Donne in cerca di lavoro: sono più degli uomini e hanno competenze maggiori. Rapporto Jobtech

img 1: “Giovane donna sorridente sul luogo di lavoro”
(foto Shutterstock)

Negli ultimi sei mesi sono state le donne a cercare maggiormente occupazione. Incontrano più difficoltà degli uomini a trovare lavoro, pur avendo titoli di studio più elevati

L’andamento caotico del mercato del lavoro, che ha caratterizzato gli ultimi due anni, si sta stabilizzando con alcune particolarità che riguardano le donne. A delineare il quadro della situazione è Jobtech, agenzia italiana per il lavoro digitale che ha preso in esame il periodo intercorso tra gennaio e giugno 2021, mostrando come siano cresciuti del 62% gli annunci, ma siano diminuite del 9,6% le persone in cerca di occupazione. 

Non solo, nel primo semestre dell’anno sono state le donne a cercare lavoro in misura maggiore (58%) rispetto agli uomini (42%), e incontrano maggiori difficoltà a trovare un’occupazione, pur essendo più qualificate della compagine maschile. 

Il report di Jobtech

Il report di Jobtech mette in evidenza il rapporto tra domanda e offerta di lavoro nel contesto post pandemico. L’indagine è stata condotta su un campione di 60.000 utenti attivi sui portali dell’agenzia, prendendo in considerazione il periodo che va da gennaio a giugno 2021, e registrando gli annunci presenti, nel periodo analogo, sui principali motori di ricerca di lavoro.

Gli ultimi dati dell’Inps dicono che vi sia stata una crescita dell’8,3%, nel secondo trimestre 2021, dei contratti temporanei, e che la stessa ricerca di lavoro, nei primi sei mesi dell’anno, abbia registrato un andamento molto dinamico.

Dopo un inizio drammatico, con scarse opportunità lavorative per chi era alla ricerca, il semestre si è chiuso con un aumento complessivo del 62% degli annunci di lavoro online. In contemporanea, negli ultimi sei mesi si è registrato un calo del 9,6% nel numero di persone in cerca di nuova occupazione.

Le donne in cerca di lavoro

Quante sono e chi sono le donne che cercano lavoro? Quanto pesano i loro percorsi di studio e le esperienze lavorative pregresse nella loro assunzione temporanea o indeterminata, da parte dei datori di lavoro, in rapporto ai colleghi maschi? Le risposte, probabilmente, non stupiranno. 

Di fatto, l’indagine di Jobtech mette in luce come le donne continuino ad incontrare maggiori difficoltà a trovare un’occupazione. Esse sono state più penalizzate nel corso della pandemia: i dati dell’ISTAT dicono che, nel 2020, si sono registrati 444 mila occupati in meno in Italia, e ben il 70% di questi è rappresentato dalle donne.  

Le donne, qualificate con titoli di studio 

In questo contesto emerge una contraddizione difficile da spiegare: le donne sono più qualificate degli uomini, almeno per ciò che riguarda i titoli di studio: il 22,7% delle donne ha almeno una laurea triennale, contro il 16,2% degli uomini; il 63,5% ha un diploma, contro il 58,5% degli uomini. 

A livello di esperienza, invece, i dati non mostrano significative differenze: mediamente, chi cerca un lavoro oggi ha 4 anni e mezzo di esperienza, in uno o più settori lavorativi. 

Sono i millennials a rappresentare quasi la metà del campione di chi cerca lavoro: appartiene a questa fascia d’età il 46% del totale; segue, con il 28%, la Generazione Z. Non mancano, però, gli over 40: appartiene alla Generazione X il 22% e addirittura ai cosiddetti Baby boomer il 4% del totale. 

Soffre il retail, più possibilità in logistica e ospitalità

Il settore in cui si registrano le maggiori possibilità di collocamento è quello del mondo dei call center: si ricercano operatori telefonici, customer care, inside sales. Bene anche il mondo della contabilità e amministrazione, quello della logistica e quello dell’Ho.re.ca., che nei mesi precedenti aveva registrato dei veri scossoni nel rapporto tra domanda e offerta di lavoro. 

Il settore che soffre di più è quello del retail: qui le persone in cerca di lavoro sono nettamente di più rispetto agli annunci disponibili. Situazione simile per chi punta a lavorare come receptionist: si paga in questo caso la crisi del turismo in Italia e degli hotel, soprattutto nelle città.

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