La partita IVA è un codice di 11 cifre che identifica la tua attività, ma nel linguaggio comune è legata al mondo dei lavoratori autonomi
La partita IVA è un concetto nato in ambito fiscale, ma col tempo è stato utilizzato anche in contesti diversi per identificare alcune categorie di lavoratori. In primo luogo, la partita IVA è un codice di 11 cifre che serve a identificare una specifica attività professionale o imprenditoriale. Ogni codice corrisponde a una sola attività, un solo professionista o un solo lavoratore.
Nel linguaggio comune, però, il termine “partita IVA” si usa spesso per riferirsi al mondo dei liberi professionisti, degli artigiani e, più in generale, al settore del lavoro autonomo.
La partita IVA ha uno scopo ben preciso: individuare una determinata attività imprenditoriale o professionale e permetterti di gestire i relativi adempimenti fiscali. Si tratta quindi di uno strumento essenziale per chi lavora in proprio.
L’apertura della partita IVA comporta una serie di obblighi che devi rispettare per evitare sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Per gestire al meglio questi adempimenti, ti consigliamo di affidarti a un professionista.
Ecco in sintesi i principali obblighi e come funziona la partita IVA:
Se per partita IVA intendiamo le varie figure di lavoratori autonomi, possiamo indicare le seguenti:
Invece, dal punto di vista della disciplina fiscale, esistono due tipi principali di partita IVA:
La partita IVA in regime forfettario è una forma semplificata di partita IVA. Può essere utilizzata da te se sei un professionista con un fatturato annuo non superiore a 85.000 €. È in discussione l’idea di aumentare questo limite a 100.000 € di fatturato.
Il regime forfettario prevede meno adempimenti rispetto al regime ordinario. Ad esempio, hai la possibilità di non indicare l’IVA nelle fatture, e non hai l’obbligo di presentare la dichiarazione IVA né a fare la relativa liquidazione, proprio perché non applichi questa imposta.
Per quanto riguarda la tassazione, si applica una percentuale del 15% su una parte del reddito prodotto, che varia in base al settore di appartenenza. Tuttavia, c’è uno svantaggio importante: con la partita IVA forfettaria non puoi scaricare alcun costo legato alla tua attività.
Il codice ATECO (attività economiche) è un insieme di numeri creato dall’ISTAT per individuare i vari settori di attività.
Per trovare il codice ATECO per la tua partita IVA, è importante avere ben chiaro l’ambito della tua professione o attività. Puoi consultare il sito dell’ISTAT o quello dell’Agenzia delle Entrate per trovare informazioni utili. In ogni caso, è sempre consigliabile chiedere supporto a un professionista di fiducia.
Se svolgi più attività, devi indicare quella prevalente, cioè quella che genera il maggiore fatturato o, se gli introiti sono simili, quella che ti occupa più tempo. Puoi anche indicare un secondo codice ATECO come secondario.
L’individuazione del codice ATECO è fondamentale perché ha importanti conseguenze. Ad esempio:
In caso di interruzione di un rapporto con partita IVA, puoi accedere a una forma di sostegno che assomiglia alla Naspi, chiamata ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa). Questa indennità può essere richiesta se, nell’anno precedente alla domanda, hai avuto:
L’indennità ISCRO viene data per un massimo di sei mensilità.
Se invece stai già percependo la Naspi come persona disoccupata, puoi iniziare a lavorare e continuare a riceverla in due casi specifici:
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