Il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro può essere molto stressante, ma col giusto approccio puoi cogliere molte opportunità
Se hai da poco concluso gli studi, che siano le superiori o l’università, potrebbe essere normale chiedere quando si può iniziare a lavorare. Insomma, se esiste un’età minima per entrare nel mercato del lavoro.
La risposta è dipende: più che di età intesa proprio come numero, dobbiamo fare la distinzione tra persone minorenni e maggiorenni.
I lavoratori e le lavoratrici minorenni, infatti, proprio per via della loro tenera età godono di una serie di regole e tutele più forti rispetto a chi è maggiorenne. Da questo ne consegue che l’azienda che assume un minorenne deve prestare molta attenzione a:
Ad ogni modo, in Italia, l’età minima per lavorare è fissata a 16 anni, a condizione che tu abbia concluso il ciclo scolastico obbligatorio. Se hai 16 anni, ma sei ancora indietro con la scuola non puoi lavorare.
Sono comunque previste delle eccezioni a questa regola, come ad esempio la riduzione a 15 anni per lavorare come apprendista di 2° livello e cioè per imparare uno specifico mestiere manuale o intellettuale.
Altre eccezioni sono previste per:
Entriamo ancora di più nel vivo della questione e cerchiamo di capire insieme cosa fare dopo la scuola superiore. Il nostro consiglio è quello di prendersi un momento per capire cosa ti piace fare, quali sono le tue passioni e le tue propensioni.
Non hai l’obbligo di scegliere tutto e subito: è più saggio prendersi una piccola pausa per esplorare le diverse opzioni presenti sul mercato del lavoro e perché no chiedere consiglio a persone che già lavorano o già studiano in particolari settori.
In Italia, purtroppo, la figura del tutor o del coach non è ancora così presente come in America. Negli Stati Uniti, infatti, chi studia può contare sull’appoggio di queste figure professionali per scoprire i propri punti di forza e quali sono le nostre capacità che spiccano in determinate aree di impiego.
Questo vuol dire che, in genere, dovrai occuparti tu personalmente di questo percorso di scoperta. Premesso questo, vediamo quali sono le diverse opzioni che puoi attivare dopo avere concluso la scuola.
Si tratta di un Servizio pubblico istituito presso il Dipartimento per le politiche giovanili aperto a tutti i giovani tra i 18 e i 28 anni.
Di cosa si tratta? Puoi scegliere volontariamente di dedicare fino a un anno al servizio di difesa, non armata e non violenta, dello Stato italiano, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio.
Se decidi di diventare operatore volontario potrai occuparti di attività tipo queste:
Non è un periodo buttato al vento, anzi: la legge prevede i cosiddetti “crediti formativi” per chi presta il Servizio civile universale, che possono essere poi riconosciuti nell’ambito dell’istruzione o della formazione professionale, ma anche in Università.
Riceverai anche un compenso, perché i volontari sono pagati 519,47 € al mese, a cui si aggiungono eventuali extra se vai all’estero.
Inoltre questo periodo è valido per l’accumulo dei contributi che ti serviranno per la pensione, a patto che tu faccia poi più avanti una domanda di riscatto.
Se la tua passione è l’estero e desideri tanto fare un’esperienza fuori porta, senza però pesare troppo sui tuoi genitori potrai aiutare una famiglia nell’educazione dei bambini e occuparti di lavori domestici leggeri in cambio di vitto, alloggio e remunerazione.
In questo modo, potrai immergerti al 100% in una cultura diversa da quella italiana e imparare o rafforzare una lingua straniera.
I posti in cui viaggiare e vivere quest’esperienza ormai sono pressoché migliaia: puoi scegliere una città europea, una asiatica o andare addirittura in America!
Di solito, poi, chi sceglie di vivere l’au pair segue un orario di lavoro part time e ha la possibilità di studiare la lingua del paese ospitante.
Pensa alla potenza di inserire questa esperienza nel tuo CV: non solo avrai mosso i primi passi nel mondo del lavoro, ma avrai contribuito a rendere il tuo profilo e il tuo CV internazionale!
Sempre rimanendo in tema di estero, potresti guardare le opportunità di tirocinio che si aprono ciclicamente per il Parlamento europeo. Ti basterà andare sulla pagina ufficiale, seguire la procedura di onboarding e di autocandidatura e il gioco è fatto.
A distanza di un po’ di mesi, in genere, se risulti in linea con il profilo ricercato ti manderanno una proposta economica e lavorativa. A quel punto non ti resterà che accettare e trasferire la tua vita a Bruxelles o in un’una delle altre sedi.
A bene vedere, ci sono due tipi di tirocini:
Per fare domanda devi seguire la pagina di candidatura e scegliere tra tre tirocini.
Se hai smesso di studiare, ma hai già un sogno nel cassetto per una tua attività imprenditoriale, allora devi continuare a leggere.
Che sia aprire un e-commerce, fondare una start-up o aprire un piccolo negozio di estetica, la prima cosa che devi sapere è che serve la partita IVA.
