riconosciuto un ulteriore contributo mensile di 150 euro per ciascun figlio».

 

Per informazioni più dettagliate, scarica le slide.

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