Lavoro notturno: come funziona e cosa dice la normativa

Lavoro notturno

Chi lavora nella fascia oraria notturna deve essere tutelato e rimborsato del disagio

Lavoro notturno: cos’è 

La legge definisce che cosa si intende per lavoro notturno. La definizione è presente nell’articolo 11 del decreto legislativo 66/2003, ossia il testo normativo dedicato all’orario di lavoro. Il lavoro notturno è l’attività lavorativa svolta a cavallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino per almeno 7 ore consecutive. Ad esempio, il lavoro notturno, quindi, potrebbe essere quello svolto tra le 22:00 e le 05:00 oppure tra le 23:00 e le 06:00 oppure tra le e le 21.00 e le 4.00.

Chi può svolgere il lavoro notturno 

Solo alcune persone possono svolgere il lavoro notturno, ma per aiutarti a capire se sei anche tu tra queste persone, vediamo chi non può lavorare di notte:

  • i minorenni;
  • chi è in maternità durante il periodo di gestazione e fino al compimento di 1 anno di età del figlio.

Invece, non c’è un divieto legale, ma puoi rifiutarti di svolgere il lavoro notturno se:

  • sei una madre e tuo figlio ha non più di tre anni o in alternativa sei il padre convivente;
  • sei l’unico genitore affidatario di un figlio convivente sotto i 12 anni di età;
  • assisti un familiare a carico con disabilità accertata ai sensi della Legge 104/1992.

Elenco patologie per esonero dal lavoro notturno 

Un altro aspetto del lavoro notturno riguarda la tua condizione di salute. Per poter svolgere lavoro notturno devi avere comunque l’idoneità sanitaria al lavoro, valutata dal medico competente, dopo aver svolto visite mediche preventive e periodiche.

Secondo l’articolo 14 del decreto legislativo 66/2003,  il tuo datore di lavoro deve controllare il tuo stato di salute a sue spese, visto che lavori di notte. Questi controlli vengono fatti prima che tu inizi il lavoro notturno e poi almeno ogni due anni, per assicurarsi che tu non abbia problemi di salute legati a questo tipo di lavoro. Durante il turno notturno, il tuo datore di lavoro deve anche garantirti lo stesso livello di sicurezza e protezione che c’è durante il giorno.

Quindi, in occasione della visita medica, potresti essere dichiarato non idoneo al lavoro notturno.

Quali sono le patologie che comportano l’inidoneità al lavoro notturno? Non esiste un elenco normativo delle malattie che automaticamente escludono l’idoneità al lavoro di notte. È compito del medico competente accertare, di volta in volta e in base alle condizioni soggettive di salute, se sei idoneo o meno al lavoro notturno.

Lavoro notturno: orario e limiti

La particolarità dell’orario di lavoro notturno riguarda l’esistenza di precisi limiti e condizioni. Infatti non sempre puoi lavorare in orario notturno e non è detto che tu debba svolgere il lavoro notturno.

Innanzitutto deve essere rispettato un primo limite: il lavoro notturno non può superare in media le 8 ore giornaliere nell’arco di 24 ore, considerando una media settimanale. 

Facciamo un esempio: lunedì, hai un turno di lavoro notturno dalle 22.00 alle 6.00; martedì non puoi fare dalle 21.00 alle 6.00 perché, sfioreresti le 8 ore nel turno del secondo giorno, mentre potresti di nuovo lavorare dalle 22.00 alle 6.00 perché, in questo caso, viene rispettato il limite massimo di 8 ore.

A tal proposito l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha chiarito con la nota n.1438 del 2019 che il riferimento temporale rispetto al quale calcolare la media delle ore è la “settimana lavorativa” (su 6 giorni lavorativi) in mancanza di una definizione normativa o contrattuale specifica.

Gli obblighi del datore di lavoro per il lavoro durante la notte 

L’azienda deve osservare e rispettare precisi obblighi per poterti chiedere di lavorare di notte:

  • non può chiedertelo se rientri tra alcune tipologie di lavoratori;
  • devi essere stato dichiarato idoneo a tale tipologia di lavoro da parte del medico competente;
  • previa consultazione con le rappresentanze sindacali, devono essere attuate tutte le misure in tema di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul posto di lavoro.

Viene data una maggiorazione per il lavoro notturno?

Sì, la legge prevede che ogni ora di lavoro nella fascia notturna venga retribuita con una maggiorazione percentuale. L’ammontare della maggiorazione e il trattamento economico sono disciplinati dal CCNL applicato in azienda.

Ad esempio, il CCNL Pubblici esercizi, ristorazione e turismo prevede che le ore di lavoro prestato tra le 24:00 e le ore 06:00 vengano retribuite con l’applicazione di una maggiorazione oraria pari al 25% della retribuzione. Il CCNL Metalmeccanici industria prevede una maggiorazione del 20% per le ore lavorate dalle 22.00 a mezzanotte e del 30% per tutte quelle successive.

Ci sono regole diverse per i lavori notturni usuranti?

In Italia esiste una normativa che riconosce i lavori notturni come usuranti, ovvero il Decreto Legislativo n. 67 del 2011, che disciplina l’accesso anticipato alla pensione per i lavoratori impiegati in attività usuranti. In particolar modo, questo decreto include anche i lavoratori notturni tra le categorie che possono beneficiare di agevolazioni pensionistiche.

Secondo questa normativa, il lavoro notturno è considerato usurante se:

  • lavori almeno 6 ore durante la fascia notturna (tra mezzanotte e le 5 del mattino) per un minimo di 64 giorni all’anno;
  • oppure, se lavori in modo continuativo o su turni, in cui una parte significativa dell’attività viene svolta durante la notte.

 

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