Se hai intenzione di lavorare principalmente in autonomia come libero professionista, senza collaboratori, allora la partita IVA dovrai aprirla a tuo nome.
Così facendo potrai emettere fatture elettroniche, pagare i contributi e le imposte: ricordati infatti che un libero professionista è responsabile personalmente delle proprie posizioni verso l’INPS, la Cassa professionale e l’Agenzia delle entrate.
Se, invece, hai in mente di fare qualcosa in grande e quindi di aprire un’impresa allora la partita IVA sarà dell’impresa.
Prendere questa decisione non è facile: ci sono tanti costi da gestire, documenti da preparare e dovrai affidarti ad un esperto commercialista.
L’INPS, per cercare di incentivare l’imprenditoria giovanile, offre contributo economico di 500 € al mese a favore delle imprese avviate nei settori considerati strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica.
In questo caso specifico, l’impresa deve essere fondata da persone disoccupate che non hanno compiuto i 35 anni di età.
Per il 2025, il contributo poteva essere richiesto per le attività avviate nel periodo di tempo compreso tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025.
Per ottenere questi soldi devi mandare una domanda all’INPS attraverso il servizio online, disponibile tramite il “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche” selezionando “Incentivo decreto Coesione”.
Non esiste un modo generale e univoco per cercare lavoro in modo corretto, perché molto dipende da cosa vuoi fare tu e in quale settore ti piacerebbe trovare un’occupazione.
Il primo passo importante per tutti, però, è saper scrivere il proprio Curriculum Vitae in modo efficiente cosicché possa spiccare rispetto a tutti gli altri.
Il CV è una specie di presentazione personale e deve contenere alcune informazioni essenziali: nome e cognome, età, indirizzo, contatti, percorso di studi ed eventuali esperienze lavorative.
Se il voto che hai preso al diploma è alto, puoi inserirlo tra le informazioni sullo studio. La parte sulle esperienze è spesso la più difficile, soprattutto per chi ha appena finito la scuola, ma è normale avere poco da scrivere. Non bisogna scoraggiarsi: chi legge il curriculum capirà la situazione dall’età di chi si candida.
Per distinguersi dagli altri, è importante puntare sulle soft skill e sugli interessi personali. Nel CV puoi descrivere che tipo di persona sei e mettere in evidenza qualità come creatività, spirito di iniziativa e capacità di adattamento, molto richieste dalle aziende.
Oggi infatti le imprese danno sempre più importanza all’attitudine e al carattere, oltre che alla voglia di imparare e restare aggiornati.
Infine, ricorda che anche il design e l’estetica conta: evita i modelli precompilati e cerca di creare un curriculum semplice ma originale, che mostri fin da subito la tua personalità.
Quando inizi un nuovo lavoro oppure il tuo primo lavoro, le emozioni sono a mille: aspettative, ansia, gioia, paura…
Tutti noi desideriamo trovare un ambiente di lavoro sano, in cui i rapporti umani siano davvero umani e che ci permetta di sviluppare un percorso di crescita professionale costante.
Ogni volta che ti approcci a cercare lavoro, può essere utile seguire questi passaggi:
È importante iniziare con un atteggiamento positivo e con la voglia di imparare, anche accettando ruoli iniziali che permettono di fare esperienza.
Contemporaneamente, però, non dimenticarti dell’altro pilastro lavorativo e cioè le soft skills: è importante acquisire conoscenze tecniche, ma quello che fa la differenza è come ti poni con gli altri, con i progetti che ti vengono affidati e come reagisci di fronte ad una problematica.
Sviluppare competenze trasversali come la puntualità, il lavoro di squadra e la capacità di comunicazione aiuta a distinguersi e a crescere professionalmente fin dai primi impieghi e sono fondamentali per capire come affrontare il primo lavoro.
Lo sappiamo bene: affrontare il passaggio dalla scuola al lavoro può essere molto pauroso perché ci si muove verso qualcosa di ignoto. Non si conoscono le regole, siamo alle prime armi e il timore di sbagliare è alto. Affrontare questa “trasformazione” può sembrare un momento difficile, ma con il giusto approccio è possibile viverlo senza stress e con maggiore sicurezza.
Per evitare traumi, è importante prepararsi in anticipo, iniziando a conoscere il mondo del lavoro, se possibile, già durante gli ultimi anni di scuola, sviluppando competenze pratiche e valorizzando le proprie soft skill.
Spesso le scuole, infatti, danno la possibilità agli studenti di andare a fiere, e incontri di orientamento del lavoro che parlano proprio di questi temi. Cogli l’occasione e partecipa, ne varrà sicuramente la pena.
In secondo luogo, come abbiamo già spiegato sopra, è fondamentale creare un curriculum chiaro, definire i propri obiettivi professionali e informarsi sulle opportunità disponibili. Così facendo, potrai cercare di ridurre l’ansia e aumentare le possibilità di successo.
Anche l’approccio mentale fa il suo: un atteggiamento aperto, flessibile e orientato all’apprendimento continuo permette di adattarsi più facilmente ai cambiamenti e di trasformare il passaggio scuola–lavoro in un’opportunità di crescita personale e professionale.
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