Sebbene il lavoro part time offra di fatto una retribuzione minore rispetto alla sua controparte a tempo pieno, questa tipologia contrattuale garantisce in ogni caso diversi vantaggi in base alle esigenze e alle preferenze individuali dei lavoratori: flessibilità, equilibrio vita-lavoro e riduzione del tempo e dei costi associati agli spostamenti.
In generale, con l’espressione “part time” si fa riferimento a una forma contrattuale in cui l'orario di lavoro è inferiore a quello considerato a tempo pieno, ossia le canoniche 40 ore settimanali (o le ore diverse previste dai vari CCNL). Il contratto a tempo parziale deve essere stipulato per iscritto e, inoltre, nel contratto devono ’essere indicate la durata della prestazione lavorativa e della precisa collocazione temporale dell’orario.
Sebbene i contratti part-time si caratterizzino per il ridotto orario lavorativo, sono in realtà possibili diverse tipologie di lavoro a tempo parziale:
In alcune circostanze, è possibile che il datore di lavoro chieda di distribuire diversamente le ore della prestazione lavorativa o di aumentarne la durata (sempre rispettando i già menzionati limiti del lavoro a tempo pieno) utilizzando una clausola elastica, la quale garantisce appunto maggiore flessibilità. Tuttavia, questa clausola deve necessariamente essere messa per iscritto, e richiede il consenso del lavoratore, il quale ha il diritto di esprimere il proprio rifiuto senza che questo costituisca motivo di licenziamento.
Al lavoratore part-time, in base al principio di non discriminazione, è garantito lo stesso trattamento dei lavoratori assunti a tempo pieno. Per quanto riguarda la retribuzione, il lavoratore part time ha diritto alla stessa paga oraria del lavoratore a tempo pieno, ma la sua retribuzione complessiva è calcolata in proporzione al numero di ore lavorate.
Essendo una tipologia di lavoro flessibile, la legge prevede numerose tutele per i lavoratori part time, al fine di evitare un uso non corretto di questa tipologia di lavoro.
Una domanda molto comune sui contratti di lavoro part time, ad esempio, riguarda la possibilità, per il lavoratore, di svolgere lavoro straordinario o supplementare per aumentare il proprio stipendio. Per lavoro supplementare si intendono le ore fino al raggiungimento dell’orario full time. Al di sopra delle ore considerate full time, si parla invece di straordinari.
Facciamo un esempio di un dipendente a cui viene applicato un ccnl che prevede l’orario full time per 40 ore. Il dipendente è part time per 35 ore settimanali. Se svolge 7 ore di lavoro in più in una settimana, 5 (fino alle 40) di queste saranno considerate lavoro supplementare e le due che vanno oltre le 40, invece, saranno considerate lavoro straordinario. Nel caso del lavoro supplementare, questo è possibile a patto che non superi il 25% delle ore di lavoro concordate, con una maggiorazione della retribuzione oraria pari al 15%, e rispettando in ogni caso il limite di lavoro del tempo pieno. I contratti collettivi possono prevedere una maggiorazione diversa. Per quanto riguarda gli straordinari, invece, occorre fare riferimento al singolo CCNL.