Partita IVA: cos’è e come funziona

Partita IVA come funziona

La partita IVA è un codice di 11 cifre che identifica la tua attività, ma nel linguaggio comune è legata al mondo dei lavoratori autonomi

Cos’è la partita IVA

La partita IVA è un concetto nato in ambito fiscale, ma col tempo è stato utilizzato anche in contesti diversi per identificare alcune categorie di lavoratori. In primo luogo, la partita IVA è un codice di 11 cifre che serve a identificare una specifica attività professionale o imprenditoriale. Ogni codice corrisponde a una sola attività, un solo professionista o un solo lavoratore.

Nel linguaggio comune, però, il termine “partita IVA” si usa spesso per riferirsi al mondo dei liberi professionisti, degli artigiani e, più in generale, al settore del lavoro autonomo.

La partita IVA ha uno scopo ben preciso: individuare una determinata attività imprenditoriale o professionale e permetterti di gestire i relativi adempimenti fiscali. Si tratta quindi di uno strumento essenziale per chi lavora in proprio.

Come funziona la partita IVA

L’apertura della partita IVA comporta una serie di obblighi che devi rispettare per evitare sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Per gestire al meglio questi adempimenti, ti consigliamo di affidarti a un professionista.

Ecco in sintesi i principali obblighi e come funziona la partita IVA:

  • emettere le fatture: ogni volta che offri un servizio o una prestazione, sei obbligato a emettere una fattura, rispettando le tempistiche previste dalla legge;
  • conservare e registrare le fatture: tutte le fatture devono essere conservate e, per chi opera nel regime IVA ordinario, anche registrate;
  • dichiarazione IVA e pagamenti: se utilizzi il regime ordinario, devi presentare la dichiarazione IVA e provvedere ai relativi pagamenti;
  • iscrizione previdenziale e contributi: in alcuni casi, l’apertura della partita IVA comporta l’iscrizione a una gestione previdenziale specifica (ad esempio, INPS o cassa di categoria) e il pagamento dei contributi previdenziali;
  • pagare le imposte: ogni anno, in base al fatturato prodotto, hai l’obbligo di versare le imposte previste dalla legge.

Quali sono i tipi di partita IVA esistenti 

Se per partita IVA intendiamo le varie figure di lavoratori autonomi, possiamo indicare le seguenti: 

Invece, dal punto di vista della disciplina fiscale, esistono due tipi principali di partita IVA:

  • partita IVA ordinaria, che segue il regime ordinario. Questo sistema comporta obblighi e scadenze precise per i pagamenti durante l’anno. Se utilizzi questo regime, puoi scaricare i costi legati alla tua attività e compensare l’IVA da versare con quella che hai pagato come costo;
  • partita IVA in regime forfettario, riservata a lavoratori autonomi e professionisti con un fatturato annuo non superiore a 85.000 €. Questo regime semplificato riduce la burocrazia e offre un’aliquota fiscale agevolata.

Partita IVA forfettaria 

La partita IVA in regime forfettario è una forma semplificata di partita IVA. Può essere utilizzata da te se sei un professionista con un fatturato annuo non superiore a 85.000 €. È in discussione l’idea di aumentare questo limite a 100.000 € di fatturato.

Il regime forfettario prevede meno adempimenti rispetto al regime ordinario. Ad esempio, hai la possibilità di non indicare l’IVA nelle fatture, e non hai l’obbligo di presentare la dichiarazione IVA né a fare la relativa liquidazione, proprio perché non applichi questa imposta.

Per quanto riguarda la tassazione, si applica una percentuale del 15% su una parte del reddito prodotto, che varia in base al settore di appartenenza. Tuttavia, c’è uno svantaggio importante: con la partita IVA forfettaria non puoi scaricare alcun costo legato alla tua attività.

Codice ateco partita IVA: come definisco precisamente la mia attività?

Il codice ATECO (attività economiche) è un insieme di numeri creato dall’ISTAT per individuare i vari settori di attività.

Per trovare il codice ATECO per la tua partita IVA, è importante avere ben chiaro l’ambito della tua professione o attività. Puoi consultare il sito dell’ISTAT o quello dell’Agenzia delle Entrate per trovare informazioni utili. In ogni caso, è sempre consigliabile chiedere supporto a un professionista di fiducia.

Se svolgi più attività, devi indicare quella prevalente, cioè quella che genera il maggiore fatturato o, se gli introiti sono simili, quella che ti occupa più tempo. Puoi anche indicare un secondo codice ATECO come secondario.

L’individuazione del codice ATECO è fondamentale perché ha importanti conseguenze. Ad esempio:

  • determina la tua iscrizione a una gestione previdenziale specifica, come l’INPS o le casse professionali private;
  • influisce sulle percentuali applicate per la tassazione, specialmente se aderisci al regime forfettario;
  • può incidere sulla possibilità di ottenere agevolazioni fiscali o sussidi.

NASpI e partita IVA: quando se ne ha diritto? 

In caso di interruzione di un rapporto con partita IVA, puoi accedere a una forma di sostegno che assomiglia alla Naspi, chiamata ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa). Questa indennità può essere richiesta se, nell’anno precedente alla domanda, hai avuto:

  • un fatturato non superiore a 12.000 €;
  • un reddito di lavoro autonomo inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo relativi ai due anni precedenti l’anno di riferimento.

L’indennità ISCRO viene data per un massimo di sei mensilità.

Se invece stai già percependo la Naspi come persona disoccupata, puoi iniziare a lavorare e continuare a riceverla in due casi specifici:

  • con la Naspi anticipata, puoi ottenere l’intero importo della Naspi in un’unica soluzione se decidi di avviare una propria attività imprenditoriale o autonoma;
  • se inizi un lavoro autonomo con un fatturato annuo inferiore a 5.000 €, puoi continuare a percepire la Naspi. In questo caso, devi comunicare l’inizio della tua attività professionale all’INPS entro 30 giorni dall’inizio e comunicare il fatturato annuo che prevedi di realizzare.

 

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